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Davanti ai loro occhi hanno visto l’inferno del genocidio, sono riusciti a tornare dai campi di sterminio e oggi ci raccontano quel male feroce perché non si ripeta mai più....
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Davanti ai loro occhi hanno visto l’inferno del genocidio, sono riusciti a tornare dai campi di sterminio e oggi ci raccontano quel male feroce perché non si ripeta mai più. I sopravvissuti della Shoah hanno voci potenti e preziose, da ascoltare e su cui meditare. A futura memoria.
Podcast prodotto dal Sole 24 Ore e da Radio24, a cura di Raffaella Calandra e Maria Luisa Colledani, in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah.
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Podcast prodotto dal Sole 24 Ore e da Radio24, a cura di Raffaella Calandra e Maria Luisa Colledani, in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah.
Voci della memoria
Voci della memoria
26 GEN 2024 · Tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre del 1943 le forze d’occupazione naziste compiono la prima strage di ebrei sul territorio italiano. Gli arresti e le stragi avvennero sulle sponde del lago Maggiore, tra le attuali province di Novara e Verbano Cusio Ossola: a Meina, piccolo comune della provincia novarese, si consumò l’eccidio più noto, nell’Hotel Meina, di proprietà dell’imprenditore ebreo turco Alberto Behar. Proprio Behar, e la sua famiglia, furono tra i pochi a salvarsi dalla strage. Tra i superstiti c’era anche la piccola Becky Behar, allora tredicenne. E oggi sua figlia, Rossana Ottolenghi, racconta in questo nuovo episodio del podcast «Voci della memoria» a cura di Alessia Tripodi, giornalista de Il Sole 24 Ore, la sua storia. Che dal lontano 1943 arriva fino a oggi, fino a pochi mesi fa, quando Rossana ha incontrato una discendente di uno dei carnefici di Meina.
26 GEN 2024 · Sergio De Simone aveva appena compiuto sette anni quando i nazisti lo prelevarono con l’inganno dal campo di concentramento di Auschwitz. “Chi vuol vedere la mamma faccia un passo avanti” dissero. E lui lo fece finendo nel campo di concentramento di Neuengamme presso Amburgo, nel quale morirà un anno dopo. Il piccolo Sergio, assieme ad altri diciannove bambini, fu sottoposto a esperimenti medici compiuti dal dottor Kurt Heissmeyer. In questo nuovo episodio del podcast «Voci della memoria» a cura di Cristina Carpinelli giornalista di Radio 24, il racconto di Mario De Simone che ripercorre la storia del fratello Sergio e che da anni va nelle scuole per ricordare il dolore e l’atrocia subita dalla sua famiglia nella speranza che tutto questo non accada mai più.
27 GEN 2023 · Il padre, Dino, è stato salvato da un gruppo di dipendenti della fabbrica di famiglia. Per molti anni non ha voluto raccontare la sua esperienza per una forma di rispetto nei confronti di chi non era riuscito a salvarsi, ma tutte le sere, alla fine della giornata di lavoro, passava sempre in un luogo molto particolare. Il figlio, Giorgio, venne poi a sapere la storia della casa segreta quasi per caso e alla fine anche Dino decise di raccontare, soprattutto per l’estrema gratitudine nei confronti di quella pattuglia composta da sei giusti. Episodio a cura di Daniele Bellasio
27 GEN 2023 · Suo padre, Arminio, come interprete diede voce e aiuto prima agli ebrei deportati dai nazifascisti dal ghetto di Roma, poi a chi ad Auschwitz veniva, prima che annichilito, reificato anche dalla Babele incomprensibile delle lingue del lager, primo strumento di violenza e divisione. Oggi è sua figlia Clara a raccoglierne il testimone, a raccontare il destino del padre, a dover usare parole e linguaggio nuovi per raccontare ai giovani ciò che è stato, affinché non accada mai più. Episodio a cura di Dario Ricci
15 MAR 2022 · "Dopo la Liberazione dal nazi fascismo, ricordo che le persone andavano in stazione a Roma ad attendere i treni, sperando di riabbracciare i propri cari che erano stati deportati". Ricorda così Lia Levi, giornalista e scrittrice. Aveva 11 anni quando nella sua vita irrompe la furia nazi fascista.
26 GEN 2022 · Aveva 9 anni Bruna Cases quando smise di essere una bambina. Aveva visto i nazisti irrompere nelle case dei vicini e portar via intere famiglie ebree. Fuggì da Milano con la madre e le due sorelle. Restò nei boschi nascosta, tenne un diario di quello che vedeva e di chi non avrebbe mai più rivisto. Scrisse sui ritagli di giornale, su pezzetti di carta e stoffa.
22 MAR 2021 · Dalla bellezza dell’isola di Rodi all’inferno di Auschwitz-Birkenau: Sami Modiano ha 14 anni quando, nell’agosto 1944, viene rinchiuso nel campo di sterminio. È con papà Giacobbe e la sorella Lucia che non ce la faranno a sopravvivere. Sami è prostrato, debolissimo, viene selezionato per le camere a gas ma lo salva un treno di patate da scaricare. Il 27 gennaio 1945 ritrova la libertà con l’ingresso dell’Armata Rossa ad Auschwitz. Arriva in Italia, a Ostia, cerca fortuna nel Congo Belga e ritrova la sua amata Rodi. Dal 2005, è instancabile testimone della Shoah e a tutti noi ripete la frase che papà Giacobbe gli disse nel lager: “Tieni duro, Sami, tieni duro: tu ce la devi fare”.
15 MAR 2021 · Andra e Tatiana Bucci avevano quattro e sei anni quando sono state deportate nel campo di sterminio di Auschwitz insieme ad una parte della loro famiglia. I ricordi di quel periodo buio della loro vita sono a tratti nitidi. L’arresto una sera di fine marzo del 1944; il pianto della nonna che in ginocchio prega l’ufficiale delle SS di prendere solo lei e non le bambine; il viaggio estenuante verso Auschwitz a bordo di un vero e proprio carro bestiame e quel numero impresso sulla pelle che Andra, nonostante tutto, non vuole cancellare. “É un segno che in fondo ce l’abbiamo fatta che siamo riuscite ad uscirne -racconta nell’intervista realizzata da Federico Taddia- Abbiamo vinto noi, che siamo rimaste, che siamo tornate, che raccontiamo.” Le due bambine sono riuscite a sopravvivere a quell’orrore grazie a una guardiana della “baracca dei bambini” che aveva preso a cuore le loro vite, salvandole dagli esperimenti del dottor Mengele.
Non solo ricordi nella mente di Andra e Tatiana, ma anche tanti rimorsi che fanno ancora male, a distanza di anni. Uno fra tutti: l’aver rifiutato ogni contatto fisico con la madre che non riconoscevano più perché profondamente cambiata nell’aspetto dalle privazioni disumane del campo di sterminio.
Oggi Andra e Tatiana sono felicemente nonne, hanno ricostruito tassello dopo tassello la loro vita ma non dimenticano quello che hanno subito e continuano ad essere testimoni di quella tragedia per fare in modo che quello che è stato non riaccada mai più.
8 MAR 2021 · di Maria Luisa Colledani
Non ha neppure 12 anni Edith Bruck quando, nel 1944, arriva al lager di Auschwitz con la sua famiglia, originaria di un piccolo villaggio dell’Ungheria. Soffre la fame, il freddo, la brutalità delle SS. Vede il fumo alzarsi dal camino dei crematori. La sorella Judit la conforta, così come piccoli gesti di umanità. Tanti i campi di sterminio in cui vive e sa trovare forza in una gavetta che un tedesco le lancia e dentro cui c’è della marmellata o in un cuoco che le chiede come si chiama, a lei che era diventata solo un numero. Riesce a sopravvivere alla Marcia della morte e al dolore, sceglie l’Italia come patria adottiva e l’italiano come lingua-corazza per raccontare l’orrore. È scrittrice e poetessa e ci ricorda che, anche all’inferno, balugina la speranza.
1 MAR 2021 · “Io stessa lo racconto, lo vedo. E penso che non sia possibile essere sopravvissuti a cose simili. Vedo e sento. Ma voi, voi vedete?” In tutta la vita del dopo, Ginette Kolinka ha visto e sentito in modo diverso. Diverso, da prima. Prima della guerra, prima dei nazisti, prima di Birkenau e prima della perdita di quello che era. Il bisogno di ricordare, di rivivere e di condividere quello che ha vissuto inizia per caso e dopo una telefonata della Fondazione Schindler. Da allora, Ginette Kolinka non ha mai smesso di accompagnare i giovani a vedere e sentire quello che è stato. Direttamente tra quelle baracche del campo di Birkenau, dove lei, alla loro età, è stata schiava, affamata e violata nella sua intimità.
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Davanti ai loro occhi hanno visto l’inferno del genocidio, sono riusciti a tornare dai campi di sterminio e oggi ci raccontano quel male feroce perché non si ripeta mai più. I sopravvissuti della Shoah hanno voci potenti e preziose, da ascoltare e su cui meditare. A futura memoria.
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