#113 La timidezza e il Flamenco parte seconda - Flamenco Chiavi in Mano

8 mar 2024 · 11 min. 34 sec.
#113 La timidezza e il Flamenco parte seconda - Flamenco Chiavi in Mano
Descrizione

imidezza e flamenco. Un discorso molto lungo! Il flamenco ci impone di essere molto vivi, e si scatena quindi molta adrenalina, che ci può fare essere timidi e timorosi oppure...

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imidezza e flamenco. Un discorso molto lungo!
Il flamenco ci impone di essere molto vivi, e si scatena quindi molta adrenalina, che ci può fare essere timidi e timorosi oppure coraggiosi ed entusiasti. Se sono nel flamenco non posso che essere coraggioso: il flamenco si centra sull'espressione dell'entusiasmo!
Il flamenco fa produrre adrenalina, e ci impone di lasciar uscire tutto ciò che deve uscire.

Un punto chiave della timidezza è la non accettazione della nostra imperfezione: se sento di dover essere perfetto, e cerco il perfezionismo, non voglio essere criticabile, esco dal flamenco. Il flamenco ha tradizione orale, non è sostenuto da regole inequivocabili, come invece sono quelle del balletto o delle danze classiche indiane. Come nel jazz, è tutto legato al momento presente. Non si può tenere tutto sotto controllo, perché il tutto si basa sulla comunicazione con gli altri, e c'è sempre un margine di imprevedibilità.

Certo è che se sono un musicista e devo suonare flamenco, mi sarà utile conoscere bene la tecnica del mio strumento, Alcuni artisti si sono allenati e hanno studiato talmente tanto da riuscire a confinare la paura del fallimento e quindi la timidezza. Ma la tecnica e l'allenamento sono strumenti, utili a chi vuole essere professionista.
Ma se tutto si traduce in voler fare le cose alla perfezione perché se no perdo di vista l'obiettivo del falmenco: accettare le mie emozioni ed esprimerle.
Cosiì il flamenco mi dà la possibilità di cambiare il mio modo di esprimermi, non cancellando la timidezza ma indirizzandola in modo espressivo. Moltissimi flamenchi sono timidi nella vita normale ma una volta sul palco convogliano il loro sentire meravigliosamente e la timidezzza non è un ostacolo all'espresisone di sé.

Il flamenco ci dà una bellissima possibilità di gestione della timdezza: gli errori non sono cose negative ma... nuove possibilità. Se suonando mi sbaglio e suono note impreviste, potrei farne appunto l'occasione per esplorare nuove sonorità.
Se nello sbaglio mi lascio coinvolgere dalla paura del giudizio e dalla timidezza mi sentirò male, ma se non ho l'esigenza di essere perfetto potrò inrtavedere le possibilità del mio errore e sfruttarle. Nel flamenco non c'è obbligo di perfezione, ma obbligo di verità. La comunicaione fra i membri del gruppo è fortissima e gli errori, o meglio le difformità da quello che si era pianificato, possono essere momenti di verità. Se non ne so approfittare perché penso soltanto a fare "ene" quello che avevo deciso, mi isolo nel mio fare e non interagisco più con gli altri, contraddicendo alla regola del flamenco di essere presente e comunicare. Se devo sentire la comunicazione con altre persone devo tenere la porta aperta all'entusiasmo e non alla timidezza.

Se sono nella mia verità e la lascio uscire, gli abgli sono pezzi della mia verità.

Sono Sabina Todaro mi occupo di flamenco e danze e musiche del mondo arabo dal 1985. Dal 1990 insegno baile flamenco a Milano e un lavoro sull'espressione delle emozioni attraveeso le danze del mondo arabo che ho chiamato Lyrical Arab Dance

Sono una super appassionata delle neuroscienze, del funzionamento del cervello, ho tudiato psicomotricità e psicologia proprio per questo.
Insegnando baile flamenco mi rendo conto dell'imnportanza della timidezza in questa forma d'arte da parte di chi con tutta l'umiltà e il rispetto affronta questo studio. E' un ostacolo grande: è come se non ci sentissimo autorizzati ad esprimere certe emozioni, ad erigerci in una postura molto aperta mentre balliamo, esprimersi con il cuore mentre cantiamo o suoniamo. Siamo timidi, abbiamo paura del giudizio e non ci sentiamo all'altezza.

Una persona molto importante nella storia del flamenco che era molto timida è stato Paco De Lucia. Da bambino era insicuro o e si vergognava. Ha trovato nella chitarra un mezzo per sentirsi a proprio agio, riconoscersi in se stesso. Ha cominciato a studiarla in maniera quasi ossessiva. Le sue grandi capacità tecniche lo sostennero nel fare ciò che voleva e farlo come voleva.
Alla fine poté fare proprio questo: perseguire la propria emozione e passare oltre la paura.

Se riconosco ed esprimo la timidezza, la esprimo e la faccio diventare entusiasmo e non pi paura del giudizio, il flamenco diventa catartico e mi permette di trasformare i tutto in coraggio, e di vivere questa emozione di entusiasmo in prima persona mentre lo pratico e al tempo stesso dare coraggio anche a chi ne fruisce come spettatore.
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Informazioni
Autore Sabina Todaro
Organizzazione Sabina Todaro
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