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Un podcast di Francesco Bonami, curatore e critico d’arte contemporanea, che ogni settimana ci porta alla scoperta delle provocazioni e delle avanguardie artistiche da non perdere.
15 MAR 2021 · Parole parole parole, cantava Mina, accusando Alberto Lupo di prenderla in giro con parole senza peso. Le parole invece hanno un peso anche quando sembrano quelle di una canzone o di una poesia.
Lo sa bene l’artista americano Glenn Ligon che le parole le usa nelle sue opere per ricordare la sofferenza del popolo afroamericano nel corso della Storia passata e purtroppo recentissima degli Stati Uniti. «Blues Blood Bruise», tristezza, sangue e livido, sono le tre parole di un’insegna al neon che sta sulla facciata del New Museum di New York.
Il titolo di questa opera è A Small Band e fa riferimento a un piccolo gruppo di sei amici afroamericani che nel 1965 furono ingiustamente accusati di un omicidio e selvaggiamente picchiati durante l’interrogatorio per farli confessare.
Sulla facciata minimalista del museo l’insegna sembra essere quella di un flagship store di un marchio di moda. In realtà la sua innocua apparenza annuncia la mostra tutt’altro che innocua che sta all’interno del museo: Grief and Grievance (info: www.newmuseum.org), dolore e lamentela, immaginata da un amico di Ligon, il curatore Okwui Enwezor, scomparso due anni fa prima di poterla realizzare. Lo hanno fatto Ligon e altri curatori in suo onore. Una mostra sulla condizione del popolo afroamericano nell’America fra Obama e Trump. Purtroppo il dolore e il lamento non potrebbero essere più attuali di adesso.
25 FEB 2021 · Il simbolo di Bruxelles è il piccolo uomo che piscia, una sculturina di bronzo di poco più di mezzo metro. Un ometto, appunto, con il pisello in mano che urina. Una manna per i selfieisti di professione. A Pisa la gente si mette in posa facendo finta di reggere la torre pendente, a Bruxelles la gente fa finta di farsi pisciare in testa dal bambinello. Tutti i gusti sono gusti. Le funzioni corporali sembrano ispirare l’arte. Senza dover rinvangare la stra famosa “merda d’artista” di Piero Manzoni a Parigi nella vetrina di Piece Unique, nuovo progetto della Galleria Massimo De Carlo, si possono vedere tre ometti o bambini che fanno la cacca sopra un tavolino.
L’opera si chiama Clay Baby , bambino di creta, della scultrice americana Kaari Upson che ha preso un vecchio souvenir tedesco che gli aveva regalato la madre e lo ha riprodotto con una stampante 3D . La statuetta che ha un buco davanti e uno dietro forse doveva essere originariamente un porta wurstel. Sta di fatto che se uno riempe il corpicciolo del baby con non so quale miscuglio e poi gli ficca un fiammifero dentro il baby inizia a defecare. Grazie a dio lo stronzolo che esce fuori sembra piu’ la lava di un piccolo vulcano che cacca. Ma lo spettacolo rimane interessante e piu’che altro inodore. Chi vuole saperne di piu’ vada su instagram @kaariupson e si guardi l’appetitoso video.
19 FEB 2021 · Sulla new wave che sta facendo volare gli artisti afro americani dentro i musei e sul mercato Derrick Adams e’ uno dei surfisti più sorprendenti , leggeri e in perfetto equilibrio sulla tavola che naviga sulle acque pericolosissime dell’impegno politico e quelle eccitanti dell’intrattenimento e della moda . La sua arte e’ inafferrabile come un aquilone nello stile , diretta come la migliore delle pubblicità e sadicamente ironica nel servire allo spettatore i propri sensi di colpa come se fossero tartine di un aperitivo . Si può sfidare la peggiore discriminazione e al tempo stesso divertirsi godendosi la propria identità e cultura . L’arte di Adams rifiuta di farsi rovinare la giornata dai peggiori crimini razzisti. Black Lives Matters, le vite dei neri contano non solo come vittime della violenza bianca ma anche come vite straripanti di energia creativa e desiderio di felicità. La filosofia dell’arte, delle immagini e dei personaggi di Derrick Adams potrebbe riassumersi in “Felici nonostante tutto”. Galleggiando sull’acqua di una minacciosa serenità.
15 FEB 2021 · Sembrava fosse un
esperimento e non lo
era, sembrava fosse
uno scherzo e non lo è
stato. Per l’artista Sterling
Ruby l’avventura dentro
il mondo della moda si sta
trasformando in un viaggio
che potrebbe essere molto lungo. Addirittura rischioso per la sua carriera originale, quella di artista. Julian Schnabel ci ha fatto piacere i suoi film come regista così tanto che adesso guardare i suoi dipinti diventa difficile.
Un podcast di Francesco Bonami, curatore e critico d’arte contemporanea, che ogni settimana ci porta alla scoperta delle provocazioni e delle avanguardie artistiche da non perdere.
Informazioni
Autore | Vanity Fair Italia |
Organizzazione | Condé Nast (Italy) |
Categorie | Arte |
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