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In questo Podcast parlo di Proprietà Industriale: tutela del Marchio, del Brevetto e di Disegni e Modelli
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14 DIC 2020 · Le idee sono liberamente apprezzabili e utilizzabili da chiunque.
Tutte le volte in cui, però, le idee sono qualcosa di più di un mero progetto commerciale e si concretizzino in un oggetto materiale, allora è possibile e conveniente depositare una domanda di brevetto.
La prima cosa da fare è quella di registrare come marchio i nomi delle iniziative progettate.
In secondo luogo è opportuno stipulare un contratto da far sottoscrivere al tuo potenziale partner commerciale nel quale indicare genericamente l’argomento del progetto.
Un'idea può essere brevettata se soddisfa i requisiti normali di brevettabilità. Un brevetto per essere valido deve essere:
•nuovo
•inventivo
•lecito
•dotato del carattere dell'industrialità
Esistono due tipi di brevetto: il brevetto per invenzione e il brevetto per modello di utilità.
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16 NOV 2020 · Perché sorvegliare il tuo marchio è importante?
Perché in questo modo puoi valutare e decidere se depositare un’eventuale opposizione entro i tre mesi di tempo dal deposito fissati dalla Legge.
Inoltre opporre un marchio consente di non creare confusione nel consumatore e preserva i titolari che hanno depositato il marchio per primi dai danni di una nuova registrazione.
Ti consente, infine, di monitorare il mercato sull’esistenza di marchi simili o uguali depositati posteriormente al tuo.
Procedere con una sorveglianza attiva del marchio significa monitorare i registri e le banche dati nazionali, comunitarie e internazionali allo scopo di individuare i depositi di domande di registrazione che potrebbero essere in conflitto con il tuo marchio.
Ad esempio puoi valutare se:
opporti alla registrazione
inviare una lettera di diffida al contraffattore
avviare un’azione legale.
Il marchio riveste un'importanza strategica fondamentale e rappresenta un valore patrimoniale anche all'interno del bilancio di un'impresa. E', quindi, fondamentale la protezione di questo patrimonio immateriale dal rischio di contraffazione da parte di altri soggetti, concorrenti o meno.
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3 NOV 2020 · Fare una ricerca di anteriorità riduce sensibilmente, anche se non lo elimina completamente, il rischio di ricevere una contestazione da parte del titolare di un marchio simile o identico depositato anteriormente.
Pensa al danno in caso di una diffida recapitata dopo solo un anno dalla registrazione, quando il tuo marchio ha conquistato sul mercato un certo posizionamento e una buona fetta di clientela.
Non solo dovresti ritirare dal mercato tutti i prodotti che riportano il marchio ma potresti anche dover risarcire il titolare del marchio registrato prima per i danni economici provocati dalla presenza sul mercato del tuo marchio.
Ecco perché verificare con attenzione se il tuo marchio esiste già è fondamentale.
Maggiore è l'attenzione con cui si rilevano possibili uguaglianze o similitudini, più forte sarà il marchio.
Se vuoi registrare un marchio in ambito nazionale la ricerca deve essere condotta non solo in Italia ma anche a livello comunitario e internazionale. Cercando in questo caso i marchi esteri che hanno indicato l’Italia e la UE.
Se, invece, vuoi registrare un marchio comunitario, la ricerca deve essere condotta verificando anche le banche dati dei vari Paesi UE.
Quindi cerca il tuo marchio prima di depositare una domanda. E fai la ricerca di anteriorità con cura e attenzione.
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23 OTT 2020 · Se una società va in bancarotta, cosa succede alle sue proprietà intellettuali?
Nonostante si possa pensare che il valore di un marchio possa essere di scarsa rilevanza dopo il fallimento, visto il deterioramento inevitabile dell’immagine e il discredito che il fallimento porta con sé, non è sempre così.
Se questo può valere per i segni distintivi dell’imprenditore fallito, a maggior ragione è valido per le invenzioni o i modelli industriali, oggetto di valutazioni che sono completamente indipendenti dal fatto che l’impresa sia fallita o meno.
Inoltre la proprietà intellettuale di una società rappresenta una parte fondamentale del suo patrimonio.
E può essere valorizzata economicamente, ceduta o venduta attraverso i contratti di cessione o di licenza.
Il marchio, quindi, ha un valore economico e patrimoniale che va anche oltre la durata della società e quindi è importante sempre tutelarlo al meglio e valorizzarlo nel migliore dei modi.
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15 OTT 2020 · Tutti sappiamo cos’è la Brexit ma che impatto avrà sui marchi dell’unione Europea?
Gran Bretagna ha lasciato definitivamente l’Unione Europea a decorrere dal 1 febbraio 2020.
Durante un periodo di transizione, che durerà fino al 31 dicembre 2020, il diritto dell’Unione Europea rimane applicabile anche nel Regno Unito.
Questa previsione si estende naturalmente anche ai regolamenti sulla tutela del marchio e quindi ai suoi strumenti di attuazione.
L’applicazione dei regolamenti durante il periodo di transizione comprende, in particolare:
tutte le disposizioni sostanziali e di procedura
le norme relative alla rappresentanza nei procedimenti davanti all’EUIPO
La registrazione comunitaria che fine farà dopo questo periodo?
Attualmente le conseguenze della Brexit sui marchi che sono già presenti sul registro comunitario prevedono due casi:se il marchio comunitario sarà ancora pendente e se, invece, il marchio comunitario al momento della Brexit risulta già registrato.
Nel processo di Brexit non sarà coinvolto il diritto di priorità. Che potrà continuare a essere rivendicato in sede comunitaria sulla base del marchio depositato nel Regno Unito.
Ovviamente sarà sempre possibile estendere un marchio comunitario in Gran Bretagna.
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3 GIU 2020 · Gli sviluppi di Internet, con l’adozione di nuove tecnologie, l’introduzione dello IoT, cioè l’Internet delle cose che permette agli oggetti di interagire con altri oggetti e quindi con le persone in modo sempre più digitale e della stampa 3D portano a riflettere sulle problematiche in tema di diritti di proprietà intellettuale.
E ci impongono di interrogarci sulla ricerca delle strade più appropriate per difendere il risultato della nostra innovazione rispettando i diritti altrui.
Esempio cardine di queste nuove esigenze sono le tecnologie relative alla c.d. impronta digitale. Che consentono il riconoscimento dell’utente non più attraverso la password, ma servendosi della sua impronta digitale.
Ovviamente con sistemi che rendono sempre più difficile sostituirsi al titolare semplicemente rilevando la sua impronta da oggetti che può aver toccato.
Algoritmi, nuove App, strumenti elettronici sempre più avanzati ci impongono di ripensare le forme di protezione delle innovazioni.
Anche in nuovi settori, a partire da quelli relativi alla qualità della vita, dallo smart living al biomedicale, sempre più determinanti nella nostra economia.
E' necessario riconsiderare la stessa nozione di innovazione, in quanto è sempre più frequente che ad essere inventivo sia lo stesso fatto di porsi un determinato problema tecnico.
In molti casi la soluzione adeguata consiste nella tutela del segreto commerciale. Che però non è illimitata, non essendo opponibile a chi raggiunge in modo indipendente lo stesso o un analogo know-how.
E soprattutto presuppone l’individuazione esatta di ciò che si vuol proteggere. Essenziale anche per la validità di eventuali contratti di trasferimento o licenza.
O anche per l’adozione e il rispetto rigoroso di misure tecniche e giuridiche idonee a mantenere la riservatezza.
Naturalmente anche Apps e software possono essere oggetto anche di tutela di diritto d’autore, pur nei limiti di tutela dell’espressione usata, in particolare, dell’algoritmo. E non l’idea di soluzione che sta alla base di essa.
Ragione in più per valutare se sia il caso di proteggere quest’ultima mediante il brevetto.
Va anche, poi, considerato che molto spesso queste nuove tecnologie integrano prodotti e soluzioni preesistenti, apportandovi modifiche più o meno significative. Creando oggetti in qualche misura nuovi.
Che in alcuni casi possono essere oggetto di protezione autonoma. E in altri possono interferire con i diritti che ancora sussistano sugli oggetti originari.
Quanto al diritto d’autore, le elaborazioni creative di un’opera protetta sono proteggibili ma non possono essere sfruttate senza il consenso del titolare dei diritti sull’opera di base. E non si può escludere che un nuovo brevetto implichi l’uso di un software preesistente. O un’App vada ad integrare un prodotto o un procedimento brevettato.
Prima ancora, quindi, di valutarne l’effettiva proteggibilità si pone il problema di stabilire se si è liberi di attuare la propria nuova creazione, senza violare diritti altrui.
La consultazione delle banche dati diventa quindi ancora più importante, sia per apprendere le ultime novità sia per trovare soluzioni alternative degli stessi problemi tecnici e sia per comprendere dove vale la pena di investire in ricerca. Avendo una prospettiva concreta di ritorno degli investimenti.
Occorre anche poter sfruttare al meglio gli incentivi, anche fiscali (Patent Box, che nel nostro Paese copre anche il know-how) per queste innovazioni e per l’internazionalizzazione, indispensabile per gli innovatori.
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20 APR 2020 · Cosa fai se il tuo marchio compare su un sito di un’altra azienda oppure sui suoi social? Oppure se vendono un tuo prodotto su Amazon?
Ti arrabbi tantissimo, inizi a insultarlo sui social? Oppure ti arrendi perché pensi che difenderti sia troppo complicato e quindi lasci perdere?
Come primissima cosa è importante capire se l’utilizzo da parte dell’azienda è avvenuto in buona fede o cattiva fede.
L’azienda competitor del tuo marchio può, infatti, usarlo perché vuole sfruttare la pubblicità e la fama che ha il tuo marchio. Oppure può averlo usato in modo incolpevole perché magari non sa che quel marchio è registrato e che quindi tu ne sei l’unico titolare.
Da un punto di vista giuridico la contraffazione del marchio, che sia in cattiva o in buona fede non cambia.
Quindi anche se in buona fede è un illecito allo stesso modo di quella in mala fede.
Anche perché tutti i marchi registrati sono contenuti all’interno di banche dati che sono accessibili a chiunque, sono per la maggior parte gratuiti. Quindi un imprenditore prima di usare o depositare una qualsiasi domanda di marchio dovrebbe quantomeno verificare che il marchio non sia stato utilizzato da nessuno o non sia già registrato.
Se non lo fa comunque commette un illecito.
Quindi anche chi utilizza in buona fede un marchio che è identico o simile a quello altrui risponde per l’utilizzo illecito. E può essere citato in giudizio sia per ottenere ovviamente la cessazione dell’uso e sia per ottenere il risarcimento dei danni.
Ovviamente però il primo caso di contraffazione è quello più grave, perché oltre all’uso illegittimo si aggiunge la pubblicità o i messaggi promozionali che sono finalizzati a dirottare verso di sé i clienti che sono della tua azienda. Quindi a toglierti possibilità di vendita.
In questo caso la difesa dovrà essere immediata per bloccare rapidamente l’uso del tuo marchio e arginare la perdita dei tuoi clienti. Se poi sei su Internet evitare di perdere il posizionamento sul web e di conseguenza sul mercato è fondamentale.
Quindi se qualcuno sta utilizzando un marchio, identico o simile al tuo, devi agire il prima possibile per arginare tutti questi effetti negativi.
Gli strumenti che hai a disposizione sono diversi e non sono tutti poi così complicati:
- puoi chiedere una procedura d’urgenza per bloccare immediatamente l’uso del marchio; si va dal Giudice e si chiede immediatamente un provvedimento per inibire l’uso,
- c’è il sequestro dei prodotti recanti il tuo marchio,
- infine c’è la causa ordinaria per il risarcimento dei danni.
Tutte queste sono ovviamente azioni giudiziarie.
Ma ancora prima di tutto questo puoi mandare una diffida in cui informi il terzo circa l’esistenza del tuo marchio, del fatto che sia registrato e quindi della violazione.
Lo intimi dall’astenersi dalla prosecuzione nell’uso del tuo marchio. La diffida è anche molto importante per impedire che chi usa il marchio in maniera illecita possa utilizzare in suo favore il tuo silenzio come una sorta di implicita tolleranza all’uso, così privandoti del diritto di rivendicare l’uso esclusivo.
Se, poi, l’utilizzo illecito è avvenuto in buona fede è altamente probabile che quando ricevono la diffida la questione si risolva immediatamente nel senso che interrompono immediatamente l’utilizzo del marchio.
Fatto questo, quindi in caso di risposta, dovrai anche accertarti che il marchio poi venga effettivamente rimosso da ogni canale sia virtuale che fisico che sia riconducibile all’azienda. E che l’azienda non prosegua in alcun modo l’utilizzo del tuo marchio. Una volta risolto questo aspetto puoi sempre valutare se agire per il risarcimento dei danni che hai subito.
Se però, invece, sei tu ad aver copiato senza volerlo il marchio di un tuo concorrente e ricevi la diffida, cosa fai?
Intanto puoi verificare se la rivendicazione dei diritti che ti è stata fatta sia fondata e se, invece, hai tutti i diritti di continuare a utilizzare il marchio contestato.
Tra le soluzioni possibili c’è senz’altro quella di tentare un accordo stragiudiziale con il titolare, questo per ridurre i danni ed evitare conseguenze ancora più negative nel caso di un’azione legale.
Quindi mi raccomando attenzione quando si usano o si pubblicano i marchi, sia che siano evidentemente altrui e quindi lo si faccia per sfruttare in qualche modo la rinomanza del marchio, sia che lo si faccia in buona fede.
Se il tuo competitor utilizza il marchio su Amazon c’è una funzione immediata e comodissima.
Puoi segnalarlo direttamente ad Amazon, c’è un form da compilare, devi dare gli estremi della registrazione del marchio.
Quindi lo puoi fare ovviamente se il tuo marchio è registrato, questo perché la tutela ovviamente è molto più stringente.
Analizzano la cosa in 1/2 giorni lavorativi, ti rispondono subito; se ci sono delle integrazioni da fare te lo dicono. E’ un servizio molto utile e se riscontrano l’utilizzo illecito ovviamente rimuovono immediatamente l’annuncio e segnalano anche l’altro venditore.
Quindi è una tutela doppia: da una parte per te che non vedi utilizzato il tuo marchio illegittimamente e anche per il consumatore che pensa di comprare il tuo prodotto e invece sta comprando quello del tuo competitor.
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