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Onde è un podcast che parla di musica e condivide musica. Nelle varie puntate, settimanali, sarete accompagnati ad ascoltare diverse playlist (ci sarà un link per in ogni episodio) e...
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Onde è un podcast che parla di musica e condivide musica.
Nelle varie puntate, settimanali, sarete accompagnati ad ascoltare diverse playlist (ci sarà un link per in ogni episodio) e a conoscere - forse - nuova musica, esplorando vasti e variopinti territori sonori.
Se siete affamati di nuovi suoni, volete partecipare ad uno scambio di suggerimenti musicali, se vi piace la musica in tante forme diverse, questo è il podcast adatto.
Buon ascolto e benvenuti ^_^
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Nelle varie puntate, settimanali, sarete accompagnati ad ascoltare diverse playlist (ci sarà un link per in ogni episodio) e a conoscere - forse - nuova musica, esplorando vasti e variopinti territori sonori.
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Onde: Musica e Dintorni
Onde: Musica e Dintorni
24 DIC 2023 · Ciao a tutte e a tutti!
In un battito di ciglia di renne e folletti, è già la vigilia ed io no.
Quest’anno il periodo natalizio mi ha colto di sorpresa e mi ha placcato a terra con dolcissima forza e ha intriso le mie sinapsi di carole, festoni, ghirlande e corone di pungitopo. Se questo segmento temporale ci insegna e ci ricorda tante cose, una fra tutte, è quella che le tradizioni vanno rispettate. Quindi come tradizione vuole, ormai da quattro anni, Natale significa l’arrivo della tanto attesa e colorata NatalOnda! Come succede ogni anno, la puntatona che precede le abbuffate pagane di venere, bacco e tabacco, di regali e tavole imbandite, di canti e risa, è densa di vibrazioni positive al gusto di cannella e di alto tasso glicemico, ma sopratutto impreziosita dalle cartoline sonore di molte amiche e amici. Prima che la delegazione di Greenpeace venga a trascinarvi in acqua dopo esservi spiaggiat* come cetacei, con le ultime energie premete Play su questa nuova NatalOnda 2023, e fate brillare le vostre feste accompagnandole poi all’uscita in attesa del nuovo anno.
A voi, che sapete che il carbonio delle stelle è lo stesso carbonio che compone il vostro corpo e vi sentite parte del tutto universale,
Buon Natale, con affetto sconfinato,
Marco.
P.s. Oggi è la vigilia di Natale, quindi occhio a chi vigila sugli antipasti.
Come sempre,
Buon ascolto!
^_^
- - INFO PUNTATA DI NATALE:
- IL DISCO NATALIZIO:
https://open.spotify.com/playlist/01F1xEAgYHaBDGiYfJzWk8?si=e2603f4c1d8b4157
- IL BRANO “BIND ME” stato arrangiato e suonato e cantato dagli ANAIS e remixato da LUIS NOISE.
- - INFO ONDE: MUSICA E DINTORNI
- MY LINKTREE:
https://linktr.ee/onde_podcast
- PATREON:
https://www.patreon.com/onde_podcast
- INSTAGRAM:
https://www.instagram.com/onde_podcast/
- TREEDOM
- https://www.treedom.net/it/user/onde:-musica-e-dintorni-podcast
- SPREAKER:
https://www.spreaker.com/show/onde-musica-e-dintorni
- PAGINA UFFICIALE SU FACEBOOK:
https://www.facebook.com/OndePodcast
- CONTATTI:
mailto:onde.podcast@hotmail.com
- IL BRANO “ONDE” in testa e in coda all’episodio è stato creato, suonato e cantato da Camilla Battaglia.
- MUSICHE IN PUNTATA:
- Music Free Stock: https://www.free-stock-music.com/
- Lost Paradise by Purrple Cat | https://purrplecat.com/ Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_US
- plunderer by Barradeen | https://soundcloud.com/barradeen Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_US
- Day Ahead by Joe Crotty | https://soundcloud.com/joecrotty Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution 3.0 Unported License https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/deed.en_US
- Too Cool For School by Audionautix | http://audionautix.com/ Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Attribution-NoDerivs 3.0 Unported (CC BY-ND 3.0) https://creativecommons.org/licenses/by-nd/3.0/
- Vintage Memories by Schematist | http://www.schematistmusic.com/ Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution 3.0 Unported License https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/deed.en_US
- ChillShop by Deoxys Beats | https://soundcloud.com/deoxysbeats1 Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_US
- Coffee Break by Pyrosion | https://soundcloud.com/pyrosion Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_US
- Frolic by Purrple Cat | https://purrplecat.com/ Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_US
- Going With The Flow by Purrple Cat | https://purrplecat.com/ Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_US
- Faithful Mission by Artificial.Music | https://soundcloud.com/artificial-music Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution 3.0 Unported License https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/deed.en_US
- Sipping A Cold Drink by chillin_wolf | https://soundcloud.com/chillin_wolf Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_US
- Day Ahead by Joe Crotty | https://soundcloud.com/joecrotty Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution 3.0 Unported License https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/deed.en_US
- Merry Bay by Ghostrifter Official | https://soundcloud.com/ghostrifter-official Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_US
- a warm wind at 20p.m. by Barradeen | https://soundcloud.com/barradeen Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_US
- Before I Forget by Artificial.Music | https://soundcloud.com/artificial-music Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution 3.0 Unported License https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/deed.en_US
- NATALE: Christmas Is Coming by MaxKoMusic | https://maxkomusic.com/ Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_US
- Epic Christmas by MaxKoMusic | https://maxkomusic.com/ Music promoted by https://www.free-stock-music.com/ Creative Commons Attribution 3.0 Unported License https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/deed.en_US
15 NOV 2023 · Ciao a tutte e a tutti!
Il sole di Novembre è bellissimo. Qualche giorno fa, in una pausa dalle piogge e dai venti di stagione, ci è stato regalato un giorno dai colori vermigli e dal vago sapore di castagne cotte e mentre i pigri camini cominciavano e sbocciare di piccole colonne di fumo, i fotoni hanno raggiunto le nostre pareti inondando tutto con una veste dorata. Diversamente dai soli primaverili o quelli estivi, il sole di Novembre portava in se e con se dettagli e riflessi. La profondità di campo era totale, ogni singolo piano era a fuoco e anche se avevo il volto immerso nella sciarpa fino alla linea degli occhi, ho silenziato il mio sguardo e ho percepito sulla pelle tutti quei puntini caldi che venivano a trovarmi. L’intero ambiente in cui ero immerso risplendeva di un luce unica e antica, l’aria era tersa e Novembre dimostrava di saper essere un mese tutt’altro che uggioso e reduce di festività celtiche fatte di fantasmi e spiritelli, ma capace di donare momenti di assoluta quiete e di pace. Che in questo momento storico è tutt’altro che scontato. Anche perché il fatto di essere nel tempo e nel luogo meno drammatici e di poter godere di questi scampoli di bellezza, è soltanto pura fortuna, ora e per ora. In questo mese c’è tanta austerità, c’è l’obbligo di arrendersi alla stagione e alle sue emanazioni meno leggere, ma è altresì vero che per affrontare questi momenti, il rifugiarsi dentro qualcosa di caldo e di accogliente è la soluzione che aiuta l’animo a ritemprarsi. Oppure quella di accettare il periodo, e finché si può, andare a camminare nei fiumi di foglie gialle, con i piedi che scompaiono nel loro letto, ben bardati di sciarpa e musiche nelle orecchie. In questa giornata di Novembre iniziamo questa puntata, che si preannuncia diversa per ogni singolo aspetto che di solito compone le Onde, perché oggi sarà sì una chiacchierata, ma meglio definibile come una tavola rotonda. Seduti insieme a me, nel salotto virtuale di Onde Musica e dintorni, ho ben tre ospiti che ho chiamato a raccolta per parlare di un argomento estremamente importante e che tocca ogni singola persona che ama la musica: le persone meravigliose che sono venute a dialogare in questa nona Onda sono Antonia Salcuni di Eco_disco_gramma, pagina Instagram imbevuta di poesia e di bellezza trascendentale, di immagini vivide e di emozioni a fior di pelle e anche autrice di diversi articoli sulla rivista Kalporz, poi Luca Azzini de ‘La Mia Vita In 400 Dischi’ che attraverso la sua pagina ed il suo stupendo libro ‘Scrivevamo sulle scarpe’ ha raccontato e racconta un’intera generazione meglio di chiunque altro, attraverso cartoline emozionali, intrise di narrativa incorniciata da musiche e di musiche incorniciate da momenti irripetibili di vita, e infine Martina Vetrugno, una delle penne più importanti, autorevoli, competenti e precise del panorama della critica musicale contemporanea, autrice di innumerevoli articoli su riviste di settore di altissimo calibro, i cui scritti sono per me diventati verbo e faro e lente attraverso cui assorbo informazioni sulla musica. So che la fame di sapere vi sta mordendo allo stomaco della mente, quindi andiamo a svelare il tema di questo piccolo simposio a quattro voci. Che cosa sta succedendo nel mondo dei live? Ciò che arriva dal palco, verso il nostro cuore, non sono solo luci meravigliose e musiche splendide, ma si stanno estendendo e delineando delle ombre che qua e la stanno inscurendo il mondo delle rassegne musicali e della musica stessa. Il mondo dei live è un mondo magico, ma che sta pian piano subendo un’evoluzione con degli aspetti non esattamente piacevoli che negli ultimi anni stanno diventando oggetto di enormi fastidi, di accese discussioni e di accorati appelli risolutivi. Il bilancio in merito, come capita ormai dopo ogni estate, peggiora senza sosta e quello che per molti di noi è la massima espressione musicale di una band e/o artista rischia di scivolare in un buco nero di cui non si conosce la fine. Con le mie ospiti ed il mio ospite abbiamo deciso di trovarci, virtualmente, sotto ad un palco e abbiamo appoggiato questa strana matassa sul tavolo, con l’intento di cominciare a guardarla, discuterla e a tirare qualche filo per vedere dove conduce o da dove arriva. L’intento non è, come verrà spiegato, quello di risolverla, ma almeno di cominciare a parlarne sfruttando le nostre esperienze e prospettive. Quello che vi troverete ad ascoltare è un piccolo brain-storming, molto interessante, sul mondo dei live, sui loro punti di forza ma sopratutto sulle loro debolezze. Vi auguriamo uno splendido ascolto e speriamo che questo sia l’inizio di un lungo dialogo da qui e per il futuro, sul tema della musica in generale e della sua emanazione più catartica, denominata Live. Anatomia delle rassegne musicali. La corale.
Vi invito quindi a trovate la vostra posizione comoda e a immergervi in questa nona Onda e come sempre,
buon ascolto!
^_^
- INFO PUNTATA:
IL DISCO “LIVE”:
https://open.spotify.com/playlist/2qPSzjiogZ43iHD1xSqzP6?si=b3f8fa67bea54ab3
ANTONIA SALCUNI - ECO_DISCO_GRAMMA:
https://www.instagram.com/eco_disco_gramma/
LUCA AZZINI - LA MIA VITA IN 400 DISCHI:
https://www.instagram.com/lamiavitain400dischi/
MARTINA VETRUGNO:
https://www.instagram.com/marti.vtr/
ARTICOLI MENZIONATI NELLA PUNTATA:
- https://www.ilpost.it/2023/03/28/aumento-prezzi-biglietti-concerti/#:~:text=Diversi%20addetti%20ai%20lavori%20sentiti,artisti%2C%20pi%C3%B9%20noti%20come%20cachet.
- https://www.internazionale.it/notizie/giovanni-ansaldo/2016/11/16/secondary-ticketing-biglietti-concerti-bagarini#:~:text=Cos'%C3%A8%20il%20secondary%20ticketing&text=%C3%88%20un%20fenomeno%20che%20non,ingresso%20molto%20pi%C3%B9%20del%20dovuto.
- https://www.giornalettismo.com/legge-sul-secondary-ticketing-cosa-dice/
- https://www.lastampa.it/spettacoli/musica/2021/01/18/news/bandcamp-il-servizio-musicale-che-offre-un-alternativa-al-modello-spotify-e-stampa-i-vinili-agli-artisti-1.39789268/
- https://www.rollingstone.it/musica/news-musica/i-cure-hanno-dimostrato-che-si-possono-abbassare-i-prezzi-dei-biglietti-e-fare-incassi-record/769074/
- https://www.rockit.it/articolo/le-cose-per-bandcamp-non-si-stanno-mettendo-affatto-bene
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1 NOV 2023 · Ciao a tutte e a tutti!
Dove sono le nebbie? Per favore, ridateci l’autunno. No, aspettate. Pare che questa fervida e sentita preghiera sia stata sentita perché da un manciata di giorni il mercurio si è messo la cuffia in testa, ha allargato le braccia e si è tuffato in verticale verso il basso. Come ormai accade sempre più spesso i cambi di stagione avvengono a codice binario, le giornate di dissolvenza incrociata sono un lontano ricordo e la natura stessa non ci capisce più nulla. Ho visto uccelli disorientati che per la migrazione volavano in tondo, invece di puntare all’Africa, con la formazione a punto di domanda e non più come la punta di una freccia. Le stesse foglie invece di rifarsi il guardaroba con colori gialli ed arancioni, si esercitano a cadere e a risalire verso il ramo. Prendono a nolo la bava dei ragni e si gettano nel vuoto attaccate con questo elastico naturale facendo centinaia di prove, perché poi quando finalmente cadranno al suolo vogliono che la loro discesa sia perfetta. Gli stessi animaletti che dovrebbero cominciare a far raccolte per l’inverno li ho visti girare su mini monopattini ubriachi con infradito e Mojito mezzi finiti, e giuro che uno scoiattolo aveva una maglietta con sopra scritto Summer Forever e dietro No Future. Sia come sia questa stagione delle nebbie è in ritardo, ma è davvero ormai prossima a travolgere gli argini del tempo e regalaci colori vermigli e sciarpe appese ad adornare colli e cervicali. Lo so che è impopolare, spesso è terreno di feroci discussioni, ma per me la nebbia è uno di quegli elementi che meglio si adatta alla mia vista e al mio cuore. È un manto che nasconde, è una veste di fatta di silhouette e i dettagli sono sempre presenti ma devi cercarli, devi esserci immerso dentro per scoprirli, è una quinta teatrale che svela la scenografia, tutto l’insieme, piano piano. A volte credo sia la metafora perfetta della musica, ma questa è una mia opinione. Quindi che la stagione delle nebbie, delle castagne, della grande zucca di Peanutsiana memoria e dei colori caldi abbia inizio. Di contro, invece, speriamo che la nebbia granitica della mancata empatia umana possa cessare una volte per tutte. Sperare non è reato. Sparare invece si. Decidere un attacco deliberato verso i civili, invece si. L’indifferenza, invece si. Soprattutto quando si è perso il rispetto per la vita umana a tal punto da non saper più riconoscere e provare dolore o pietà. È difficile, è mostruosamente complicato trovare la leggerezza oggi giorno, cercare il colore nell’oscurità che gli avvenimenti di queste settimane ci stanno frustando sul cuore e sull’anima. È complesso non sentire dentro di sé ogni singola vita che viene spazzata via, ogni corpo che lascia un vuoto in questa linea temporale, mentre il fruscio delle banconote aumenta a dismisura. Altro che secoli bui, le pagine di storia contemporanea sono intrise di sofferenza e di suoni atroci, ma ciò che fa più male è che, la dove dovremmo essere sovrumani, siamo invece a dibattere come lupi su chi abbia ragione e scegliere una parte della scacchiera senza mai considerare le cause e le sfumature. Scusate lo sfogo. Ancora una volta dobbiamo rivolgerci al bello, alla poesia, all’arte e alla sua emanazione più lucente, la musica, ma non per ficcare la testa nella terra per far compagnia ai tassi, ma solo perché oggi più che mai è necessario per la sopravvivenza ricordarci che a questo mondo qualcosa di bello, di alto e di altro esiste. Ed è li a un passo. Io mi sono trovato in questi mesi drammatici, ahimè più spesso di quanto voglia ammettere, ad aggrapparmi con forza alla musica, alla suzione del capezzolo musicale attraverso le orecchie, per ricordarmi nei momenti di sconforto che c’è qualcosa per cui valga la pena lottare e che questa montagna di escrementi la si può smantellare solo e soltanto attraverso l’abbandono verso qualcosa di bello e puro. Sarò un idealista, ma non riesco a trovare altre soluzioni. Mi perdonerete questo cappello introduttivo così greve, e spero anche il nostro ospite, ma sono momenti davvero difficili da vivere e nulla in confronto a chi tenta di sopravvivere. Allora che sia la musica, ancora e ancora a salvarci e mostrarci la via luminosa da percorrere, fino alla fine, che siano suoni a curare i nostri giorni e a renderli il più colorati possibile. In questa ottava onda della quinta stagione ci rivediamo, anzi ci risentiamo, dopo un mesetto circa di mia assenza, ma come ho raccontato nella scorsa puntata ho avuto le mie buone ragioni nuziali e riprendiamo il filo di Arianna, lì dove lo avevamo lasciato appoggiato. Per farmi accompagnare in questo episodio ho con me un grande ospite che a sua volta mi ha ospitato, qualche mese fa, all’interno del suo progetto ed io non potrei essergli più grato. Ci siamo rincorsi per un discreto tempo, e incastrare tutto non è stato facile, ma voglio ringraziarlo fin da ora per tutta la pazienza che mi ha donato. Si potrebbe dire di lui che è un collega, perché oltre ad essere un amante vorace di tutto ciò che è suono, e a tante altre cose, Pasquale Torre è un Podcaster. Il suo grande progetto si chiama “Al di là del genere” e nelle numerose puntate che ha già prodotto, affronta la musica da diverse angolazioni e prospettive. Spesso accompagnato da ospiti con cui chiacchiera, crea delle stanze di approfondimento e curiosità sulle varie sfaccettature che la musica assume e di come le persone si relazionano con esse. Il podcast Al di là del genere spazia da focus su vari artisti e band a momenti di analisi del momento contemporaneo della musica e le relazioni con i social, passa da spiegazioni tecniche a racconti di aneddoti, insomma come avete intuito è una fucina di contenuti interessanti, zeppa di cose da ascoltare e da apprendere. Inutile che ve lo dica, perché immagino l’abbiate già percepito, ma il consiglio di tuffarvi dentro il progetto di Pasquale è altissimo. Come per tutte le persone che passano di qui, e che ci passeranno, ho chiesto al nostro ospite di portare con se una piccola grande finestra sul suo mondo musicale, che credetemi è vastissimo e di raccontarci un po’ le sue prospettive musicali. I brani che ha scelto per noi sono davvero molto interessanti e variopinti, perché come ascolterete, spaziano in molte palette tonali e generi. Si tratta di una raccolta di scoperte e di riscoperte e di come queste stiano riverberando dentro Pasquale. Vi invito quindi a trovate la vostra posizione comoda e a immergervi in questa ottava Onda e come sempre,
buon ascolto!
^_^
- INFO PUNTATA E PASQUALE TORRE - AL DI LA DEL GENERE:
IL DISCO DI PASQUALE TORRE - AL DI LÀ DEL GENERE: https://open.spotify.com/playlist/31GZhMw9Qb5fxWuuBRD3XD?si=7fc56373a3f44a49
AL DI LÀ DEL GENERE PODCAST:
https://open.spotify.com/show/2U80WhhRtrmuD3WIELcnOr?si=49cbf8379a28425a
INSTAGRAM DI AL DI LÀ DEL GENERE:
https://www.instagram.com/aldiladelgenere/
FACEBOOK DI AL DI LÀ DEL GENERE:
https://www.facebook.com/profile.php?id=100064204805650
CRIPPLED BLACK PHOENIX WIKIPEDIA:
https://it.wikipedia.org/wiki/Crippled_Black_Phoenix
BEN HARPER - STRAWBERRY FIELDS FOREVER (BEATLES COVER) - VIDEO:
https://www.youtube.com/watch?v=1a7QBuW8npw&ab_channel=DANICAETANO30
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30 AGO 2023 · Ciao a tutte e a tutti!
Le ore calde di Agosto si appiccicano desertiche le une alle altre e bollono come l’asfalto su cui rotolano pneumatici vacanzieri. Se nelle settimane scorse la tagliola del caldo era scattata alla caviglia facendo incespicare il mese, ora invece pare voglia strappare l’arto affondando i suoi denti roventi e il sopportare è complicato, ma coadiuvato da infinite docce rinfrescanti. Per schivare queste pallottole di insopportabile afa corrono in nostro aiuto diverse soluzioni, quali: affitto a tempo indeterminato della vasca da bagno, bevute senza sosta di liquidi gelati - possibilmente alcolici giusto per stordirsi un po’ di più – trasferirsi ai piedi di un rifugio alpino, gironzolare nudi non solo per casa ma anche per le strade della città svuotata, fidanzarsi con il condizionatore d’aria in una torbida e fugace relazione estiva, scavare un'anguria e adagiare il capo come fosse un cuscino, trasferirsi ed abitare nel proprio frigorifero con merluzzo e fichi d’india come coabitanti, e così via. Come sapete incrociare i guantoni con il caldo è una sfida impari e vincere la guerra non è un risultato auspicabile, ma qualche battaglia, diavolo, quella la si porta a casa. Certo il tempo, come la natura, non è malvagio ma solo indifferente alla sorte di noi esseri umani e giustamente fa un po’ come gli pare e ogni tanto si diverte a farci tremare le vene ai polsi scaricando carrettate di acqua gelida sotto forma di palloni da rugby, come aperitivo di un avvertimento ormai già vecchio. Però, per quanto Agosto sia una mese complesso - come sempre del resto - le nottate sono il momento migliore quando a testa in su a guardare la macchia bianca nell’arco scuro del cielo, è di una gioia infinita che si rabbocca il cuore quando ti trovi ad osservare una manciata di stelle raminghe che tornano a trovarci e si fanno ammirare mentre lasciano dietro di loro una coda di polvere brillante. Chissà che cosa pensano. Me lo sono sempre chiesto, nel loro viaggio pressoché infinito nello spazio privo di suono. Per nostra fortuna, noi che siamo incastrati tra la polvere e le stelle, abbiamo modo assorbire questa bellezza e imprimerla nella nostra ghiandola pineale liberandola come un fuoco d’artificio insieme agli altri sensi. Meglio ancora se accompagnata per mano da delle musiche bellissime. Quindi, nonostante il deragliamento dei sensi verso qualcosa di bellissimo faccia aumentare l’entropia emozionale, c’è da notare che dopo aver esperito tanta magnificenza, invece di un sistema in disordine tutto è più quieto, deframmentato, calmo e rimesso nella sua giusta posizione di equilibrio. Il bello, in qualunque forma si presenti, naturale o artistica, è di fatto un viaggio entropico dove il suo regno, che non conosce ne confini ne nemici, è punto di bilanciamento emotivo. E di crescita umana. La nostra egida perenne è il manto d’Euterpe che ci accoglie e ci coccola cospergendo i nostri corpi e menti accaldate con svariati suoni e musiche stupende. Colora i nostri giorni, indipendentemente che questi siano furenti o docili, lei trova sempre il modo di renderli indimenticabili, come tatuaggi dell’anima. Per far si che le endorfine e la serotonina vengano rilasciate come una diga spalancata, è la brezza umida dell’arrivo di una nuova Onda a far si che tutto ciò avvenga e che ci trasporti in un altrove. Perché un mondo altro è possibile.
Con l’augurio che questo episodio vi porti la giusta frescura, vi invito ad ascoltarlo ma non vi racconterò altro, perchè tutto quello che c’è da sapere è al di là del sottile muro del Play. Trovate quindi la vostra posizione comoda e mi raccomando che sia ventilata a dovere, immergetevi in questa settima Onda e come sempre,
buon ascolto!
^_^
- INFO PUNTATA:
IL DISCO 'COSA C’E’ NELLA MIA BORSA VOL. X-2': https://open.spotify.com/playlist/5ZOoaUqVATKqUHDcdKlAqs?si=fc1b72eca4d74936
LIVE DI HANIA RANI A PARIGI:
https://www.youtube.com/watch?v=J5oZ80Daduc&t=2250s&ab_channel=Cercle
SAMPLE AUDIO SU ‘DEAD EDITORS’:
https://www.whosampled.com/sample/420779/Massive-Attack-Roots-Manuva-Dead-Editors-Herbie-Hancock-Watermelon-Man/
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28 GIU 2023 · Ciao a tutte e a tutti!
E’ giunto. E’ giunto il momento dell’anno dove le serate si stiracchiano invadendo ore straniere e le ombre viaggiano come flusso migratorio verso confini fino a poco fa inaccessibili. I fotoni che prima trovavano un delta di caduta molto più veloce, ora si possono adagiare e continuare la loro danza in un moto più lento e dolcemente interminabile. Come ormai da prassi, se i mesi primaverili giocano a fare Amleto muovendosi indecisi tra il caldo e il freddo, Giungo invece assesta dal basso in alto un colpo vigoroso con una mazza da baseball alla pallina di mercurio del termometro, che sale spedita verso vette caraibiche. Il torrido al momento non è ancora così torrido e le ore (s)vestite di sole infradito e asciugamano in vita, si godono il momento caldo, tanto atteso. Nei paesaggi orizzontali che circondano il mio quotidiano, sono lastre di acqua ad accudire cuccioli di riso che riflettono il cielo e permettono alle nuvole vaporose di rifarsi il manto, superbe; sono cilindri di paglia, fermi nei campi ad arrugginire sotto al sole come le rughe anziane su volti troppo saggi, in attesa di diventare pasto bovino a trasformare gli orizzonti in una sorta di braille per gli occhi e gli alberi sfoggiano chiome dal distinto sapore di clorofilla a permeare polmoni e anima. Il mondo continua come sempre il suo cammino nella Via Lattea, incurante del passaggio delle stagioni e ci regala momenti energizzanti da una parte e molto discutibili dall’altra, soprattutto dal punto di vista storico. Qualunque sia la vostra prospettiva ed opinione, c’è da ammettere che le pagine dei libri di storia contemporanea si stanno popolando senza sosta, sudando a volte per tenere il passo. A volte rimpiango la stasi e quando non si infangava la dignità nazionale glorificando chi invece ne aveva fatto scempio. Tralasciando questi discorsi e concentrandoci sul bello, a merito di ciò, sono reduce da una micro vacanza dove ho potuto, nuovamente, portare arti e corpo e mente, sulla terra di nessuno dove acqua e sabbia si incontrano nel loro corteggiamento di seduzione e abbandono infinito. Ho potuto immergermi, letteralmente, nelle mie amate onde paradossalmente prendendomi una pausa dalle altre, che tanto, gelose non sono. Ritemprare la mente, lo sapete meglio di me, è un atto necessario, è un atto di ribellione, di ri-acquisizione di momenti altrimenti dispersi altrove, è un atto d’amore verso se stessi o se stesse. Breve per carità, ma necessario. Mi scuserete per questa pillola di filosofia spicciola, ma quest’anno ci sono diverse cose che bollono in pentola e una deframmentazione del cervello era d’obbligo. Ovviamente non oggi, ma a tempo debito saprete tutto. Invece oggi, gioite con risa e lazzi, gaudio e corse a perdifiato, perché oggi – come dice spesso tra l’altro l’ospite di oggi – si torna a surfare essendo arrivato il nostro amato e atteso Ondedì.
Prima di introdurvi il nostro anfitrione, che ormai è di casa, e la sua Onda, dobbiamo riavvolgere il nastro velocemente al millennio scorso. Correva l’anno millenovecentononmiricordo ed io ancora andavo al liceo. Con muscoli guizzanti e dreadlocks disordinati, un giorno mi recai in un negozio di dischi perché finalmente era uscito un album che stavo aspettando, di una band che avevo cominciato da poco ad amare. Comprai il cd, avidissimo lo scartai, mi innamorai del suo colore arancione e lo misi in Play nel lettore portatile, mentre la metropolitana mi inghiottiva per tornare a casa. Come ero - e sono - d’uso immersi il naso nel libretto per andare a cercare dettagli sulla registrazione, sui musicisti, lo studio di mix, ecc. Ad un certo punto mi soffermai sulla sezione ringraziamenti e lessi che una delle persone dietro al progetto chiamato Massive Attack, fermava sulla carta i suoi ringraziamenti a svariate persone e poi lessi una frase che mi colpì, che vado a citare testualmente: “Noi siamo eterni; Il nostro giorno non conoscerà mai il tramonto e si colorerà di azzurro. Forza Napoli.” Quel forza Napoli mi è rimasto impresso da allora perché ritrovai frasi simili anche negli altri dischi della band, e scoprii che il cantante e fondatore Robert Del Naja - detto 3-D - aveva origini e famigliari nel napoletano, ma non solo, era un fan devoto e praticante del Napoli calcio.
Avvolgendo il nastro avanti veloce, questo ricordo così nitido, mi è tornato subito alla mente, quando il nostro ospite mi propose una raccolta di brani di cui aveva piacere e voglia di condividere, proprio in concomitanza con la vittoria dello scudetto della città partenopea.
Chi mi conosce, sa fin troppo bene che del calcio in generale il mio interesse è a picco negativo, ma vi tranquillizzo subito, non sarà una puntata sul giuoco del pallone, bensì qualcosa che però parte da li e, e si sviluppa in una narrazione musicale. Quindi per oggi niente fede calcistica, ma quella che ascolterete a breve sarà un’Onda chiaramente musicale, dove parleremo di radici, ramificazioni, contaminazioni e sapori sonori. Chi meglio di Gianluca di Music Coffee Shop, autoctono partenopeo, per portarci in questo mondo meraviglioso? Nessuno. Quindi insieme al grande amico e ospite Gianluca Massa, che ci terrà per mano per questa Onda colorata di azzurro, venite a godervi questo viaggio musicale. Trovate la vostra posizione comoda nel mondo e immergetevi in questa nuova Onda.
Premete play e come sempre,
buon ascolto!
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I CUSCINI di Onde: Musica e Dintorni sono stati pensati, progettati, cuciti e creati dalle sapienti mani di VALENTINA PANCERI aka:
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IL BRANO “ONDE” in testa e in coda all’episodio è stato creato, suonato e cantato da Camilla Battaglia.
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17 MAG 2023 · Ciao a tutte e a tutti!
Mentre il mondo primaverile fa ancora i conti con le ultime frange ribelli del fresco, è un susseguirsi di albe vermiglie e ombre che si allungano, accompagnando i raggi del sole a non finire troppo presto il loro cammino. Gli alberi ammantati di verde sono cornice che plasma l’animo e lo riporta in uno stato di quiete, i respiri si allineano in onde parallele con i venti che giocano con le foglie e, a piedi scalzi, si ha la netta percezione di un mondo che respira dopo un lungo sonno invernale. Immersi in una realtà puntinista, sono piccoli schizzi di colore che addolciscono lo sguardo e alla cornice verde di prati e alberi, si aggiunge un movimento anarchico e armonioso di mille papaveri rossi in fiore. Il resistere dal deviare il percorso della macchina per buttarsi di schiena in un prato a guardare nuvole al pascolo, invece che andare al lavoro, è davvero duro. Anche se assetata e vessata da ogni parte, questa sfera blu sospesa nello spazio, che ancora molti di noi si ostinano a chiamare casa, ci fa percepire le connessioni che la avviluppano mostrandoci la poesia dei suoi battiti cardiaci. Siamo sul limitare, pallidi e assorti, delle lunghe notti; siamo affacciati con naso all’insù aspettando con gioia i momenti in cui la volta celeste ci permetterà di stare ore a guardare le stelle ascoltando musica, accompagnati dal tepore delle mani giunte dietro alla testa e dai rumori degli animali notturni indaffarati a trovare nuovo cibo. Ancora oggi, davanti questi immensi spettacoli, mi chiedo come possano esistere persone che vogliano vedere tutto questo bruciare. Sarò naïf, ma proprio non mi torna. Però finché possiamo ci godiamo tutto questo lasciandoci investire da capo a piedi di bellezza ancestrale e infinita. Maggio, come alcuni dei suoi predecessori, è ormai steso da giorni sul lettino dello psicologo indeciso sul suo futuro, ma tutte e tutti noi siamo qui ad agitare la mano e a fargli segno di venire da questa parte e a portarci finalmente quel tanto agognato tepore e a far esplodere in mille scintille colorate ed energizzanti questa tarda primavera. Anche se non sempre risponde alla chiamata e fa giustamente come diavolo gli pare, come antipasto ci serve sul desco di questo Ondedì una nuova Onda pronta a invadere le nostre orecchie. Era da tanto che non registravo una puntata a distanza, ormai non ci sono quasi più abituato, ma purtroppo con l’ospite di oggi non siamo riusciti a quadrare il cerchio, ma la gioia di averla finalmente su Onde: Musica e dintorni, è talmente grande che fa passare in secondo piano questo aspetto che ha importanza ma fino ad un certo punto. Incastrare il giorno esatto per incidere a fuoco questo episodio non è stato facile, ma alla fine, dopo tanto inseguirci siamo qui a cominciare questa chiacchierata con una persona per la quale la mia stima, rispetto e perché no, una bella dose di invidia, sono davvero fuori scala. Molti anni fa si usava leggere le riviste di musica per racimolare brandelli di informazioni o intere descrizioni di album che non potevi ascoltare nell’immediato e, oltre al piacere del profumo della carta stampata, si passavano ore con il naso incollato tra le pagine a leggere chi, invece, aveva avuto la fortuna e/o bravura di ascoltare un dato disco e poi ne riproponeva a noi lettori e lettrici una recensione. Non avendo un accesso immediato a quelle musiche, a quei dischi, la rivista o magazine o fanzine erano il vero cavo di connessione per sapere in anteprima che sapore avevano le nuove o vecchie canzoni della band del cuore. Ad oggi, anche se lo sfoglio degli articoli non è più orizzontale con il movimento delle pagine ma verticale con il mouse, e anche se molta carta stampata di settore è andata a svanire, per nostra fortuna c’è ancora chi ha voglia di farsi carico di scrivere musica. L’accesso alle musiche e alle informazioni è diventato istantaneo, ma il piacere di rifugiarsi tra le pagine costellate di recensioni è rimasto intatto, per chi come noi è curiosa o curioso e sente il richiamo dell’approfondimento, per scovare qualche chicca da sapere o anche per il solo gusto di avere sguardo più ampio sull’argomento donatoci da una penna competente. Scrivere di musica non è semplice, tutt’altro, ma la nostra ospite possiede tutte le qualità necessarie per farlo alla grande e qui si spiega la mia stima e invidia. Capacità descrittive e narrative, conoscenza dell’argomento, capacità di sintesi, un ottimo orecchio, un talento esagerato per la scrittura, la capacità di non nascondersi dietro sintassi barocche ma usare un linguaggio competente ma accessibile, tanta passione per la musica e per ritrasmetterla scrivendo, e molto altro. Ecco in poche parole ciò che ci si aspetta da una recensione, la nostra ospite ce le ha e in dosi massicce. Martina Vetrugno che siede con noi oggi è una delle firme che ha scritto e scrive su riviste come Il Cibicida, NoisyRoad, OndaRock. La sua è una penna capace di raccontare artisti e album con una precisione e delicatezza davvero splendide, è una ragazza eclettica non solo affamata di musica ma ha una cultura sull’argomento esagerata, sconfinata e viaggia alla scoperta ben oltre i confini del mondo del suono. Dice di sé - Studentessa di ingegneria informatica, musicofila, appassionata di arte, letteratura, fotografia e tante altre (davvero troppe) cose. Parla di musica con chiunque incontri sulla sua strada o su un regionale (più o meno) veloce. – Come avete già intuito l’universo musicale di Martina è vastissimo e in forte espansione, difatti oggi noi ne intravedremo, anzi intrascolteremo, soltanto una piccolissima porzione, ma che ha il sapore della bellezza.
Fatevi testimoni e sedetevi con noi ad ascoltare le prospettive della nostra grande ospite Martina Vetrugno, e venite ad immergervi nel suo vastissimo universo sonoro.
Trovate la vostra posizione comoda nel mondo e fluite in questa nuova Onda.
Premete play e come sempre,
buon ascolto!
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26 APR 2023 · Ciao a tutte e a tutti!
Sospesi in equilibrio nella metà esatta di Aprile, danziamo su questa fune indecisi se restare ancora in zona ingrasso di pasquetta, oppure se scivolare nel vuoto della seconda metà del mese. Se da una parte avevamo il giubilo di grigliate pagane e preghiere all’altare di bacco da sdraiate e sdraiati, da quest’altra parte invece in pieno hangover, canticchiamo ‘I don’t wanna grow up’ nella versione di Tom Waits e mesuriamo il nostro cammino in passi tardi e lenti in questo continuo Blue Monday attivo 7 giorni su 7. Aprile ci osserva abbattere le tessere domino dei giorni e continua la sua modifica in corso d’opera delle temperature. Marzo, come dicevamo nella scorsa puntata, è per sua natura indeciso, ma Aprile è pure peggio perché sembra ogni giorno eseguire vari beta test e ci fa vivere come novelli Amleto nel dubbio, perché queste prove tecniche di primavera sembrano non esaurirsi mai. Mio caro Aprile, capiamo la tua voglia di essere liquido e non un mese binario, ma la natura ha bisogno di te, ergo, se non è troppo disturbo, magari a questo punto falla anche partire questa benedetta primavera, te ne saremmo davvero grate e grati. Ah, però, che non ti venga in mente di saltare due mesi e servirci un’estate torrida ancora prima di toccare i confini di Maggio. Quindi utilizzando un’esortazione tipicamente lombarda, si alzi il nostro incoraggiamento al grido “Daje, Daje tutta”.
Mentre attendiamo che sua maestà ceda alle lusinghe seducenti dei venti e dei fiori in fiore, assaporiamo questi giorni buffi ormai come una grottesca rappresentazione dell’assurdo: tra un governo che ha aperto l’agenda degli impegni dal fondo, tra un ex-presidente che è in via di processo, tra esseri umani costretti ad affrontare mari in burrasca, tra capi di stato che misurano il loro ridicolo ego iper-compensando con missili assassini, tra lo tsunami delle IA che sta per spazzare via millenni di creatività umana, tra la guerra fratricida di guelfi e ghibellini schierati con Meta e la Siae, noi ci mettiamo ad osservare inebetiti tutto questo affidando alla musica, il peso di darci ventate di bellezza e di percuoterci dolcemente con i suoi frutti, al fine di ricordarci che nonostante queste assurdità la fuori, la musica alla fine ci salverà. Su ali taumaturgiche oggi finalmente giunge a noi, schivando quanto sopra, la nuova Onda carica di vibrazioni positive nella sua quarta emanazione figlia della quinta stagione. La musica arriva alle nostre orecchie, come ben sapete, sotto forma di onde sonore, o ancora meglio, sottof orma di pressione sonora ovvero da oscillazioni di particelle generate da uno strumento o dalla voce, in un mezzo di propagazione, nel nostro caso l’aria. Le nostre orecchie percepiscono questa pressione e la trasmutano, attraverso il lavoro del timpano, degli ossicini dell’orecchio medio e della coclea, in impulsi elettrici che il nostro cervello poi ri-codifica in suono. Si potrebbe quindi, in maniera prosaica, sostenere che le nostre orecchie non sono altro che antenne capaci di captare i suoni che ci circondano. Il funzionamento di questa parte miracolosa del nostro corpo è molto più complesso di quanto vi ho raccontato, ma in soldoni la mia brevissima sezione di ‘Siamo fatti così’ ci serve perché gli ospiti che ci sono venuti a trovare di antenne se ne intendono decisamente tanto. No, non sono degli antennisti, no, non sono nemmeno dei radio-amatori, oddio, che io sappia, poi nel caso dopo chiederemo loro lumi in merito, dicamo solo che il loro progetto ha a che fare con antenne e radar. Ora però non precipitiamo, tempo al tempo. In questo giorno di surreale primavera ho la fortuna di avere lo studiolo di Onde: musica e dintorni un po’ più pieno del solito. Se generalmente siamo in due a chiacchierare, oggi invece siamo in tre perché ho il piacere di ospitare una delegazione che arriva direttamente da Carpi, in provincia di Modena. Ancora prima di introdurvi i miei ospiti, che si levi alto l’applauso per aver percorso così tanti chilometri per venire a portarci in dono la loro raccolta di brani e le loro prospettive sonore. I due ragazzi che siedono con noi oggi sono Emanuele e Pietro rispettivamente basso e chitarra del progetto musicale post rock Radar 5:11. Il gruppo si presenta al mondo in maniera più esaustiva: “Un radar, 5 antenne e 11 trifogli: siamo solo dei segnali?” - e continua - “Un antropologo, un teologo, un filosofo, un medico e un musicista si sono uniti per raccontare, trascendere, ragionare, curare e servire attraverso suoni, rumori, armonie e melodie”. Il gruppo è tutto sommato giovane perché vede la sua nascita nel 2017, abbraccia con grande coscienza il vasto mondo del non-genere Postrock, affondando i denti in quelle lande sonore per poi restituire la loro splendida visione. Il mondo che viene raccontato attraverso i soli strumenti musicali - e cito - riguarda le difficoltà dell’umanità, le speranze delle donne e degli uomini, il grido di aiuto del creato. E tutto ciò è quanto mai vero perché nella tessitura melodica, armonica e ritmica dei loro brani ci si trova spesso a perdersi e a ritrovarsi come una lunga elucubrazione sul senso e i perché delle cose che ci circondano per poi intuire di essere immersi in un mondo senza confine tra veglia e sogno. All’attivo i ragazzi della bassa modenese hanno due EP intitolati (P)rose e (C)lose, ognuno composto da 4 brani, che immergono l’ascolto in quadri emozionati e affascinati. Descrivere cosa sia il Postrock è cosa piuttosto ardua, e descrivere i loro dischi non è semplice perché è come definire un dettaglio di una texture, ma che invece fa parte di una narrazione più ampia e dinamica. Come molti di voi sapranno, l’unico vero modo per intrufolarsi nella musica e capirla è appunto ascoltarla in religioso silenzio. Ma quali sono le radici dei Radar 5:11? Quali sono le loro diramazioni? Una risposta risiede nei loro EP di cui vi invitiamo all’ascolto e l’altra ce la facciamo dare dalla viva voce di Pietro ed Emanuele. Quindi sedetevi con noi, fatevi antenna per captare le Onde dei Radar 5:11, trovando la vostra posizione comoda nel mondo, e godetevi questa puntata.
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22 MAR 2023 · Ciao a tutte e a tutti!
Marzo si dice pazzerello. Noi esseri umani non possiamo permetterci il lusso di poter dire cosa sia pazzo e cosa no, visto che la nostra umanità in questi mesi si sta prendendo di gran diritto la nomea di folle. Non è il tempo metereologico ad essere bizzarro, quanto la nostra attitudine a essere ciechi e sordi rispetto alla voce della terra che reclama una tregua, a città e storie che diventano cenere o ai mari che inghiottono vite. Questa nostra stasi umana indifferente a questi avvenimenti, questa sì, che chiamerei pazzia. Questo non è essere disumani, bensì umani: Bergonzoni lo ha ripetuto e detto spesso: la guerra è umana, la cattiveria è umana, il dolore è umano, smettiamola di deresponsabilizzarci da quello che è il nostro dovere più grande, ritorniamo al sovrumano, sempre per citare Bergonzoni, e ripartiamo dal bello. Ripartiamo a parlare di poesia, di arte, di musica, di tutto ciò che è possibile creare senza distruggere e ritroviamo l’empatia perduta chissà dove in qualche scroll. Mi scuserete questo incipit così scuro nelle sue tinte, ma sono giorni di lacerazioni nel continuare a osservare inermi questo mondo umano che ha smarrito ogni senso di pietà. Ed è al bello appunto che noi rivolgiamo il nostro sguardo, è sul diapason di ciò che è capace di colorare il mondo, i frutti che la mente umana riesce a donare ai nostri sensi, che ci accordiamo, per trattenere e ricordare e riverberare che c’è qualcosa di altro. Un mondo altro, alla fine, è possibile. Marzo dicevo è talmente pazzerello nella sua natura indecisa, che sembra la scena di Homer Simpson che saltella dentro e fuori sulla linea di confine tra Australia e Stati Uniti; se conoscete la scena sapete bene di cosa parlo altrimenti trovate lo spezzone nelle note dell’episodio. Marzo va un po’ di qui e un po’ di la nella colonnina di mercurio, democratico decide di dare spazio in maniera caotica sia al freddo che al caldo primaverile. Sembrerebbe un eterno indeciso, splendido e affascinante per la sua natura piovigginosa e al contempo calda, e anche se sembra piroettare come un agente del caos, da poche ore ha dato alla luce un bimbo chiamato Equinozio che sancisce finalmente l’arrivo della primavera. Sperando che il torrido arrivi il più tardi possibile, lasciamo che siano le magnolie in fiore a tinteggiare le pareti del cielo e dei prati con svolazzi di petali bianchi e i primi profumi, insieme alle allergie, ad invadere come un dolce esercito il nostro olfatto. Marzo sarà pur un mese indomabile ma gli auguriamo uno buon lavoro e che ci sia di sostegno emozionale per l’arrivo della nuova Onda.
Nel lontano 2008 avevo appena finito gli studi presso la civica di Cinema di Milano ed ero venuto a conoscenza che per quell’annata avrebbero stampato delle magliette, come facevano ogni anno, che riportava una frase, un aforisma se preferite, che mi ha fatto sempre pensare tanto. Il virgolettato era il seguente: “Il cinema mente 24 volte al secondo”. Frase che è stata attribuita a Fritz Lang regista di Metropolis per citarne un suo film appena appena famoso, ma anche contesa nella paternità con Jean-Luc Godard e Brian de Palma. Non si sa con chiarezza chi l’abbia detta e quando, ma il senso stretto era che il cinema per quanto sia una finestra che ci fa intravedere o assistere ad una storia fantastica o iperrealista, resta uno strumento che usa la - tra virgolette - menzogna della narrazione, del costrutto della scenografia, della sceneggiatura, dei costumi, della recitazione, ecc… per arrivare ad una rappresentazione del reale ma che reale non è affatto.
Però, anche se la realtà cinematografica non è reale, i nostri sentimenti lo sono, la nostra empatia con la storia o i personaggi, sono cose tangibili che percepiamo con i nostri sensi e che ci danno il senso di coinvolgimento e immersione. Ma il suono invece? Tutto ciò che è considerato colonna sonora, è parte in causa di questa bugia artistica? Io non so dare una risposta precisa, ma ci arriviamo dopo. Abbiate pazienza.
Difatti questo punto sarà uno dei temi che affronteremo con il nostro nuovo ospite, che è stato così cortese da ospitarci nel suo studio. Si avete capito bene, oggi non siamo nel salotto di Onde, ma a casa della persona di cui a breve ascolterete la voce e i suoi racconti musicali. All’inizio della terza stagione di Onde musica e dintorni avevo creato una puntata costellata di soli musicisti e band italiane e avevo portato un suo componimento chiamato Rebirth, ricordate? Il progetto dietro quel brano stupendo si chiama Cantautoma e la mente e l’anima messinese, e meneghino d’adozione, che lo governa è quella di Davide Giorgio. Prima di proseguire va anche ricordato che sempre grazie a questo musicista incredibile, le due ultime puntate di Natale, le Natalonde, sono state impreziosite da una sua versione mozza fiato di Jingle Bells e di un altro componimento intitolato Etude Feliz; doni più belli insieme agli Anais non potevo ricevere. Cantautoma è un progetto bellissimo di cui mi sono innamorato fin dal primo ascolto e anche se abbiamo faticato tanto con il mio ospite per trovarci a registrare, finalmente ce l’abbiamo fatta. Il lavoro principale di Davide attraverso Cantauotma è quello di musicista e compositore, e recentemente ha curato e scritto le musiche per alcuni film quali Fashion Babylon, La Derniere Seance, Il documentario Il posto - a Steady Job — o il tema della sequenza di apertura della 37sima settimana internazionale della critica della Mostra internazionale d’arte cinematografica della biennale di Venezia e molti altri lavori. Come avrete ben intuito oggi sediamo con una persona non solo capace di emozionarsi con la musica e gran divoratore di suoni, ma anche capace di costruire ad arte opere musicali di rara bellezza. Se siete curiosi e curiose di intraprendere questo viaggio all’interno dell’universo di Cantautoma, sedetevi con noi ad ascoltare la sua storia, le musiche scelte per questa puntata e tutto ciò che le circonda.
Premete play e come sempre,
buon ascolto!
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I CUSCINI di Onde: Musica e Dintorni sono stati pensati, progettati, cuciti e creati dalle sapienti mani di VALENTINA PANCERI aka:
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IL BRANO “ONDE” in testa e in coda all’episodio è stato creato, suonato e cantato da Camilla Battaglia.
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1 MAR 2023 · Ciao a tutte e a tutti!
Anche se il buon Shakespeare nella tragedia ‘Giulio Cesare’ ci metteva ben in guardia sulle Idi di Marzo e anche se oggi non è il 15 del mese, bensì il primo, vogliamo in maniera arrogante tentare di soverchiare l’infausto monito, il presagio negativo, in qualcosa di bello, di lucente, ovvero trasformare le Idi in Odi di Marzo. Sperando che vengano udite. Con oggi, che batte la campanella sul primo giorno di Marzo, si torna ad ondeggiare di Ondedì. Nonostante alcune questioni ecologiche, sociali e geopolitiche si affaccino che furia sull’uscio della nostra porta, che nemmeno Jack Nicholoson in Shining, Marzo si rivela piano piano il vero manto di tepore che avvolge i nostri corpi e li sospinge a sbocciare di colori, profumi e intelletto. E’ una chiamata, la primavera. Dopo un inverno rigido ma soprattutto piovoso e scuro, la luce chiede a gran voce di essere accolta, di poter far vibrare il fogliame di nuova fotosintesi cospargendo nei nostri polmoni dolci sensazioni di clorofilla. I Casino Royale cantavano anni fa “[…] riempi i tuoi polmoni di pensieri buoni, comincia da te stesso e poi rivoluzioni”, difatti la primavera è rivoluzione: è il prendere ciò che ci tiene schiacciati in una morsa di freddo e liberarlo, e poi che siano mille aquiloni a rincorrere nuvole e mille pistilli di dente di leone a nevicare sull’erba. La primavera è una chiamata. È il suono da sirena che il bello fa nelle nostre orecchie, ci spinge a cercare l’alto in mezzo alla fanghiglia della mediocrità, è la curiosità, è il passo in direzione ostinata e contraria, è la resistenza - certo - faticosa per sfuggire alle grinfie dell’appassimento. Il librarsi di profumi è cornice in questo quadro di slancio alla rinascita, e a noi tocca accordarci sulle note della natura e fare il nostro sforzo per non rendere vano questo movimento e farci trovare pronti. La primavera, dopotutto, è una chiamata. Così, mentre tutto questo si srotola davanti ai nostri sensi e ai nostri pensieri, in un mondo fisico e metafisico di ritorno alla palette cromatica dai colori più vivaci, è qui che ci accoglie una nuova Onda, come di consueto in questo Ondedì. Prima di introdurvi l’ospite che ci è venuta a trovare, mi è fatto obbligo di iniziare con una citazione, che in qualche modo ci introduce alla puntata di oggi.
“Chiamatemi Ismaele. Qualche anno fa - non importa ch'io vi dica quanti - avendo poco o punto denaro in tasca e niente che particolarmente m'interessasse a terra, pensai di mettermi a navigare per un po', e di vedere così la parte acquea del mondo. Faccio in questo modo, io, per cacciar la malinconia e regolare la circolazione.”
La domanda è già sorta e la intravedo: ma perché questo inizio? Che significa? Vi lascio con il dubbio, abbiate pazienza, poi vi sarà chiaro. Voglio invece usare questo breve tempo per parlare della nostra ospite. Erano gli anni della pandemia e grazie a questo podcast e all’uso dei social network sono venuto a conoscenza di diverse persone bellissime. Si, esatto Instagram dopotutto non ha fatto solo cose non interessanti, tutt’altro, mi ha dato modo di entrare in dolce collisione con universi umani di rara bellezza. Alcuni di questi si sono incrociati e poi salutati, altri invece, come la nostra ospite si sono solidificati e sono sbocciati in splendide amicizie. Difatti, anche se lei con oggi è al suo Volume 2, mi posso permettere di non chiamarla solamente “ospite” bensì amica. La persona meravigliosa che oggi siede con noi è Antonia Salcuni, ed io non potrei essere più felice di cosi, non solo perché è tornata a chiacchierare di musica, ma anche perché abbiamo modo di farlo in presenza. Prima ancora di scambiare due chiacchiere con lei, alcuni anni fa, ciò che colpì la mia mente fa la sua penna. Per chi non lo sapesse, lei è l’autrice del profilo Eco_disco_gramma e del racconto in parti uscito sulla rivista Kalporz intitolato ‘Dal Motore al piatto – Storia di un’Epistassi a Trazione Diretta’. A lei l’ho detto e scritto tante volte, ma ora posso imprimerlo a fuoco su questo podcast a imperitura memoria, il suo modo di scrivere, la sua sintassi, la scelta delle parole e delle figure su cui esse ruotano, oltre a esercitare una fascinazione esagerata su di me, sono anche fonte di enorme invidia. Antonia, Luca de La Mia Vita in 400 Dischi, Paolo di Myspiace, i ragazzi di Extended Play, Ida Stamile, Paolo Bardelli, rappresentano a mio avviso un bellissimo spaccato della letteratura e giornalismo contemporaneo; quindi, vi prego se non l’avete ancora fatto andate a spulciare le loro pagine, vi aspettano dei tesori inestimabili. Oltre all’enorme stima che ho per Antonia, come dicevo, ci lega anche una bella amicizia e abbiamo avuto modo di incontrarci per la prima volta dal vivo sotto al palco del Concretion Festival ad Aquileia spendendo due giorni insieme ad ascoltare musiche bellissime raccontarsi davanti allenostre orecchie. Con Antonia ci accumuna un analogo approccio e modalità di ascolto della materia musicale e devo ammettere che i suoi gusti sono davvero notevoli: è una ricercatrice instancabile, una curiosa capace di spaziare in molteplici generi e sfumature degli stessi senza mai perdere lo slancio e l’entusiasmo, le sue orecchie non credo abbiano mai conosciuto – a parte il dormire – due ore filate di silenzio, la musica è per lei stanza e viaggio, un universo da esplorare senza risparmio. Chi segue il suo profilo ha già avuto modo di saggiare quanto la sua capacità narrativa e descrittiva sia, oltre che bellissima, anche estremamente evocativa a cavallo tra prosa e poesia, lei è una di quelle rare persone che la musica la indossa e riesce ad osservarla in tutte le sue prospettive cogliendo dettagli e sfumature, dandole il tempo di permearla da capo a piedi. Finita questa doverosa introduzione, vi invito ad accomodarvi nel salotto di Onde, trovando la vostra posizione preferita, avendo cura nel lasciare fuori da qui i rumori del mondo esterno per un poco e ad ascoltare il secondo volume di Antonia Salcuni.
Premete play e come sempre,
buon ascolto!
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15 FEB 2023 · Ciao a tutte e a tutti!
Blade Runner è finito. Dopo una quantità smodata di giorni passati senza luce che sembrava un gemellaggio con il nord della Norvegia e una fitta pioggia battente e spessa tanto da sembrare un plaid gocciolante come in un video di Gondry, il momento Blade Runner è giunto alla sua conclusione. Come per la pellicola, dopo varie vicissitudini e una montagna russa di avvenimenti, anche noi come il buon Harrison Ford e Sean young, siamo usciti da un oppressivo buio per volare alti su paesaggi illuminati dai primi raggi del sole di Febbraio. Che poi sole… parliamone… siamo passati ad interruttore dall’inverno a giornate di Inizio giugno con uno sbalzo termico che avrebbe fatto vacillare un grizzly e mentre stavo per correre in cantina a cercare paletta e secchiello, siamo ripiombati, come è giusto che sia - per inciso - in un rigido riverbero della coda invernale. Se tanto però, l’inverno ha richiesto come pazienza nel vedere la clessidra dei giorni capovolgersi, tanto ha imperlato le ore diurne di petricore lasciando che i fili d’erba colorassero l’aria di un profumo meraviglioso. Dall’ultima volta che siamo sentiti, il calendario ormai canuto ha eseguito il suo ultimo abbaio e ci ha consegnato un frugoletto in fasce con inciso sul capo 2023. Nemmeno il tempo di compiere il primo mese e ci ha già regalato terremoti, guerre, minacce, cambiamento climatico e questo solo per elencare le cose belle, se ci mettiamo ad elencare quelle brutte facciamo notte. Noi in tutto questo guardiamo questo piccolo anno muovere i suoi timidi passi vacillando tra il dramma e l’assurdo e a noi, commossi genitori, ci si riempiono gli occhi di lacrime a vederlo così deciso a frantumarci i lombi. E così stretti in un collettivo abbraccio sociale, con slancio ottimistico osserviamo questo anno crescere, cercando di fare la nostra parte per renderlo migliore. Febbraio gravido e materno però, anche se non molla la presa sul gelo perché schiacci il mercurio sempre più giù, vede un disgelo avverarsi ovvero quello delle nostre amate Onde. Ebbene si, sono tornate e con loro diamo il via alla nuova quinta stagione di questo podcast. So che l’attesa è stata lunga e credetemi me ne dispiaccio, ma i perché e i per come sono tutti spiegati all’interno di questa puntata, insieme ad una borsa piena di musica tutta per voi. Ora, come era d’uopo fare un tempo, riacquisiamo le vecchie abitudini e quindi, trovate una posizione comoda nel mondo, allontanate tutti i suoni non desiderati altrove e venite con me all’interno della nuova stagione di Onde: Musica e Dintorni.
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