18 GIU 2021 · Il G7 e il vertice Nato come chiamata di correità di potenze locali occidentali, ma anche – sia in remoto che in presenza – e soprattutto indopacifiche che si riconducano sotto un velo di presunta democrazia (persino il regime di Modi è definito tale, pur di imbarcare l'India nel contenimento anticinese) al contrasto nei confronti della Cina, reale convitato di pietra negli incontri organizzati da Biden nella sua tre giorni europea. Sia militarmente, sia cercando di inventare – con grave ritardo – un'alternativa alle iniziative commerciali della Cina.
Con @moles_sabrina abbiamo cercato di raccontare la reazione cinese un po' indispettita che ha puntato il dito in particolare contro l'Australia, che è sempre pronta a commerciare con la Cina sottobanco, salvo poi prendere posizioni conflittuali quando viene richiamata dagli Usa a svolgere a funzione di gendarme dell'area nel Sud Pacifico. In realtà l'operazione dell'amministrazione americana era volta a rilanciare l'atlantismo, ma un po' come se cercasse di riagganciare alleati a cui delegare il controllo degli interessi americani in loco per potersi dedicare al Pacifico e anzi orientare anche gli europei al boicottaggio dei piani espansionistici cinesi, che mira anche a diventare leader pure nello spazio: nessun cinese ha mai potuto mettere piede sulla stazione spaziale internazionale (mentre i russi hanno collaborato attivamente fin dai tempi dell'Urss) proprio per il veto posto dagli americani che temevano potessero venire carpiti segreti tecnologici (era l'epoca in cui si consideravano i cinesi solo bravi imitatori) e dunque ha creato una propria Via della seta per astronavi e la loro piattaforma sta attirando i piani di sviluppo dei lanci russi, allarmando gli americani (e la strategia dell'incontro con Putin a Ginevra conteneva anche l'intento di disinnescare l'eventuale legame tra i due giganti dell'Est – di cui abbiamo parlato con Yurii Colombo (https://www.spreaker.com/user/ogzero/2021-06-17-yurii-dopo-biden-putin).
Il balletto mediatico del viaggio di Biden è molto sbilanciato sulla rappresentazione e rimodulazione degli equilibri mondiali; parallela a questa messa in scena è la provocazione frequente delle forze armate cinesi nei confronti della Cina nazionalista e la reazione fobica e stizzita di Taipei, e infatti gli Stati Uniti stanno sfruttando tantissimo la pedina di Taiwan proprio in occasioni come i vertici di questa settimana, che somiglia sempre più a una sorta di guerra morale alle prassi cinesi.
Vedremo se al G20 italiano si assisterà a un altro duetto dove Biden sostituirà come sparring partner Putin con Xi