#17 L'ispirazione e la genesi dell'arte nel flamenco: il Duende - Flamenco Chiavi in Mano
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Descrizione
In questo podcast ti parlo di un passaggio di "Gioco e teoria del Duende" di Federico Garcia Lorca: il poeta racconta della famosissima cantaora flamenca Pastora Pavón, la Niña de...
mostra di piùQuesto pezzo dell'opera di García Lorca ci mostra in maniera molto poetica, come soleva fare l'autore, un quadro di una situazione molto quotidiana nel flamenco, in uno spettacolo di fronte ad un gruppo di intenditori ad un gruppo di gente che sa, che conosce e che capisce il flamenco. Una cantaora con delle capacità incredibili, un genio indiscusso del flamenco, come la Niña de los Peines, ad un certo punto si mette a cantare in un altro modo: da brava cantante, cercò di sperimentare anche nella direzione del canto lirico, ma il pubblico non gradì.
Pastora decise di ritornare alla sua verità profonda e allora, finalmente, il pubblico venne travolto dalla sua ondata emozionale. Quello che tirò fuori era il Duende.
E' interessante leggere questa riflessione scritta quasi cent'anni fa, nel 1933: se il flamenco viene reso estetico, non è più se stesso.
Che cos'è il duende? E' quando l'io, il piccolo io si fa da parte e lascia spazio alla comunicazione, ad una espressione più animica, che va al di là delle forme che va al di là della piccolezza e della finitudine del momento presente.
Tutto ciò che è un arte performativa e che nasce e muore nel momento ha proprio un bisogno di generarsi nella verità dell'artista e nella verità della sua comunicazione con il pubblico e con la situazione presente. In realtà, il duende ha molto a che fare con l'ispirazione e la riflessione sulla genesi dell'arte è interessante proprio per quello. L'ispirazione che cos'è? E' qualcosa che va a toccare delle corde molto profonde nell'artista e va ad aprire una porta che gli permette di dire esattamente ciò che sente, nel modo più diretto, attraverso, evidentemente, la tecnica dell'arte.
E con questo l'artista va a raggiungere il cuore dello spettatore. E' evidente che ciò che l'artista farà da un punto di vista tecnico e formale sarà totalmente secondario, a patto che venga mantenuto questo momento di verità, momento di non essere nella tua finitudine umana, ma essere nella tua dimensione appunto animica, nella tua dimensione nella quale l'anima si esprime in maniera diretta senza filtri.
Sono Sabina Todaro, studiosa di flamenco ed insegnante di baile a Milano. Ti conduco a riflettere sul duende nel flamenco, sull'ispirazione che genera l'arte: l'artista apre una porta che gli permettere di lasciar uscire la propria verità profonda. La tecnica è uno strumento che deve essere messo al servizio di questa profondità espressiva.
In tutti questi anni ho sempre studiato, viaggiato, ascoltato una miriade di ore di musica e visto una miriade di ore di spettacoli, oltre che una miriade di ore di insegnamento. Ho un piccolo ricordo che voglio condividere con te oggi: vidi uno spettacolo a Siviglia, in un grande teatro,
al Teatro de la Maestranza.Lo spettacolo si chiamava "Los venerables", i venerabili, ed era composto di tutti i cantaores anziani.
Seduta sulla mia comoda poltrona di questo grandissimo teatro, mi sono ad un certo punto sentita avvolgere l'addome da una sensazione incredibile, indefinibile, come se ci fosse stato un Alien all'interno dei miei visceri. Davanti a me, stava cantando un cantaor, e, sinceramente, all'epoca sapevo molto poco del flamenco, erano pochi anni che me ne occupavo. Non ho segnato il nome di questo cantaor e oggi non sono più in grado di ricostruirlo, però era un cantaor molto anziano, davvero molto, molto anziano.
Il teatro, mille spettatori, rimase totalmente in sospeso: stavamo tutti respirando con lui, stavamo tutti vivendo la sua emozione. Era incredibile, anche perché una persona molto anziana non ha niente da dimostrare, non ha niente da perdere. E può soltanto dire la sua verità: questo fece quel cantaor quel giorno. Bene, quando io sentii questa sensazione all'interno del mio addome. Ecco, il flamenco!
E' una sensazione che ti coglie impreparato. E' qualcosa che è realmente fisico ed è una risposta del corpo alle emozioni del suono.
Il flamenco sta lì, sta lì e non gliene frega niente di essere bello, di essere estetico, di essere elegante o di strappare un applauso. E' lì per un bisogno, un bisogno espressivo indifferibile, insostituibile ed è proprio questo il suo grande valore.
Informazioni
Autore | Sabina Todaro |
Organizzazione | Sabina Todaro |
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