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7 NOV 2025 · Si trovano in località Ca' Bianca nel comune di Chioggia. Fino al XIX° sec. erano nel punto più orientale del grande possedimento fondiario della Corte di Correzzola, appartenente al monastero benedettino di Santa Giustina di Padova. Erano situate dove terminavano le terre coltivate e iniziava la Laguna di Venezia e sfociavano in questa il fiume Bacchiglione ed il Gorzone. La costruzione delle “Porte” fu quindi fatta dai benedettini nel 1551 per far defluire verso la laguna le acque della canalizzazione della Corte di Correzzola. Il canale Brentone, che riceve anche le acque della Fossa Paltana le riunisce e le conduce alle Porte Sumane per poi confluire nel Bacchiglione. Nel 1579, la Serenissima Repubblica per impedire l'insabbiamento della Laguna di Venezia stabilì che tutti gli impedimenti come porte, chiuse e argini fossero abbattuti fino a 5 miglia dalla Laguna. Di conseguenza, il monastero di S. Giustina nel 1580 fu costretto ad abbattere le porte, che impedivano l'ingresso delle acque della laguna nelle terre già bonificate in sua prossimità. Questa esondazione delle acque lagunari avveniva puntualmente con la maree dell'Adriatico causate dallo scirocco invernale. Solo dopo una lunga controversia, il Collegio delle Acque della Repubblica concesse di ripristinare le porte Sumane nel 1587. Nel marzo del 1724 ed in seguito nel 1735 le Porte Sumane vennero semidistrutte dalle alluvioni e ricostruite nella configurazione attuale nel 1737, come attesta la lapide posta su di una parete dell'edificio, che in latino riassume tutte le vicende del manufatto. Dopo la ricostruzione, il monaco benedettino Fortunato Abbiati, come pubblico perito venne incaricato dal Consorzio di Bonifica Bacchiglione-FossaPaltana di esaminare le spese sostenute per la ricostruzione delle Porte e a quantificare le quote di spesa. Nel 1737 il monastero di S. Giustina aveva anticipato tutte le spese per rifare le porte, ma doveva partecipare solo per 3/5, il monastero agostiniano di Candiana per 1/5 e i nobili Renier e Michiel per mezzo quinto ciascuno. Dopo gli accertamenti ci fu il rimborso dovuto in base alla percentuale fondiaria detenuta dai partecipanti interessati. Ancora oggi, le Porte Sumane si presentano con 3 luci alla base dove c'era l'attraversamento del Brentone ora si vede solo un avvallamento ricoperto dalla vegetazione. Sul dorso delle arcate della struttura è abbastanza integra la casa del “camparo” cioè del custode dell'infrastruttura, abbandonata ormai da più di 50 anni.
2 NOV 2025 · Villa Carrari si trova a Bovolenta, in provincia di Padova, a circa mezzo chilometro dal centro del paese, sulla strada per Pontelongo, ora denominata via Argine destro, lungo il fiume Bacchiglione, all'incrocio con via S. Francesco. E' una costruzione alta e squadrata, dotata di molte adiacenze ex annessi rustici, che potrebbe risalire osservando la sua configurazione con il cornicione a dentelli alla seconda metà del XVI° sec., quando forse fu edificata da un ramo della famiglia veneziana dei Foscarini, che possedevano a Bovolenta tutti i terreni a sud del Bacchiglione. Divenne proprietà di Domenico Carrari probabilmente verso la fine del XVIII° sec.. In questo periodo, Domenico Carrari fondò a Bovolenta una manifattura tessile di notevole importanza incentrata sulla produzione di stoffe di lino. I suoi prodotti venivano esportati con successo nei vari stati italiani ed anche in Francia. Domenico Carrari fu anche promotore e socio fondatore dell'Accademia di Lettere e Scienze dei Concordi di Bovolenta, nel 1782. Andrea Gloria, nel “ Il territorio Padovano illustrato” del 1862, riporta che nella villa pernottarono illustri personaggi come il vescovo di Padova Gregorio Barbarigo, il 6 ottobre 1683 e il 25 giugno 1695.
5 OTT 2025 · La generosità disinteressata nell'elargire informazioni non è mai stata prerogativa degli storici locali. Al contrario, troviamo in Giambattista Chino il desiderio di condivisione delle sue scoperte unita alla sua capacità e volontà di approfondire la ricerca storica anche con l'aiuto degli altri. Il suo desiderio di conoscenza non si sofferma alla semplice scoperta documentaria ma viene anche verificato sul campo. Nei suoi interventi descrittivi, riportati nelle pubblicazioni, dimostra una notevole precisione nella descrizione artistica e nella documentazione storica.
Nella illustrazione del palazzetto Widmann, nella Comunità Conselvana del febbraio 1972, rasenta la precisione di un critico d'arte e constatando il degrado in cui versava allora l'edificio fa una sconsolata considerazione finale: «Ciò che tipicamente distingue l'ambiente dell'area depressa è la sfiducia e la reciproca disistima. L'intellettuale, che vi ha residenza non è mai apprezzato senza gravi riserve. Le stesse riserve che potrebbe trovare, aggiunte a stupida ironia e compatimento, chi sollevasse la voce e invocasse aiuto per dare un nuovo volto ad un ghetto...» Da queste righe comprendiamo che fare lo storico e voler salvaguardare la memoria artistica del Conselvano negli anni '70 del sec. scorso non deve essere stato facile. La discriminazione verso coloro che proponevano la salvaguardia storico-artistica, in molti casi, era ancora maggiore tra gli stessi amministratori comunali, che con molta superficialità, scarsa cultura e arroganza decidevano di soprassedere alla conservazione della memoria culturale in nome della moderna razionalità ed economicità. Tuttavia con coraggio e determinazione riuscì a portare avanti la sua testimonianza, negli ultimi anni della sua vita e ad ottenere dei risultati di salvaguardia e consapevolezza per Bagnoli di Sopra, nonostante non sia vissuto a lungo per vederne la realizzazione.
Questo spirito di ricerca e desiderio di conoscenza forse lo avvicinava ad un suo grande antenato Eusebio Chino, padre gesuita e missionario (1645-1711).
Le sue pubblicazioni e i suoi interventi in:
G.B. Chino - Carlo Goldoni e Lodovico Pastò a Bagnoli, Bagnoli di Sopra, 1979
A.A.V.V. - Poesie del dottor Lodovico Pastò, Bagnoli di Sopra, 1982
A.A.V.V. - Bagnoli storia e arte, Bagnoli di Sopra, 1993
G.B. Chino – F. Sabbion, Il palazzetto di Antonio Widmann, Bagnoli di Sopra, 1995
28 APR 2025 · La chiesa di San Barnaba a Saguedo di Lendinara (Rovigo)
21 APR 2025 · Tra le ville venete da scoprire c'è villa Centanini e il suo parco siti in Stanghella, provincia di Padova (Veneto). In essa si integrano arte e storia veneta. La villa è stata acquistata dalla famiglia CENTANINI e l'attuale edificio è il risultato della trasformazione progressiva di una più antica costruzione risalente al XVII-XVIII secolo. Questa villa in Veneto fu acquistata da Francesco Centanini, assieme a 103 campi padovani, dalla nobile famiglia Pisani. Il figlio di Francesco, Domenico Francesco Rocco Centanini, si dedicò alla bonifica delle campagne e fu sindaco del Comune di Stanghella. Il parco romantico venne creato nell'ultimo decennio del XIX secolo. Pietro Luigi Centanini, figlio di Domenico, fece costruire sul tetto della villa una torretta per le osservazioni astronomiche. Dal 1987 la villa è proprietà comunale.
https://youtu.be/gdj8aqDJFVE
8 APR 2025 · La villa Papafava ad Arre (Padova) è stata costruita dalla nobile famiglia Papafava, ramo collaterale dei Da Carrara. La villa era il punto di riferimento di una grande tenuta per cui in prossimità della struttura troviamo 2 grandi brachesse che servivano da granai, cantine ed abitazione per una parte dei lavoranti. La villa veniva considerata dai Papafava come residenza di villeggiatura e nel 1747 fu ospite nella villa il cardinale Rezzonico vescovo di Padova, futuro papa Clemente XIII. Durante la prima guerra mondiale in prossimità del complesso Papafava fu allestito un campo di prigionia per i soldati dell'Impero Austro-Ungarico. Nel 1922 i Papafava vendettero al comune di Arre prima la villa e poi anche gli annessi rustici. Il comune utilizzò la villa come scuola elementare fino agli anni '60 del secolo scorso e, dopo un restauro, dal 1980 al 2001, divenne scuola media e biblioteca comunale. Ora è rimasta senza utilizzo in attesa di nuova valorizzazione.
https://youtu.be/9IzJPQrmK1Y
18 MAR 2025 · Villa Selvatico-Buzzaccarini si trova a Tribano (Padova) in via Roma. La configurazione attuale della costruzione è il risultato di vari interventi databili tra il XVI e il XVIII secolo probabilmente su una costruzione più antica. Villa Selvatico-Buzzaccarini è caratterizzata da un'inusuale lungo porticato sulla strada. Nel XIX secolo era proprietà della famiglia Selvatico-Estense, ed in seguito Buzzaccarini.
Trascritto
21 NOV 2024 · Il Museo della Navigazione Fluviale si trova a Battaglia Terme. Il centro di Battaglia si è sviluppato lungo il canale scavato dal Comune di Padova tra il 1189 ed il 1201, per creare un sistema fluviale che collegasse Padova a Monselice, Este e l’area dei Colli https://www.youtube.com/hashtag/euganei al mare sfruttando un preesistente percorso acqueo costituito dal Vigenzone e dal Canale di Cagnola. Il Canale di Battaglia era alimentato dalle acque del https://www.youtube.com/hashtag/bacchiglione, che venivano deviate parzialmente, prima di entrare in Padova per poi riunirsi a Bovolenta con quelle del Bacchiglione passante per la città. Battaglia, in questo modo, divenne uno strategico porto fluviale abitato inizialmente da https://www.youtube.com/hashtag/barcaroli, cavallanti e lavoratori degli https://www.youtube.com/hashtag/squeri. Sui “burci” venivano caricate le “masegne” di trachite dei Colli e i prodotti agricoli per rifornire agevolmente via acqua Padova e Venezia. A testimonianza della storia, delle attività e delle persone di questo luogo, nel 1979 nacque il Museo che visitiamo oggi su iniziativa di Riccardo Cappellozza “barcaro” esperto della navigazione fluviale per raccogliere materiali, foto, documenti e testimonianze della vita e del lavoro quotidiano di un’epoca ormai tramontata.
https://youtu.be/3DN09vGhLa4?si=EafMs0FlBuEwdamF
14 NOV 2024 · Il Museo della Navigazione Fluviale si trova a Battaglia Terme. Il centro di Battaglia si è sviluppato lungo il canale scavato dal Comune di Padova tra il 1189 ed il 1201, per creare un sistema fluviale che collegasse Padova a Monselice, Este e l’area dei Colli #Euganei al mare sfruttando un preesistente percorso acqueo costituito dal Vigenzone e dal Canale di Cagnola. Il Canale di Battaglia era alimentato dalle acque del #Bacchiglione, che venivano deviate parzialmente, prima di entrare in Padova per poi riunirsi a Bovolenta con quelle del Bacchiglione passante per la città. Battaglia, in questo modo, divenne uno strategico porto fluviale abitato inizialmente da #barcaroli, cavallanti e lavoratori degli #squeri. Sui “burci” venivano caricate le “masegne” di trachite dei Colli e i prodotti agricoli per rifornire agevolmente via acqua Padova e Venezia. A testimonianza della storia, delle attività e delle persone di questo luogo, nel 1979 nacque il Museo che visitiamo oggi su iniziativa di Riccardo Cappellozza “barcaro” esperto della navigazione fluviale per raccogliere materiali, foto, documenti e testimonianze della vita e del lavoro quotidiano di un’epoca ormai tramontata.
https://youtu.be/3DN09vGhLa4?si=dt4wKChnJ9Hd-pf6
7 NOV 2024 · Peculiare esempio tra le barchesse venete da riscoprire, barchessa Pisani, si trova nel comune di Stanghella in provincia di Padova (Veneto). La corte è costituita da una barchessa e dall'ex mulino Trevisan risalente alla fine del XIX secolo. Sul fronte strada c'è un #oratorio eretto nel 1669 e dedicato a Sant'Antonio di Padova. Il centro rurale venne fatto costruire dalla nobile famiglia veneziana dei Pisani che in loco avevano vastissimi possedimenti.
https://youtu.be/ru-GFNWH2Ok
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