23 FEB 2021 · Il fine principale di uno che parla è quello di essere creduto, che la sua argomentazione sia condivisa e le sue affermazioni convincenti.
Come guadagnare l'attenzione dei nostri ascoltatori? Come fargli comprendere il nostro punto di vista? E come evitare che il loro giudizio su di noi sia vittima del pregiudizio?
Molti adulti non hanno una risposta per queste tre domande, nonostante abbiano certamente avuto almeno un'occasione nella vita di rammaricarsi di non aver saputo esprimere autorevolmente la propria opinione. E i giovani? I giovani versano in una condizione anche peggiore: mancano di un vocabolario ricco, sono schiavi di uno slang che, se rende fighi quando usato fra coetanei, non è di alcun aiuto negli appuntamenti della vita, come le interrogazioni, gli esami, i colloqui di lavoro, ma soprattutto, non sono minimamente preoccupati dalla loro improprietà di linguaggio. Semplicemente, non ne comprendono l'importanza perché nessuno gliel'ha spiegata.
Chi, al contrario, da questa condizione è molto preoccupato è il gruppo di adulti, già genitori, autori di questo corso. Pensano ai propri figli, dipendenti dagli intercalari, e pensano all'attuale contesto scolastico che non prevede la minima formazione allo scrivere, né al dire. Imparare a esprimersi con autorevolezza è possibile; esistono regole che governano il dire, ben note fin dall'antichità. Cicerone, maestro di eloquio, definiva così i 3 obiettivi della retorica: movere, delectare, docere; interessare, emozionare, insegnare.