19 GIU 2024 · C’è stato un tempo in cui, se trovavi un lavoro, non te lo lasciavi scappare. Te lo tenevi stretto, ci costruivi intorno la tua esistenza ed era un mezzo per realizzare i tuoi progetti, per stare meglio di prima, meglio dei tuoi genitori. Accumulare ricchezza materiale sembrava la via giusta da percorrere, e valeva il sacrificio del bene più prezioso: il tuo tempo da vivo. La pensione, l’estinzione del mutuo e qualche piccolo lusso erano il tuo orizzonte. La promessa era questa: lavora sodo e non ti mancherà nulla. Produci, consuma e la società si prenderà cura di te.
Poi, qualcosa si è rotto. Oggi, in Italia, molte persone lasciano volontariamente il proprio lavoro, e non sempre per trovarne uno più remunerativo. Qualcuno molla tutto e si ritira lontano dalle città, qualcun altro resta ma prova a ricominciare secondo le proprie regole, che non sempre coincidono con quelle del mercato. Molti di loro lavorano più di prima, forse guadagnano meno, forse sorridono di più. Che cosa cercano queste persone? A cosa rinunciano veramente? Sono dei privilegiati, o hanno solo capito che i tempi stanno cambiando, e che è ora di stabilire nuove priorità?
Questo podcast racconta le storie di chi prova a lasciare le presunte certezze della vita occidentale. Storie di persone che, ricominciando da capo, mettono in discussione un modello di sviluppo e uno stile di vita che non sembrano più in grado di portare a un benessere reale, né per le persone né per il Pianeta. Come recita una scultura di Ugo Nespolo ispirata a una poesia di Dino Campana: Lavorare, lavorare, lavorare. Preferisco il rumore del mare.