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Quando l'amore per la natura si trasforma in odio verso l'uomo
2 LUG 2024 · VIDEO: La finta emergenza climatica ➜ https://www.youtube.com/watch?v=ICbcdKK_cIA&list=PLolpIV2TSebURQLIBppY4bAc0bO7DbkRT
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7840
LA TRANSIZIONE VERDE NON CI SARA' MAI di Franco Battaglia
Nel 1981, 4mila delegati da 150 Paesi si riunirono per due settimane a Nairobi per una conferenza dell'Onu con lo scopo di promuovere la transizione energetica dal petrolio al solare. Allora, si temeva l'arrivo di un periodo glaciale, più o meno imminente. Quasi mezzo secolo dopo, siamo terrorizzati per il riscaldamento globale che ci verrà scongiurato solo dalla transizione energetica in corso e che eliminerà presto (entro il 2050) il nostro bisogno di combustibili fossili. Ci dicono di aver fede in essa. Ce lo dicono Papa Francesco, Joe Biden, Ursula von der Leyen e Sergio Mattarella. Ma noi abbiamo fede solo in Dio: tutti gli altri devono fornirci i dati. E siccome non ce li forniscono, ve li forniamo noi, uno per ogni dito della mano.
1. UE E USA SONO SOLO UN OTTAVO DELLA POPOLAZIONE MONDIALE
Intanto, quella di transizione energetica è essenzialmente un'idea solo della Ue e degli Usa, nel complesso, di chi governa meno di 1 miliardo di noi. L'India, la Cina e gli altri dei rimanenti 7 miliardi del pianeta da quest'idea non sono neanche sfiorati. Al contrario, i numeri mostrano che solo la Cina e l'India - dove hanno in costruzione 30 Gigawatt nucleari - stanno costruendo quantità impressionanti di nuovi impianti a carbone: nei due Paesi sono 170 Gigawatt, una potenza 5 volte superiore a quella nucleare in costruzione.
2. L'USO DEI COMBUSTIBILI FOSSILI È AUMENTATO DEL 40% IN 20 ANNI
Negli ultimi vent'anni, lungi dal diminuire, l'uso dei combustibili fossili da parte delle più grandi economie del mondo (Cina, India, Usa, Germania, Regno Unito e Giappone) è aumentato del 40%.
3. LA SOLA CINA VANIFICA TUTTE LE NOSTRE RIDUZIONI
I dati ci dicono che Usa, Germania, Regno Unito e Giappone hanno diminuito le proprie emissioni di meno di 2 Giga-tonnellate/anno. Peccato che nello stesso periodo quelle di India e Cina siano aumentate di 9 Giga-tonnellate/anno! La sola Cina produce dal carbone più elettricità di quella prodotta da tutto il resto del mondo.
4. BUTTATI AL VENTO MILIARDI, OTTENUTO SOLO L'AUMENTO DEI COSTI
A fronte dell'aumentata energia da eolico e fotovoltaico degli ultimi 20 anni nel mondo, ottenuta sottraendo ai contribuenti del mondo oltre 4 trilioni di dollari, nello stesso periodo si è avuto un aumento più che triplo di energia da combustibili fossili.
5. IMPIANTI EOLICI INUTILI
Negli Usa nel 2023 hanno installato nuovi 6 Gigawatt di nuovi impianti eolici ottenendo una produzione elettrica del 2% in meno di quella dell'anno precedente: nel complesso, negli Usa, eolico e fotovoltaico ebbero dal 2022 al 2023 un incremento di 12 tera-wattora elettrici. Peccato che l'incremento di elettricità dal solo gas naturale fu di 115 tera-wattora.
CONCLUSIONE
A dispetto di tutto quanto sopra, che dimostra in modo inequivocabile che non stiamo vivendo alcuna transizione energetica, i cosiddetti - chiamiamoli così - responsabili politici del nostro mondo occidentale e i mezzi di - chiamiamola così - informazione continuano a raccontare il contrario. Evidentemente son convinti che una bugia detta infinite volte si trasformi in verità. La verità, invece, è che non è in corso alcuna transizione energetica, che non ce ne sarà alcuna nel prossimo secolo e oltre, che essa non è neanche desiderabile e, infine, ogni tentativo di perseguirla è solo dannoso.
Quanto alla CO2 non dobbiamo temere di immetterne in atmosfera: essa non altera il clima - semplicemente non può alterare il clima - ma fa bene all'ambiente e alla vegetazione: la reazione della fotosintesi clorofilliana è CO2+H2O=tessuto vegetale. Chi vuol sottrarre CO2 all'atmosfera vuole il nostro male.
22 MAG 2024 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7797
BERMUDA CONTRO IL CLIMA: L'ULTIMA IDIOZIA DI UN'EUROPA FUORI CONTROLLO di Max Del Papa
Può suscitare reazioni contrastanti e magari mescolate, contraddittorie la decisione, stupida, insopportabile, di una scuola romana che autorizza - quindi impone - l'abbigliamento balneare in nome del riscaldamento globale. Può indurre a fastidio, insofferenza, "avete veramente rotto", così come a quel divertimento che sale dal compatimento: anche questa? Anche questa. Più la realtà sconfessa le trovate fanatiche, ideologiche, e più i fanatici, secondo ideologia, ci si aggrappano: "ce ne vuole di più".
Sono trovate in definitiva per finire sui giornali o sui social, come quel disgraziato filmato da compagni mentecatti mentre, in nome del vittimismo transgender, si esprime come un personaggio di Abatantuono o quello dei fumetti Cattivik: "tutelar i bambin, esser sé stess, siam tutt e tutt" (commento di uno sotto: "avete veramente rotto"). Lo hanno rotto, ma anche se sconfortano i risultati, le prospettive, da incubo, di una società dissociata in mano a questi mostriciattoli, non è colpa loro. Tocca essere non indulgenti ma onesti nel tracciare le cause e gli effetti. E le cause, piaccia o meno, risalgono all'introduzione dell'Unione Europea: che se ne può dire che non risulti per difetto? Alzi la mano chi sa indicare un solo problema risolto dalla Ue, mentre di problemi ne ha originati, fomentati, endemizzati innumerevoli. La ricetta è sempre la stessa: siccome ha fallito, ce ne vuole di più. Purtroppo non si ricorda mai il presupposto: "Ma Ue vive di crisi", disse l'ex cancelliere tedesco Schmidt. Oggi la Baronessa ha inventato una parola, permacrisi, per dire lo stesso. Crisi dietro crisi, crisi perenne da risolvere endemizzandola, col ricorso a trovate autoritarie, impositive e catastrofiche. La svolta green è prevista al costo di 5 trilioni di euro all'anno fino al 2050. Con quali risultati? L'unica certezza è che andranno persi 180 milioni di posti di lavoro, cioè praticamente tutti. "Però speriamo prima o poi di recuperarli". Sperano? Cos'è, una gag di Raimondo Vianello?
IL CONDIZIONAMENTO PSICOLOGICO
Ma non è questo il peggio, il peggio è il condizionamento psicologico, è la weltanschauung gender, il woke d'importazione americana, il tutt* e tutt*; è la mostra nelle istituzioni europee col Cristo che fa le orge crocifisso a dei neri (un imbecille in malafede mi diceva durante una trasmissione che era arte e l'arte è sacra: due minuti dopo voleva censurare l'universo mondo in nome del laicismo putiniano, che solo un fesso poteva assumere quale ossimoro propositivo). È l'abitudine a mentire e mentirsi. Ogni giorno di ogni mese di ogni anno è il più caldo e siccitoso di tutti i tempi, dalla scomparsa dei dinosauri, non è vero, ogni maggio sono inondazioni e nubifragi ma passa la bugia che il pianeta è un unico Sahara per colpa dell'uomo bianco. Quindi vanno mandati gli studenti in bermuda e costume da bagno, a mo' di gesto estetico-ideologico. Un po' come quegli altri alunni finiti per magia a cantare inni palestinesi pro Hamas, faccenda grottesca sulla quale nessuno sa niente, non gli insegnanti, non i dirigenti. Si son messi a salmodiare da soli. Di solito in questi casi i responsabili se la cavano con la formula "d'accordo con le famiglie", laddove le famiglie oscillano tra il culto dell'Islam "buono, inclusivo" e quello di Chiara Ferragni: gente di grande consapevolezza e lucidità estetica, a Pioltello, ricordate?, appena un mese fa, il Ramadan all inclusive, imposto e santificato da Mattarella, "adottato con tutte le famiglie". E di fianco alla scuola tengono una madrassa dove si predica la guerra santa, la cancellazione di chi tutto gli consente.
La Ue è l'alluvione di disperati pronti a delinquere, le città a ferro e fuoco ma basta chiamarli nuova generazione e dare la colpa al bianco tossico vecchia generazione. "Colpa del governo" dice immancabilmente il sindaco vanitoso Sala ad ogni situazione malavitosa di Milano. Fino a due anni fa, col governo dei compari, non lo diceva, e anche questo processo di deresponsabilizzazione strategica è opera del conformismo indotto da Bruxelles.
L'AUTO ELETTRICA
Tra le bugie colossali, l'auto elettrica: la hanno imposta ma il mercato, cioè gli uomini, cioè i cittadini europei, non la regge, ci stanno rinunciando tutti ma chi li quantifica i costi di un abbaglio durato dieci, quindici anni? Ed è tutto così. Però ce ne vuole di più, siamo alla politica esoterica, fatale. La Ue è nata come camera di compensazione della finanza globale, della grande industria, come si è visto coi vaccini che solo adesso si ammettono pericolosi, dopo tre anni di pressioni autoritarie e fanatiche, ma prendiamo atto che più nessuno vuole uscirne: non si può, la Ue si lascia solo in una bara, come per il crimine organizzato. "Ah, la cambiamo dall'interno".
Davvero? Non c'è uno di questi che predicano l'entrismo leninista che non lo faccia per un tornaconto personale. Il resto sono chiacchiere sovietiche, tutto tranne che innocue. A voler vedere il mondo non con gli occhi della realtà ma dei propagandisti si va incontro a esiti imprevedibili ma sicuramente dissipatori e catastrofici. Quando il divulgatore Tozzi si chiede, retoricamente, se valgano di più gli esseri umani o le api, non fa una sparata da social, una sparata elettorale ma ripete in modo preciso, pedissequo, lo stesso dei più pesanti Bill Gates, Klaus Schwab, Fran Timmermans, Ursula von der Leyen, dei programmi europei che impostano la disinfestazione umana ora coi vaccini, ora con la "transizione green", ora con la sterilità indotta da umanità demascolinizzata da "tutt* e tutt*": siamo troppi, siamo il doppio del consentito, va operata la selezione naturale. Il guaio è che le conseguenze le pagano sempre gli altri, le scontano gli inermi e gli innocenti, primi fra tutti i ragazzini, i bambini dei quali l'onorevole Zan dice che "va garantito il cambio di sesso".
7 MAG 2024 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7784
CASE GREEN? NO, IL PROBLEMA SARANNO LE CASE VUOTE di Lorenzo Bertocchi
C'è una emergenza più forte delle altre e che avrà effetti su tutto, compreso il patrimonio immobiliare. Se l'Ue si preoccupa delle case «green», per cui entro il 2030 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero, e il resto del patrimonio edilizio avrà 20 anni di tempo per raggiungere le emissioni zero entro il 2050, l'inverno demografico risolverà il problema alla radice. Perché molte case saranno semplicemente vuote e abbandonate, ce lo insegna il Giappone.
La demografia nipponica è in caduta libera da decenni e anche il 2023 ha fatto registrare l'ennesimo minimo storico, come peraltro ha registrato l'Istat per il nostro Paese con appena 379mila nati (il 2008 è l'ultimo anno in cui in Italia si registrava un incremento delle nascite). Calo dei salari, stagnazione economica, ma soprattutto secolarizzazione galoppante e trionfante che ha inciso in modo definitivo sulla propensione a generare prole. Il Giappone è vecchio come pochi e non basta nemmeno l'accelerata del premier Kishida a riattizzare i numeri demografici.
Una delle conseguenze dirette di questa situazione demografica è appunto il fenomeno in costante crescita delle case abbandonate e sfitte. «Secondo un'indagine governativa pubblicata il 30 aprile», riporta Asianews, «le abitazioni non occupate sono in tutto 9 milioni, il 13,8% del totale nel Paese, ovvero 1 su 7. Circa la metà delle case sfitte (akiya in giapponese) 4,76 milioni, è in affitto o in vendita, secondo i dati rilasciati dal Ministero degli Interni, mentre altre 380mila sono destinate ad un uso stagionale o occasionale. Ma il dato più significativo è il numero delle case abbandonante e senza destinazione d'uso, aumentato di 370mila unità rispetto alla precedente indagine governativa: attualmente sono 3,85 milioni, numero più alto mai registrato». Sono gli anziani che vengono mandati in case di cura e che muoiono a spingere il fenomeno, e le case ereditate vengono spesso abbandonate a causa dei costi proibitivi di manutenzione e/o abbattimento. Per tacere di tutte le questioni legali spesso dovute a famiglie «nucleari» con figli o con separazioni alle spalle.
Per l'Italia le previsioni demografiche sono inesorabili e le prospettive al 2050 parlano di 5 milioni di abitanti in meno, non è difficile pensare che anche per il patrimonio immobiliare la strada è quella indicata dal Giappone. Altroché case «green», il problema che abbiamo davanti sarà quello delle case vuote.
Nota di BastaBugie: Stefano Magni nell'articolo seguente dal titolo "Irrealizzabile, inutile e iniqua. Arriva la direttiva sulle Case Green" spiega perché è passata con un voto a maggioranza (l'Italia ha votato contro) la direttiva europea sulle Case Green. Anche se il testo non è così massimalista come la bozza originale del 2021, comporta comunque un costo enorme per i proprietari di immobili. Intervista a Sandro Scoppa.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 13 aprile 2024:
Dopo più di due anni di dibattito, la direttiva Ue sulle "case green", che impone norme per il risparmio energetico a tutti gli edifici, pubblici e privati, è stata approvata dall'Ecofin, il Consiglio Europeo dei ministri delle Finanze. La direttiva è stata votata da tutti i membri dell'Ue, tranne l'Italia e l'Ungheria (contrarie), Repubblica ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia (astenute).
Si tratta di un testo più moderato rispetto al progetto del 2021, che divideva le case in classi energetiche e prevedeva sanzioni molto dure (incluso il divieto di affittare o vendere) per i proprietari i cui immobili non erano conformi alla classe prescritta. La nuova direttiva comunque impone degli obiettivi molto ambiziosi. E sempre a danno dei proprietari. "Il tema è chi paga", ha commentato a caldo il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, dopo il voto contrario italiano. Cosa ci aspetta? Lo abbiamo chiesto a Sandro Scoppa, avvocato, presidente di Confedilizia della Calabria e molto attivo nella difesa del diritto di proprietà sulla casa, autore di saggi quali: Controllare gli affitti, distruggere l'economia, La proprietà sfrattata, Il miraggio dell'equo canone nell'affitto delle case e In nome della proprietà.
In che cosa consiste la nuova direttiva?
Viene richiesto ai Paesi Ue di realizzare un piano nazionale di ristrutturazione degli edifici che garantisca entro il 2050 la decarbonizzazione di tutti gli immobili, in linea con gli obiettivi di emissioni zero di tutta l'economia europea. Per arrivare a ciò le tappe intermedie sarebbero una riduzione di almeno il 16% dell'utilizzo di energia entro il 2030 da parte delle abitazioni e una del 20-22% entro il 2035. Le nuove costruzioni, invece, dovrebbero essere a emissioni zero già dal 2030. Scompaiono, quindi, i diktat inclusi nella proposta iniziale riguardanti il passaggio da una categoria energetica a un'altra. Nel 2040, poi, dovrebbero essere eliminate completamente le caldaie alimentate a combustibili fossili, che, comunque, non potrebbero essere più sovvenzionate già dall'anno prossimo, il 2025.
Come giudica questa direttiva?
Questa direttiva ha tre "i": è irrealizzabile, inutile, iniqua. Irrealizzabile, prima di tutto, per motivi di natura sia politica che pratica: prevede che sia recepito dagli Stati e interventi e costi enormi in un tempo troppo ristretto
Perché inutile?
I dati dell'Unep (United Nations Environmement Programme) sono molto eloquenti: tra il 1850 e il 2021 i Paesi dell'attuale Ue hanno prodotto il 13% delle emissioni di anidride carbonica, senza contare quelle indirettamente causate attraverso la propria presenza economico-politica nel resto del globo, mentre nel 2021 la percentuale di gas serra responsabilità della Ue era solo del 7%. Un 7% che, ricordiamolo, va confrontato con la quota dell'economia mondiale rappresentata proprio dall'Unione Europea, il 18,5%. Significa che inquiniamo molto meno della metà della media in proporzione a quanto produciamo economicamente
Ed è anche iniqua?
Sì, perché costringe le famiglie ad attingere a risparmi sempre più esigui o i governi, a sostituirsi ad esse, aumentando i debiti e distogliendo risorse da altre finalità più utili per raggiungere obiettivi che, anche nella remota ipotesi fossero realizzabili, non sarebbero di alcun reale beneficio per i cittadini.
Però dovrebbe essere rispettosa dei diritti di proprietà, o no?
La direttiva dovrebbe essere ancora più invasiva di quel che sembri, perché deve essere realizzata attraverso un reticolato di interventi, di tipo fiscale e normativo, che incidono sia nelle dinamiche del mercato, sia extra-mercato (tasse ambientali, ad esempio). I cui esiti sono fallimentari, producendo, come ha sempre sostenuto la Scuola Austriaca di economia, effetti non intenzionali di azioni intenzionali. E a pagare saremo tutti noi.
È una direttiva molto più leggera rispetto al testo originale?
Sì, ma quel che conta è che si è aperta una breccia, inserendo un principio. Anche se si è attenuata rispetto alle previsioni, comunque una breccia è aperta. E dipende, poi, da chi la potrà sfruttare. Se questa direttiva finisce nelle mani di un esecutivo giallo-rosso, come quello che abbiamo avuto in Italia nel 2019-21, allora sarà tradotta in super-bonus o reddito di cittadinanza, con danni al bilancio dello Stato incommensurabili. Ma esiste un animo interventista statale anche nel centro-destra, ad esempio la lotta contro gli affitti brevi, sempre contro il diritto di proprietà della casa. Gli effetti sul mercato ci sono già.
Quanto ci costerà?
Secondo le stime Ance: su 12 milioni di edifici residenziali, oltre 9 milioni non risulterebbero idonei a rispettare le performance energetiche richieste. Secondo l'ultimo rapporto Enea: circa il 75% degli immobili presenti nei comuni italiani sarebbe stato realizzato prima della Legge 10/1991, la norma che regola i consumi dell'energia negli edifici pubblici e privati. Sempre stime Enea, il 74% delle abitazioni italiane, cioè 11 milioni, apparterrebbero a classi energetiche inferiori alla D, nello specifico il 34% in G, 23,8% in F e 15,9% E. La previsione peggiore è quella di Federcepicostruzioni: 9,7 milioni di edifici da ristrutturare, per cui sarebbe necessario investire mille miliardi di euro. Un po' meglio il Rapporto Cresme-Symbola: 3,2 milioni di immobili per l'adeguamento del 16% dei consumi entro il 2020, comportano un costo di 320 miliardi di euro, circa. Ma giusto per renderci conto delle dimensioni: il superbonus è costato quasi 129 miliardi e ha già creato problemi gravi alla tenuta dei conti pubblici.
"Chi paga?" se lo è chiesto anche il ministro Giorgetti.
La direttiva Ue non prevede alcun incentivo. Tutto il costo ricadrà sulle spalle dei proprietari di immobili e dopo il fallimento del super-bonus, interventi statali per alleviare i costi sono sempre più indigesti.
Ma allora perché la maggioranza dei governi europei l'ha approvata con entusiasmo?
I promotori di questa direttiva sono convinti che il capitalismo sia incompatibile con la preservazione dell'ambiente. Sono mossi da quel che viene ormai chiamato: socialismo ambientale. Accanto al socialismo abitativo, che mira a regolamentare gli affitti, abbiamo ora quello ambientale, che limita il diritto di proprietà sull'immobile per scopi ecologisti.
7 MAG 2024 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7789
LA BOTTIGLIA ECO-FRIENDLY PER BERE UN SORSO DI IDEOLOGIA di Stefano Chiappalone
Oltre che scomodo lascia anche un retrogusto di ideologia: è il nuovo tappo europeo a prova di dispersione nell'ambiente, quello che non si stacca e ti rimbalza sulla bocca mentre bevi. Basta girarlo, dicono, e il problema è risolto. Resterà pur sempre attaccato, ma è un piccolo sacrificio logistico per "salvare l'ambiente" - mantra che ormai riecheggia anche dai pulpiti, passando per le scritte diffuse ovunque: "Questo prodotto è green", "Questo cartone è riciclato", "Quest'auto è ecologica". Persino sul navigatore appare l'immancabile fogliolina verde ad avvisarti che il tale percorso è meno inquinante del talaltro. E non senza contraddizioni, quando più emergenze entrano in cortocircuito fra loro: la lotta ecologica al monouso lanciata nel 2019 subì un improvviso dietrofront quando il monouso fu riscoperto nell'anno pandemico.
Le bottiglie eco-friendly diventeranno obbligatorie in applicazione della Direttiva (UE) 2019/904 del Parlamento europeo e del Consiglio sulla riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente. La ragione? «I tappi e coperchi di plastica dei contenitori utilizzati per bevande sono tra gli oggetti di plastica monouso più frequentemente rinvenuti sulle spiagge dell'Unione. Pertanto, i contenitori per bevande che sono prodotti di plastica monouso dovrebbero poter essere immessi sul mercato solo se soddisfano determinati requisiti di progettazione che riducono in modo significativo la dispersione nell'ambiente dei tappi e coperchi di plastica». Di conseguenza «gli Stati membri provvedono a che i prodotti di plastica monouso elencati nella parte C dell'allegato i cui tappi e coperchi sono di plastica possano essere immessi sul mercato solo se i tappi e i coperchi restano attaccati ai contenitori per la durata dell'uso previsto del prodotto».
Problema risolto, almeno quello dei tappi, finché altri rifiuti non implicheranno il proliferare di altrettanti divieti. Un'alternativa ci sarebbe, per quanto demodé: c'era una volta un'usanza sconosciuta che si chiamava "educazione", volta a "civilizzare" (termine ancor più demodé) gli esseri umani e ricopriva un'ampia gamma di comportamenti da: "non metterti le dita nel naso" a "non gettare i rifiuti nel fiume (o in spiaggia o nei boschi o dove vi pare)". Veniva insegnata fin da bambini, molto prima che arrivasse - anzi che nascesse - la svedese con le treccine che ha predicato l'eco-vangelo al mondo. Chi l'ha assimilata non getta il tappo a caso nemmeno se è staccabile (e lo farà per buon senso, non per improvviso fervore ecologista); chi non l'ha assimilata, se il tappo non si stacca getterà pure la bottiglia.
«Mai avrei pensato di entrare in un mondo nel quale non puoi staccare il tappo dalla bottiglia di plastica. E non siate così ingenui, per favore, da ritenere tutto ciò irrilevante», scrive su Facebook il filosofo Carlo Lottieri. No, anche se avviene attraverso un oggetto minuscolo e una banale questione logistica, non è affatto irrilevante il passaggio dalla persuasione alla coercizione (o dal tappo green alle case green). Se prima dovevi "solo" sorbirti l'onnipervadente propaganda che ti esortava a vivere in maniera responsabile e rispettosa dell'ambiente, adesso non dovrai preoccupartene più: della tua responsabilità si fa carico direttamente il SuperStato etico (ed ecologico), eliminando in radice il rischio che tu possa buttare il tappo in spiaggia.
Il tappo non-staccabile ricorda la catenina del ciuccio per i bambini, affinché non lo buttino in terra. Ha una funzione analoga alla rete del box o alla sponda del lettino o a tutta quella serie di protezioni per evitare che il bambino faccia danni o si faccia male; protezioni che però sono temporanee e vanno necessariamente e progressivamente allentate, affinché l'infante esca dall'età infantile. Qui invece assistiamo all'infantilizzazione del cittadino, oggi in nome dell'ambientalismo, domani di chissà cosa, varcando il sottile confine tra educare e rieducare. Più che un tappo di bottiglia è un vaso di Pandora.
26 MAR 2024 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7737
GLI ECOLOGISTI FANNO, DA SEMPRE, SOLO DANNI di Franco Battaglia
Siamo in primavera, e quest'anno ricorre il 60mo anniversario della prima edizione italiana (Feltrinelli, 1963) della Primavera Silenziosa, la Bibbia degli ambientalisti. Personalmente ritengo l'ambientalismo - assieme alla schiavitù, al nazismo, al comunismo, al terrorismo - uno dei grandi mali che hanno afflitto questa nostra umanità. Qualcuno dirà che sono severo, qualcun altro taglia corto e dice che sono provocatore e bugiardo. Facciamo così: giudicate voi.
L'UTOPIA AMBIENTALISTA
È indubbio che l'ambientalismo è animato da, apparentemente e a parole, ottime intenzioni, e dove portano le strade così lastricate lo sapete già. E ottime furono, almeno a parole, le intenzioni del nazismo e del comunismo e, se chiedete ai terroristi, anche del terrorismo. L'ottima intenzione dell'ambientalismo - di cui, peraltro, proprio i gerarchi nazisti furono ardenti seguaci - è salvare il pianeta. Da chi e/o da cosa? Da chi, dall'uomo stesso: siamo noi il cancro del pianeta e come ogni cancro va estirpato con la forza. Da cosa, da una pletora di pericoli che, però, sono per lo più inventati. Porre in essere azioni per minimizzare rischi inesistenti o, peggio, per ignorare (o, sempre peggio, aggravare) rischi reali, può avere conseguenze fatali e pandemiche.
Rachel Carson aveva iniziato gli studi universitari di biologia e, coerente con una pratica che sarebbe diventata ricorrente tra gli ambientalisti, non riuscì a completarli: si fermò al bachelor (l'equivalente della nostra odierna laurea triennale) e con diversi anni di ritardo rispetto ai coetanei. Fallita come scienziata, si dette alla divulgazione contro la scienza. Anche questo è tipico. Nel 1948 Paul Muller era stato premiato col Nobel per aver inventato la molecola del Ddt, cruciale per la lotta contro il tifo e la malaria. Nel 1948, nella sola isola di Ceylon (odierno Sri Lanka), si contarono 2 milioni di casi di malaria che, grazie al Ddt - poi benedetto da Winston Churchill come "polvere miracolosa" - si ridussero a 31 casi nel 1962.
LA MISTIFICAZIONE VERDE SUL DDT
E nel 1962 uscì Silent Spring. Nel cui primo capitolo la Carson si inventò di sana pianta una città ove, così avvelenata dal Ddt, le primavere sarebbero, appunto silenziose, a causa della morte di tutte le specie di insetti e uccelli che altrimenti allietano le orecchie di chi va per prati. La città naturalmente non esiste ma, lo stesso, il Ddt fu bollato nel libro come «l'elisir della morte», mentre invece stava salvando milioni di vite umane. Cosa che continuò a fare fino a quando la campagna lanciata dalla Carson e urlata dai movimenti ambientalisti (che stavano al tempo nascendo) lo mise al bando, proibendone l'uso in tutto il mondo. La conseguenza fu (è) che milioni di persone hanno ripreso (stanno continuando) a morire per la malaria: nel mondo, 200 milioni di casi e 400mila decessi solo nel 2019. Nel caso foste ancora convinti che quella mia all'inizio era provocazione, continuate a leggere.
GUERRA AGLI OGM
Non contenti della strage della malaria, gli ambientalisti del mondo sono impegnati in altre non meno imponenti stragi. La lotta all'agricoltura con organismi geneticamente migliorati (Ogm) è una di queste. Vi sono nel mondo oltre un miliardo di persone che, essendo la loro unica fonte di nutrizione il riso (vegetale di propria natura privo di vitamina A), soffrono di un grave deficit alimentare, che nei casi più severi provoca cecità o anche morte prematura. Se solo quelle persone potessero coltivare golden rice che, geneticamente migliorato, è ricco di beta-carotene (un precursore della vitamina A), il loro destino sarebbe meno miserabile. Ma non possono, perché gli ambientalisti del mondo hanno dichiarato la guerra agli Ogm.
LE FAKE NEWS SULLA CO2
Un'altra tragica lotta intrapresa dai nostri eroi è quella per la riduzione delle emissioni di CO2. Dovete sapere che l'85% delle azioni che noi facciamo sfruttano energia prodotta con emissioni di CO2 (il restante 15% no, grazie alle tecnologie nucleare e idroelettrica) e che l'80% dei costi del cibo nel nostro piatto sono costi energetici: in pratica, la moderna agricoltura altro non è che la trasformazione di petrolio in cibo. Orbene, ridurre le emissioni di CO2 del 50% come i Verdi vorrebbero imporre all'universo mondo, a noi farebbe saltare la cena, ma porterebbe centinaia di milioni di persone nel mondo dalla condizione di morti-di-fame a quella di morti per fame.
E ora il vostro severo verdetto: ditemi se è vero o no che l'ambientalismo è già stato più mortale di schiavitù, nazismo, comunismo e terrorismo messi insieme, e ancora più danni potrebbe fare se i suoi insani propositi non sono fermati.
6 MAR 2024 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ hhttps://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7717
L'ECOCIDIO DIVENTA REATO: LA NUOVA FOLLIA VERDE PRENDE FORMA NELL'UE
Da 5 a 10 anni di carcere per commercio illegale di legname, estrazione dell'acqua da una fonte, diffusione di specie invasive, distruzione dell'ozono (questi ed altri saranno reati paragonabili ai crimini di guerra)
di Luca Volontè
L'ecocidio reato punibile da 5 a 10 anni di carcere, questo prevede l'ultima folle normativa europea che l'attuale Parlamento, ormai agli sgoccioli, ha definitivamente approvato il 26 febbraio e che dovrà essere traslata nell'ordinamento giuridico dei 27 paesi europei entro i prossimi due anni. Ieri, al culmine della follia, lo stesso Parlamento ha approvato la nuova legge sul «ripristino della natura» dove i protagonisti saranno farfalle e uccelli, non certo gli agricoltori o boscaioli. Martedì, il Parlamento ha approvato in via definitiva nuove misure e sanzioni per contrastare la criminalità ambientale, la nuova direttiva, concordata con il Consiglio il 16 novembre 2023, è stata approvata con 499 voti favorevoli, 100 contrari e 23 astensioni. Tra i nuovi reati figurano il commercio illegale di legname, l'esaurimento delle risorse idriche, le gravi violazioni della legislazione dell'Ue in materia di sostanze chimiche e l'inquinamento provocato dalle navi.
I parlamentari europei hanno voluto inserire nel testo anche i cosiddetti "reati qualificati", vale a dire quelli che portano alla distruzione di un ecosistema e sono quindi paragonabili all'ecocidio (ad esempio gli incendi boschivi su vasta scala o l'inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo). I reati ambientali commessi da persone fisiche e rappresentanti d'impresa saranno punibili con la reclusione, a seconda della durata dell'evento provocato, della gravità o della reversibilità del danno. Per i cosiddetti reati qualificati o paragonabili ad ecocidii, il massimo è di 8 anni di reclusione, per quelli che causano la morte di una persona 10 anni e per tutti gli altri 5 anni. Per le imprese l'importo dipenderà dalla natura del reato: potrà essere pari al 3 o 5% del fatturato annuo del gruppo, in alternativa, a 24 o 40 milioni di euro. Inoltre, i parlamentari hanno introdotto l'obbligo per gli Stati membri di organizzare corsi di formazione specializzati per forze dell'ordine, giudici e pubblici ministeri, redigere strategie nazionali e organizzare campagne di sensibilizzazione contro la criminalità ambientale.
CRIMINALIZZATI I CASI DI DANNO AMBIENTALE
Con l'approvazione definitiva del Parlamento, l'Unione Europea è diventata il primo organismo internazionale a criminalizzare i casi più gravi di danno ambientale "paragonabili all'ecocidio". La distruzione dell'ecosistema comprende la perdita di habitat e il disboscamento illegale: aspetta dunque a tagliare il boschetto sotto casa o accendere fuochi per incenerire le stoppie! Secondo Marie Toussaint, avvocato francese ed eurodeputata del gruppo Verdi/Alleanza libera europea e già parte del team degli ambientalisti di "EndEcocide", l'Ue sta «adottando una delle leggi più ambiziose al mondo... La nuova direttiva apre una nuova pagina nella storia dell'Europa, punendo da coloro che danneggiano gli ecosistemi e, di conseguenza, proteggendo la salute umana. Significa porre fine all'impunità ambientale in Europa, che è cruciale e urgente», ha affermato.
Nella sua relazione sulla lotta contro la criminalità ambientale in Europa, l'Ufficio europeo dell'ambiente (Eeb) cita numerosi esempi di reati ambientali che sono rimasti impuniti perché non sono stati inclusi nella direttiva. La direttiva non include direttamente la parola «ecocidio», nel suo preambolo si fa riferimento solo a «casi paragonabili all'ecocidio», gli ambientalisti si sono detti molto soddisfatti. L'ecocidio è definito come «atti illeciti o arbitrari commessi con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità che tali atti causino danni gravi e diffusi o a lungo termine all'ambiente» e tale proposta è stata formulata nel 2021 da 12 avvocati di tutto il mondo e presentata dall'organizzazione ambientalista "Stop Ecocide International".
UN NUOVO REATO
L'approvazione di una definizione comune da parte di diversi Stati di tale nuovo reato, potrebbe consentire il perseguimento e la condanna degli atti di distruzione ambientale da parte della Corte penale internazionale, fondata sullo Statuto di Roma e che al momento si dedica a giudicare in casi di crimini di guerra, dei crimini contro l'umanità, dei genocidi e delle aggressioni. Insomma, dall'estrazione dell'acqua da una fonte, all'introduzione e alla diffusione di specie esotiche invasive, sino alla distruzione dell'ozono, tutti identificati come reati ambientali paragonabili all'ecocidio nella nuova direttiva, vi porterebbero sul banco dei 'criminali di guerra'. Gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire la direttiva riveduta nel diritto nazionale, ma secondo il relatore della direttiva in Parlamento Antonius Mandes del Ppe , potrebbe esser necessario avere anche un pubblico ministero a livello europeo, ampliando il «mandato della Procura europea» per gestire «tali casi».
Con l'introduzione dei reati «paragonabili all'ecocidio» l'ideologia green europea tocca il suo apice giustizialista. A riprova che al peggio non c'è limite, il Parlamento europeo ieri ha approvato definitivamente la nuova normativa per il «ripristino della natura» che obbliga gli Stati membri a ripristinare almeno il 20% degli habitat (le foreste, praterie e zone umide ai fiumi, ai laghi e ai letti coralli) entro il 2030, aumentando al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050. Per migliorare la biodiversità negli ecosistemi agricoli, i paesi dell'Ue dovranno compiere progressi in due dei seguenti tre indicatori: l'indice delle farfalle dei pascoli; la quota di terreni agricoli caratterizzati da un'elevata diversità paesaggistica; lo stock di carbonio organico nel suolo minerale delle terre coltivate.
Si deve anche aumentare l'indice di avifauna dei terreni agricoli comuni, perché gli uccelli sono buoni indicatori dello stato generale della biodiversità. L'affidamento ai sacerdoti verdi, protettori di farfalle, uccelli e bestie randagie, segna l'ulteriore scivolamento verso la follia totale degli attuali parlamentari e burocrati di Bruxelles.
7 FEB 2024 · VIDEO IRONICO: La fregatura dell'auto ecologica ➜https://www.youtube.com/watch?v=i7_zQzg4aqA&list=PLolpIV2TSebVtj34zS7A0AabuQ9cf1Uxp
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7692
L'ENTUSIASMO PER I VEICOLI ELETTRICI STA FINENDO di Gary Isbell
Se foste così ingenui da credere ai media dominanti e agli ambientalisti estremi, potreste pensare che la gente sia pronta ad abbandonare le proprie auto a carburanti classici per acquistare veicoli elettrici. Alcuni fatti scomodi, tuttavia, dimostrano il contrario.
Un dato di fatto è la stanchezza dell'opinione pubblica per il continuo rullare di tamburi degli allarmisti climatici. Sembra che non ci sia evento atmosferico o disastro naturale che non venga attribuito al cambiamento climatico. L'opinione pubblica è giustamente scettica nei confronti dei loro pronostici funesti e quindi riluttante a salire sui veicoli elettrici.
Pertanto, il mercato dei veicoli elettrici è in declino, nonostante la propaganda pervasiva che ne sostiene i vantaggi. Le persone cominciano a vedere oltre il clamore e le prove empiriche sono più convincenti dei programmi utopici radicali.
La luna di miele è finita. Le auto elettriche non funzionano come promesso, costano molto di più all'acquisto e sono difficili da tenere sotto carica. In effetti, l'infrastruttura di ricarica a livello nazionale, necessaria per supportarne l'uso su larga scala, non si vede dove sta.
Il mercato sembra aver raggiunto un punto di saturazione, con gli attuali proprietari di veicoli elettrici costituiti in gran parte da coloro che sono impegnati in un'agenda ecologica estrema e da coloro che non hanno bisogno di percorrere lunghe distanze in vasti deserti di caricabatterie.
Questi dati demografici si ripercuotono sulle vendite di veicoli elettrici, in quanto sono sempre meno quelli che si lasciano convincere dagli scenari di benessere degli eco-rivoluzionari. I veicoli elettrici rimangono fermi in innumerevoli parcheggi dei concessionari, mentre le auto a benzina si vendono a gonfie vele. Gli acquirenti americani stanno inviando un messaggio forte e inequivocabile all'industria automobilistica e all'amministrazione Biden: non siamo d'accordo con la agenda ecologica.
I CONCESSIONARI DI AUTO SONO MESSI ALLE STRETTE
Un altro fatto scomodo è il rifiuto dei concessionari di auto di aderire alla tendenza dei veicoli elettrici. I concessionari hanno investito molto per mettere queste meraviglie elettriche nei loro parcheggi, ma ora si chiedono chi le comprerà.
I concessionari devono anche far fronte alle lamentele dei clienti, secondo i quali le stime imprevedibili dell'autonomia sono inaffidabili per tutto ciò che va oltre i viaggi di breve percorrenza e l'uso cittadino. Questi problemi più il tempo necessario per la ricarica rendono le auto ad alto prezzo inaffidabili e poco pratiche.
Anche i concessionari devono apportare modifiche costose. Alla fine del 2022, Ford Motor ha chiesto ai concessionari di investire fino a 1,2 milioni di dollari ciascuno per accogliere gli arrivi di veicoli elettrici, comprese le infrastrutture di ricarica. Tuttavia, la casa automobilistica ha recentemente alleggerito alcuni requisiti iniziali per adattare la propria strategia al calo del mercato.
General Motors ha informato le concessionarie che devono investire in costose attrezzature di assistenza e nella formazione del personale per raggiungere l'ambizioso obiettivo di GM di diventare 100 per cento VE entro il 2030. Il costo è significativo: le concessionarie dovranno spendere 300.000 dollari o più per riconfigurare le loro attività.
Preoccupati per le aspettative irrealistiche sull'adozione dei veicoli elettrici, quasi 4.000 concessionari di auto hanno inviato una lettera ai produttori invitandoli a rivalutare i mandati per i veicoli elettrici. Anche il settore assicurativo ha riconosciuto le sfide insormontabili poste dai veicoli elettrici, con conseguente aumento dei costi assicurativi.
LA GESTIONE DALL'ALTO VERSO IL BASSO È CAUSA DI OPPRESSIONE
Un ultimo fatto scomodo riguarda le case automobilistiche, che hanno seguito l’onda e si sono date da fare per produrre veicoli elettrici, dato che alcuni Stati americani stanno imponendo la vendita di tutti i veicoli elettrici entro il 2030.
Di fronte alla rivolta dei concessionari, alcune case automobilistiche stanno ricorrendo a misure drastiche. General Motors, ad esempio, ha rilevato il 47% delle sue concessionarie Buick nel 2022, che rappresentano circa 940 delle 2.000 concessionarie presenti nel Paese.
Le case automobilistiche sostengono inoltre un modello di vendita diretta per i veicoli elettrici, snellendo il processo e riducendo il numero di veicoli elettrici nell'inventario dei concessionari. Queste decisioni dittatoriali e draconiane stanno rendendo la vita miserabile a tutti, dai concessionari ai consumatori.
Se tutto questo non bastasse, la mano pesante dei politici e dei sussidi governativi sta imponendo la sua agenda ecologica a tutti gli interessati. Una simile gestione dall'alto dell'economia e della cultura è tipica dei socialisti che professano di agire in nome del popolo mentre lo schiavizzano e lo opprimono.
Sono assenti dall'equazione le soluzioni organiche che utilizzano l'esperienza di coloro che lavorano nei loro campi per proporre approcci innovativi che riflettono una cultura dedicata alla pratica della virtù.
5 DIC 2023 · VIDEO: Il contestatore di Greta Thunberg ➜ https://www.youtube.com/watch?v=vPwdjQAV9_E
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7622
ECO VANDALI IRROMPONO A MESSA: IL VESCOVO LI STIMA E CEDE IL MICROFONO di Andrea Zambrano
Quello di ieri mattina in Duomo a Torino è stato un vero e proprio assalto compiuto con modalità eversive. Ciò che è paradossale è che il proclama che le due attiviste di Extinction Rebellion (XR) hanno preteso di leggere togliendo la parola all'arcivescovo Roberto Repole, non era un testo di Mao Tse Tung come si sarebbe fatto negli anni '70, ma un'enciclica di Papa Francesco: la Laudate Deum. Ora, non che il testo papale sia da considerare eversivo, ma è indicativo che se ne siano serviti per i loro scopi - questi sì eversivi - le due attiviste che hanno interrotto la Messa.
Alla Messa di ieri mattina in cattedrale il vescovo Roberto Repole ha appena terminato di proclamare il Vangelo della prima domenica di Avvento e si accinge a iniziare l'omelia. È a quel punto che un'attivista di Extinction Rebellion gli si si para davanti e con voce stentorea inizia a pretendere di leggere alcuni testi di Papa Francesco sulla causa climatica. Anche un'altra si pone al centro del presbiterio e inizia a proclamare. Seguono momenti concitati e di imbarazzo. Qualche fedele si avvicina e le invita ad andarsene, ma senza usare la forza. Loro continuano. A quel punto, il vescovo, che era rimasto imperterrito all'ambone, scende vicino a loro. Dice qualche cosa per lamentarsi del modo con il quale hanno interrotto la Messa. Però le fa parlare.
Ecco come giustificherà poco dopo il fatto di avergli ceduto il microfono: «Ho grande stima per chi si mobilita per la difesa del Creato e accoglie gli appelli di Papa Francesco, apprezzo l'impegno in questo senso delle attiviste di Extinction Rebellion - ha commentato l'arcivescovo - ma mi è dispiaciuto che abbiano ritenuto di prendere la parola in Duomo senza prima volermene parlare e chiedere se potevano intervenire. Avrei risposto che a Messa si prega spesso per la pace e per la salvaguardia del Creato, ma la celebrazione eucaristica non è un momento idoneo a ospitare interventi pubblici: ho inizialmente lasciato che le attiviste parlassero; poi ho chiesto che terminassero perché la Messa è un momento di preghiera e in quanto tale dev'essere rispettata, anche e soprattutto da coloro che dichiarano di voler operare nel rispetto di tutti».
LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO SULLA PRESUNTA CRISI CLIMATICA
Quindi Repole ha stima per gli "eco vandali", e questa potrebbe essere una notizia nella notizia, ma il problema è solo che non gliel'hanno chiesto preventivamente, lasciando intendere che uno spazio, dentro o fuori dalla Messa, ma in chiesa si sarebbe comunque trovato.
Le due donne invece hanno gridato: «Vogliamo portare l'attenzione dei fedeli sulle parole che papa Francesco sta spendendo per la crisi climatica». E poi hanno letto il messaggio che il pontefice ha inviato alla Cop28 di Dubai, con l'invito a smettere di finanziare guerre e devastazione ambientale.
Poco dopo sul profilo X dell'organizzazione è avvenuta la rivendicazione in perfetto stile eversivo con tanto di foto: «Questa mattina, #ExtinctionRebellion ha brevemente interrotto la Messa nel Duomo di #Torino. Durante il silenzio che precedeva l'omelia, un gruppo di persone ha letto a voce alta dei passi del Laudate Si e del Laudate Deum di #PapaFrancesco». Strafalcioni a parte - l'enciclica del 2015 si chiama Laudato sì - si tratta della prima azione con modalità eversive fatta da XR in Italia e avente come teatro una chiesa, per giunta durante una funzione sacra.
Non stupisce la sostanziale arrendevolezza del vescovo di Torino, per il quale il sacrilegio dell'interruzione della Messa è solo un problema di "inidoneità" o di inopportunità. Si dice dispiaciuto, come se l'irruzione sia un fatto personale e non una ferita. Del resto, i testi oggetto del proclama erano quelli del papa in persona. Come avrebbe potuto impedirglielo?
Chissà se li avrebbe fatti parlare lo stesso se invece che di Bergoglio avessero letto un testo di Papa Ratzinger o se l'argomento dell'irruzione non fosse stato il climatismo, ma la piaga degli aborti o altre emergenze non sposate dalla nuova Chiesa che va a braccetto con le ideologie del momento? Siamo autorizzati a pensare che avrebbero agito in maniera più energica per cacciarle fuori dalla chiesa.
Appunto, cacciare fuori dalla chiesa. È questo il punto nevralgico di questa storia. Repole dovrebbe sapere perfettamente, infatti, che, decidendo di interrompere la Messa e di mettere in campo un'azione di tipo politico, sono stati compiuti una profanazione e un reato. Per quanto riguarda la prima, l'azione di XR meriterebbe un atto di riparazione perché la Messa è stata profanata in uno dei suoi momenti centrali, la liturgia della Parola, per finalità politico-ideologiche che nulla hanno a che fare con il culto. Ma siamo sicuri che nessuno si incaricherà di riparare il sacrilegio.
ART. 405 CODICE PENALE: TURBATIVA DI FUNZIONI RELIGIOSE
In quanto al reato, è abbastanza palese che, decidendo di irrompere in un tempio durante la celebrazione sacra, alla presenza di un ministro di culto, sia stato violato l'articolo 405 del codice penale che, delineando l'illecito della turbatio sacrorum recita: «Chiunque impedisce o turba l'esercizio di funzioni, cerimonie o pratiche religiose del culto di una confessione religiosa, le quali si compiano con l'assistenza di un ministro del culto medesimo o in un luogo destinato al culto, o in un luogo pubblico o aperto al pubblico, è punito con la reclusione fino a due anni».
Certo, non avranno mai due anni di carcere, anche perché la lettura della Laudate Deum potrebbe fungere da attenuante, ma forte di questo aspetto del diritto concesso non dalla Chiesa, ma dallo Stato repubblicano, Repole avrebbe potuto pretendere l'arrivo dei Carabinieri per ristabilire la giustizia. Cosa che non ha fatto, alimentando così il sospetto che per l'Arcivescovo, sono i modi così irruenti a destare perplessità. La causa invece… bè la causa del climatismo eco vandalico è da sposare senz'altro.
Del resto non c'è da stupirsene. Non più tardi di un anno fa Avvenire solidarizzava con i gruppi estremisti giustificando le loro azioni. In quanto alla Laudate Deum presa a modello in chiave eco vandalica, forse qualche interrogativo in più sulla contestata encliclica papale sarebbe lecito porselo.
Peccato che questo episodio non sia accaduto prima dell'approvazione dell'ultimo decreto sicurezza, dove i blocchi stradali degli "eco vandali" di XR sono passati da illeciti amministrativi a reati veri e propri. I cattolici dovranno in futuro invocare un comma specifico per i blocchi delle liturgie? Quelle cattoliche, ovviamente. Per le altre, quelle islamiche ad esempio, ci pensano già i musulmani a far rispettare le regole in moschea.
24 OTT 2023 · VIDEO: La suora placca l'ambientalista ➜ https://www.youtube.com/watch?v=DLOCf86hbyE
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7581
IL VIDEO VIRALE DELLA SUORA CHE PLACCA UN ATTIVISTA GREEN CHE VUOLE IMPEDIRE LA COSTRUZIONE DI UNA CHIESA di Paola Belletti
La scena diventata presto virale è solo una parte della vicenda, certo la più suscettibile di condivisione e battute. Il 16 ottobre infatti la nazionale francese di rugby è stata eliminata dalla Coppa del Mondo e il placcaggio della suora immortalato il giorno successivo sembra una involontaria beffa alla batosta sportiva.
Nel video che gira da due giorni su social e testate giornalistiche si vede chiaramente una giovane suora vestita di blu, zainetto sulle spalle, che intercetta nella corsa e trattiene per il torace, cadendo con lui a terra, un uomo che si sta allontanando a grandi e atletiche falcate con del materiale da costruzione appena sottratto al cantiere. Più precisamente si tratta di due tubi, e nel sito se ne vedono diversi pezzi, alcuni a terra e parecchi portati a braccia e poi calpestati e distrutti da altri manifestanti presenti sul posto.
Siamo in Francia, nella regione sud-orientale dell'Alvernia-Rodano-Alpi, dipartimento di Ardèche, comune di Saint-Pierre-de-Colombier, un piccolo centro di 451 abitanti. Un fazzoletto di terra che attira numerosi pellegrini, fino ad ora accolti nella chiesa parrocchiale. Secondo la famiglia religiosa e anche secondo un certo buon senso, la capienza della chiesa non è più sufficiente al flusso di fedeli, così raccontano le suore stesse sul loro sito.
Per questo la Famiglia Missionaria di Nostra Signora sta portando avanti la realizzazione di un complesso che comprenderà la Chiesa del Cuore Immacolato di Maria, come nel desiderio dei fondatori fino dal 1946, e strutture dedicate all'accoglienza dedicate a San Giuseppe. Dal canto loro, gli eco-attivisti, che da tempo ronzano intorno al cantiere e hanno forzato anche in altre occasioni le recinzioni a protezione del sito, ritengono di difendere un altro irrinunciabile progetto, anch'esso, pare, di una madre piuttosto potente, la natura. In quel territorio infatti ci sarebbero delle piante rare da proteggere in nome della preziosa e benefica biodiversità.
Ciò che contestano è la mancanza di tutte le necessarie autorizzazioni e forse confidano nella forza costrittiva delle spire burocratiche, capaci di stritolare lentamente ma inesorabilmente qualunque attività. Gli attivissimi attivisti che fin dal suo esordio cercano di ostacolare e si augurano di poter bloccare il progetto, appartengono al gruppo Les Amis de la Bourges e ritengono che le ambizioni delle suore siano fuori luogo. [...]
"È un progetto arrogante per una comunità religiosa", ha detto il gruppo in una dichiarazione a Fox News Digital.
Non mancano naturalmente i riferimenti alla pretesa mansuetudine [...] che secondo questi ecologisti dovrebbe immancabilmente fare parte del corredo di ogni cristiano, soprattutto se religioso: la suora è colpevole di reazione aggressiva, non loro che sono notoriamente pacifici. Queste scaramucce moderatamente violente sul terreno di un edificio religioso in costruzione sono una rappresentazione vivida di una sorta di guerra civile: due fazioni opposte che difendono due idee di difesa della vita piuttosto distanti.
Per i primi la piantina rara ha la priorità su tutto il resto, per i religiosi è più importante la persona e la sua salvezza, che passa anche dalla possibilità di pregare in comunità, meditare la parola di Dio, accostarsi ai sacramenti, senza per questo devastare l'ambiente circostante. In fondo si tratta sempre di bio-diversità e la seconda, quella che pretende di portare a tutti i fratelli la salvezza di Cristo, è per sua natura estendibile anche ai recalcitranti e piuttosto riottosi ambientalisti: costoro si sono solo dimenticati di riconoscere, tra le specie da proteggere, quella umana, soprattutto se ha la pretesa di ricordare al mondo che l'uomo è peccatore e bisognoso di redenzione.
La suora disposta al placcaggio e a rotolare nella terra fangosa del cantiere in costruzione per recuperare del materiale edile lo ha fatto in modo piuttosto originale.
10 OTT 2023 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7570
ALL'ONU, NEI MASS MEDIA E IN VATICANO REGNA IL CATASTROFISMO ANTISCIENTIFICO SUL CLIMA di Luca Volontè
Le morti legate al clima sono diminuite del 99% negli ultimi cento anni; diminuiti pure gli incendi e uragani causati dal clima. Ma il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nel suo discorso di apertura al Climate Ambition Summit di New York, un evento di due giorni a cui hanno partecipato le élite mondiali, ha dichiarato che «l'umanità ha aperto le porte dell'inferno».
Scienziati allarmisti hanno fatto previsioni climatiche catastrofiche che negli ultimi decenni, su modelli imprecisi e politicamente indirizzati del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc), facente capo all'Onu, sono state costantemente smentite. Tuttavia, invece di aprirsi al confronto scientifico con più di 1600 scienziati, di cui due premi Nobel, che negano l'allarmismo climatico e denunciano la palese politicizzazione e il prossimo impoverimento di miliardi di persone causato dalle speculazioni che lobby e plutocrati stanno facendo sul clima, Guterres ha detto che «il caldo orrendo sta avendo effetti terribili. Agricoltori sconvolti che vedono i raccolti portati via dalle inondazioni, temperature soffocanti che generano malattie e migliaia di persone che fuggono spaventate dall'infuriare di incendi storici», attribuendo la colpa ai combustibili fossili.
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, non è stato da meno, chiedendo un aumento degli investimenti pubblici e privati in soluzioni energetiche verdi per contribuire a «rendere il mondo a prova di clima», aggiungendo che la sua amministrazione «ha trattato questa crisi come una minaccia esistenziale dal momento in cui ci siamo insediati, non solo per noi ma per tutta l'umanità». Al summit era invitata anche Jacinda Ardern, per la quale, ora che si è convertita alla cultura woke e globalista, la libera discussione nelle reti è diventata la peggiore minaccia per la lotta ai cambiamenti climatici e, di conseguenza, il maggior pericolo per l'establishment internazionale che aspira a governarci. La Ardern ha sottolineato che la libertà di parola è un'arma da guerra virtuale e «non possiamo permettere che la libertà di parola ostacoli la lotta contro "minacce" come il cambiamento climatico». Non si può vincere la guerra al cambiamento climatico se la gente non crede alla versione apocalittica del problema: l'unica soluzione è mettere a tacere chi ha obiezioni o argomenti scientifici contrari.
IL PROFESSOR JOHN CLAUSER
È stato così, infatti, per il premio Nobel 2022 per la Fisica, il professor John Clauser, a cui è stato ritirato l'invito al seminario del Fondo Monetario Internazionale sui cambiamenti climatici, per le sue posizioni scientificamente fondate e perciò scettiche sul catastrofismo della propaganda occidentale. Della libertà di parola, della libertà di ricerca e del confronto scientifico l'Onu e il suo segretario generale paiono non preoccuparsi troppo; del resto, la stessa censura ferrea aveva colpito centinaia di milioni di persone durante i lockdown e le restrizioni giustificate con il pretesto del Covid.
Però è necessario segnalare un salto di qualità nelle bugie propagandate nelle ultime settimane dai mass media mondiali, inclusi quelli pubblici e privati italiani. Tre fatti emblematici di una propaganda sempre costretta a mentire.
Primo: il tasso di incendi boschivi è diminuito dal 2001 in tutto il mondo. La narrazione sugli incendi disastrosi dovuti ai cambiamenti climatici, mentre erano causati principalmente da delinquenti incendiari o dall'incuria, ci è stata data come quotidiano companatico per tutti i mesi estivi, dagli incendi in Canada ai fumi che invadevano le città americane. Nelle scorse settimane, a tale proposito, sia Biden che Trudeau non avevano perso tempo nell'invitare i cittadini a riflettere sugli «impatti del cambiamento climatico» e a denunciare come «anno dopo anno, con il cambiamento climatico, assistiamo a incendi selvaggi sempre più intensi». Tutto ciò che ci hanno detto è palesemente falso. In realtà, i dati raccolti dal Wall Street Journal dimostrano che gli incendi delle foreste avvengono ad un ritmo sempre più basso e con minori estensioni negli ultimi decenni.
GLI URAGANI SONO MENO FREQUENTI, NONOSTANTE GRETA THUNBERG
Secondo: gli uragani stanno diventando sempre meno frequenti. Tutti ricordiamo i preparativi per l'avvento degli uragani estivi in Florida e le critiche di noncuranza e scetticismo climatico verso il governatore Ron DeSantis, un repubblicano impegnato anche nelle primarie del suo partito. Le accuse pubblicate dal New York Times, poi amplificate a dismisura, rimproveravano al governatore della Florida di non credere agli «scienziati che affermano che gli uragani che colpiscono il suo Stato sono intensificati dal riscaldamento globale causato dall'uomo». Ovviamente chi fossero questi scienziati interpellati dal New York Times non è dato sapere. Al contrario, il numero di uragani in Florida e complessivamente nel mondo, lo dimostrano i dati esposti al seminario internazionale tenutosi a Glasgow l'inverno scorso, è diminuito significativamente nell'ultimo secolo.
Che ne è però delle decine di migliaia di morti causati dai cambiamenti climatici? Anche questa narrazione, così in voga tra i protagonisti della novella, siano essi grandi ufficiali del Palazzo di Vetro o burocrati occupanti il Palazzo Berlaymont (sede della Commissione europea) o inquilini temporanei del Vaticano, è falsa.
Terzo. Nonostante l'oracolo dei cambiamenti climatici e della "Madre Terra", l'attivista Greta Thunberg, avesse twittato nel 2018, poi cancellato maldestramente quest'anno, che «il cambiamento climatico spazzerà via l'intera umanità» entro i prossimi cinque anni (dunque, entro il 2023), nell'anno in corso non si ha notizia dell'ecatombe globale tanto minacciata. Anzi, il dato più importante da tenere a mente è questo: le morti legate al clima sono diminuite del 99% in tutto il mondo negli ultimi cento anni, grazie alla diffusione dei combustibili fossili, della libertà del mercato e d'impresa e della genialità innovativa umana. Tre fatti emblematici su cui anche all'Onu dovrebbero riflettere.
Nota di BastaBugie: Eugenio Capozzi nell'articolo seguente dal titolo "Laudate Deum o laudate Gaia? La resa della Chiesa ai verdi" spiega perché la Chiesa ha imboccato la pericolosa strada verso l'ideologia ecologista. Una strada che può portare a conseguenze devastanti sulla stessa ragion d'essere della Chiesa.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 10 ottobre 2023:
L'esortazione apostolica Laudate Deum, dedicata alla "crisi climatica", con la quale significativamente papa Francesco ha voluto aprire il "Sinodo sulla sinodalità" di Roma, non si limita a inserirsi nella già consolidata scia dell'ubriacatura della Chiesa cattolica per l'ideologia ambientalista millenarista e i suoi dogmi sul "cambiamento climatico" antropocentrico, ma rappresenta lo spartiacque attraverso il quale il cattolicesimo viene trascinato in un territorio che con l'umanesimo cristiano è di fatto incompatibile, estremizzando una tendenza già manifestatasi con l'enciclica Laudato sì e in molti altri pronunciamenti pontifici.
Si tratta di un documento molto pericoloso, sia nel metodo che nel merito delle sue argomentazioni. Per quanto riguarda il primo aspetto, esso concentra la sua attenzione su temi esclusivamente politici, economici e scientifico-tecnologici, invocando il perseguimento di un obiettivo pratico e specifico, e dando così l'impressione di mettere da parte quello che sarebbe il compito fondamentale della Chiesa: la predicazione del kérigma, del messaggio di salvezza per tutti gli uomini che guarda alla vita sub specie aeternitatis e trascende ogni singolo tema del dibattito pubblico nella dimensione della storia, pur non disinteressandosi certo a esso.
Inoltre, nell'allocuzione il pontefice pretende di presentare argomentazioni irrefutabili in campo scientifico e tecnico senza averne alcuna autorità, e citando a supporto di esse fonti dichiarate affidabili su una base del tutto acritica, come quelle degli scienziati facenti capo al panel Ipcc dell'Onu (la cui stessa esistenza dipende da un'assunzione politica, quella dell'emergenza climatica, e non da un libero percorso di ricerca della verità), mentre ne rifiuta altrettanto aprioristicamente e acriticamente altre, cioè tutte quelle critiche rispetto alla tesi del cambiamento climatico di origine antropica.
Per quanto riguarda poi il merito, la Laudate Deum presenta una imbarazzante serie di asserzioni una più infondata e contraddittoria dell'altra. Si dichiara innanzitutto come fosse un dato acclarato, senza sentire il bisogno di citare alcuna fonte a supporto, che "il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura", e che il cambiamento climatico produrrà un impatto sociale ed economico drammatico in
Quando l'amore per la natura si trasforma in odio verso l'uomo
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Autore | BastaBugie |
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