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SCARCERATA MA ANCORA PERSEGUITATA CHELSEA MANNING Chelsea Manning, analista dell’esercito statunitense e informatrice di wikileaks ha tentato il suicidio nel carcere federale della Virginia il 12 febbraio. Il giorno dopo...
mostra di piùChelsea Manning, analista dell’esercito statunitense e informatrice di wikileaks ha tentato il suicidio nel carcere federale della Virginia il 12 febbraio. Il giorno dopo il giudice distrettuale dello Stato ne ha ordinato la liberazione. La Manning è in prigione dal maggio scorso per non aver voluto testimoniare contro Julian Assange davanti al grand jury degli stati uniti. In poco meno di un anno Chelsea — evidentemente allo stremo delle forze — ha tentato il suicidio x 3 volte, ma , nell’ordinanza di scarcerazione, non vi è cenno di ciò . “La testimonianza dell’imputato davanti al grand jury non è più necessaria — ha scritto il magistrato — per cui decadono le motivazioni per la carcerazione”. Ovviamente non una parola sulle torture e la lunga carcerazione inflitta arbitrariamente alla Manning che aveva già subito una condanna dalla corte marziale nel 2010, per la quale ha già scontato ben sette anni di carcere militare. Il rifiuto della Manning di testimoniare contro Assange è uno straordinaria atto di resistenza alla repressione e in favore della libertà di stampa. La vicenda non è tuttavia conclusa. La corte federale potrebbe ancora procedere contro di lei. La Manning dovrà anche pagare una multa equivalente a 250mila $ al distretto della Virginia, che è lo stesso che ha richiesto l’estradizione di Julian Assange. Nei primi giorni di presidenza Donald Trump scrisse su twitter che Manning "è un traditore". Adesso scriverebbe, dopo aver collaborato alla sua tortura, che è una traditrice
SCARCERATA MA ANCORA PERSEGUITATA CHELSEA MANNING Chelsea Manning, analista dell’esercito statunitense e informatrice di wikileaks ha tentato il suicidio nel carcere federale della Virginia il 12 febbraio. Il giorno dopo...
mostra di piùChelsea Manning, analista dell’esercito statunitense e informatrice di wikileaks ha tentato il suicidio nel carcere federale della Virginia il 12 febbraio. Il giorno dopo il giudice distrettuale dello Stato ne ha ordinato la liberazione. La Manning è in prigione dal maggio scorso per non aver voluto testimoniare contro Julian Assange davanti al grand jury degli stati uniti. In poco meno di un anno Chelsea — evidentemente allo stremo delle forze — ha tentato il suicidio x 3 volte, ma , nell’ordinanza di scarcerazione, non vi è cenno di ciò . “La testimonianza dell’imputato davanti al grand jury non è più necessaria — ha scritto il magistrato — per cui decadono le motivazioni per la carcerazione”. Ovviamente non una parola sulle torture e la lunga carcerazione inflitta arbitrariamente alla Manning che aveva già subito una condanna dalla corte marziale nel 2010, per la quale ha già scontato ben sette anni di carcere militare. Il rifiuto della Manning di testimoniare contro Assange è uno straordinaria atto di resistenza alla repressione e in favore della libertà di stampa. La vicenda non è tuttavia conclusa. La corte federale potrebbe ancora procedere contro di lei. La Manning dovrà anche pagare una multa equivalente a 250mila $ al distretto della Virginia, che è lo stesso che ha richiesto l’estradizione di Julian Assange. Nei primi giorni di presidenza Donald Trump scrisse su twitter che Manning "è un traditore". Adesso scriverebbe, dopo aver collaborato alla sua tortura, che è una traditrice
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Autore | Jeff Hoffman |
Organizzazione | Jeff Hoffman |
Categorie | Notizie: approfondimenti |
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