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La pace possibile

  • Chiusi Dentro. I campi di confinamento nell'Europa del XXI secolo

    7 GIU 2024 · Le migrazioni e la mobilità delle persone da almeno 25 anni  continuano ad essere gestite e vissute, senza visione come una perenne e non giustificata emergenza dai paesi europei, anziché offrire canali di ingresso sicure e legali alle persone che comunque continueranno ad arrivare, mosse dal desiderio di libertà, di lavoro, di  trovare un futuro di vita migliore. Si continua così senza successo a cercare di limitarle e scoraggiarne  l’arrivo con misure di sicurezze, deterrenza e impedimenti di ogni sorta lesivi spesso della dignità personaleDall’adozione del trattato di Schengen negli anni 90 i viaggiatori dei ceti medi e popolari di Maghreb, Sahel e Turchia, che sino ad allora si imbarcavano regolarmente sui voli per le capitali europee con il solo passaporto ritirando all’arrivo il visto di tre mesi, si ritrovarono costretti a fare la fila davanti alle ambasciate, ricevendo nella maggior parte dei casi un diniego. Fino a quando le mafie del contrabbando dei porti franchi del Mediterraneo, intuito l’affare, iniziarono a sfruttare l’occasione prima dall’Albania e del Marocco, poi fu la volta di Turchia, Libano, Siria, Egitto e Tunisia e Libia prima verso le popolazioni di questi paesi e poi verso le persone provenienti dall’africa subsahariana e continentale.Per quanto infatti il regime dei visti abbia trasformato la mobilità in un percorso a ostacoli, la frontiera è sempre rimasta aperta. Il grande equivoco sta tutto qui.I divieti di viaggio non hanno fermato i flussi, né li hanno particolarmente contenuti: li hanno semplicemente dirottati sui canali illegali. Oltre al dramma delle attraversate nel mar Mediterraneo, a  partire dal 2014, in concomitanza con gli arrivi di popolazioni civili in fuga dalle guerre in Siria e in Iraq, migliaia di persone hanno intrapreso sulle rotte di terra un viaggio lungo l’Asia occidentale, la Turchia, le isole greche,  i Balcani e l’est Europa, nel tentativo di arrivare nei paesi dell’Unione Europea, persone che spesso sono trattenute ai margini sui confini esterni in campi di accoglienza che diventano stanziali, permanenti e di lungo periodo.https://altreconomia.it/prodotto/chiusi-dentro/ racconta la vita e la storia delle realtà di questi campi in un dossier curato dalla retehttps://www.rivoltiaibalcani.org/ rete nata nel 2019 e composta da più di 30 realtà italiane dell’associazionismo, dell’accoglienza, del giornalismo e del mondo accademico con l’intento di informare, curare e difendere le persone che attraversano “la rotta balcanica “.Anche di questo si parlerà giovedì il 30 maggio alle ore 18 in via della Signora 3  in un incontro, promosso dalle Acli Milanesi e https://www.ipsia-acli.it/, con Duccio Facchini direttore di Altreconomia, Gianfranco Schiavone presidente di ICS Trieste e Silvia Maraone ( in collegamento dalla Bosnia Erzegovina ) coordinatrice di IPSIA BIH e del progetto di accoglienza BRAT.
    Ascoltato 1 h 37 min. 52 sec.
  • Il futuro del Medio Oriente tra conflitti e nuovi scenari geopolitici

    30 GEN 2024 · Si è tenuto ieri, lunedì 29 gennaio 2024, un convegno di approfondimento sull’attuale situazione israelo-palestinese e più in generale sulla situazione in Medio Oriente. A oltre 100 giorni dall’inizio del conflitto sembra tutto peggiorare e non vi è all’orizzonte nessun reale scenario che possa portate ad uno stop delle armi. Sono intervenuti: Laura Silvia Battaglia, reporter specializzata in aree di crisi e conflitti. Autrice e conduttrice per Radio 3, documentarista, collabora con vari media italiani e internazionali. È direttrice delle testate del Master in giornalismo dell’Università Cattolica di Milano Paolo Ricotti, vicepresidente delle Acli Milanesi.
    Ascoltato 1 h 52 min. 13 sec.
  • Morelli: fare della solidarietà un programma politico.

    2 MAR 2023 · Mentre si continua a discutere di chi e su come devono avvenire i salvataggi in mare delle migliaia di persone: bambini, donne e uomini in cerca di un futuro, a pochi chilometri da Crotone, si è consumata l’ennesima tragedia: un barcone con 250 persone a bordo non è riuscito a raggiungere la costa. Il bilancio delle vittime è drammatico e purtroppo ancora provvisorio. Alessandra Morelli per trent’anni Delegata dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ne ha parlato con noi.
    Ascoltato 45 min. 10 sec.
  • 24 Febbraio 2023: un anno di guerra

    24 FEB 2023 · Quando la pace? Lo abbiamo chiesto all'ambasciatore Armando Sanguini che ha ricoperto la carica di ambasciatore italiano in Tunisia e in Arabia Saudita. Oggi è senior advisor Medio Oriente e Nord Africa dell’ISPI. L'intervista è a cura di Silvio Ziliotto.
    Ascoltato 45 min. 10 sec.
  • Si fa presto a dire pace, ma la pace è una cosa seria.

    18 NOV 2022 · La meditazione di don Alberto Vitali sulla pace a partire dalla Pacem in terris.
    Ascoltato 45 min. 10 sec.
  • Il conflitto in Ucraina: cosa dobbiamo e possiamo fare

    8 APR 2022 · Per affrontare insieme, alla luce della guerra in Ucraina, gli aspetti legati al conflitto e a come essere testimoni e costruttori di pace in uno scenario internazionale attuale così cambiato e in costante evoluzione. Approfondimento a cura di don Alberto Vitali, incaricato Arcivescovile per le Acli Milanesi
    Ascoltato 27 min. 36 sec.

Sono quasi sessanta i conflitti in corso nel mondo, quello ucraino l’ultimo in ordine di tempo e che sembra toccarci di più perché più vicino. Le vittime però sono sempre...

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Sono quasi sessanta i conflitti in corso nel mondo, quello ucraino l’ultimo in ordine di tempo e che sembra toccarci di più perché più vicino.
Le vittime però sono sempre le stesse: bambini, donne e civili innocenti: «Sono vittime - ci ha detto il papa - il cui sangue innocente grida fino al cielo e implora che si metta fine a questa guerra, si facciano tacere le armi, si smetta di seminare morte e distruzione»

Contributi e approfondimenti sul tema della pace, la pace possibile, che ci richiede di esserne i costruttori.
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