Voci Fuori Tempo: Syd Barrett

15 dic 2020 · 31 min. 55 sec.
Voci Fuori Tempo: Syd Barrett
Descrizione

In questo podcast racconteremo di Roger Keith Barrett, detto “Syd”, fondatore e principale autore dei Pink Floyd nelle loro origini. Acclamato come geniale musicista, la sua figura controversa è colma...

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In questo podcast racconteremo di Roger Keith Barrett, detto “Syd”, fondatore e principale autore dei Pink Floyd nelle loro origini. Acclamato come geniale musicista, la sua figura controversa è colma di luci e ombre. Da un lato il l’artista innovatore, i testi ricchi e psichedelici, gli esperimenti sonori; dall’altro il ragazzo fragile, la pressione del mondo dello spettacolo e l’uso di droghe. Andiamo per ordine…

Gli inizi e il talento
Emily ci prova ma non capisce, ah ooh
Molto spesso prova a prendere in prestito
i sogni di qualcuno fino a domani

Non c'è un altro giorno
Proviamo in un altro modo
Perderai la tua mente e il gioco
Giochi gratis a Maggio
Guarda Emily giocare

Poco dopo il pianto dell'oscura Emily, ah ooh
Che osserva con dolore tra gli alberi
non si sente un suono fino a domani

Non c'è un altro giorno
Proviamo in un altro modo
Perderai la tua mente e il gioco
Giochi gratis a Maggio
Guarda Emily giocare

Indossa una gonna che arriva al pavimento, ah ooh
Galleggia sul fiume sempre e per sempre, Emily

Non c'è un altro giorno
Proviamo in un altro modo
Perderai la tua mente e il gioco
Giochi gratis a Maggio
Guarda Emily giocare

Interpretazione:
See Emily play è un singolo del 1967 e contribuì indubbiamente a spianare alla band la strada verso il successo. Dopo l’uscita del brano, i ragazzi londinesi si videro catapultati nel mondo dello showbusiness, tra interviste e apparizioni televisive. Questo provocò all’allora frontman Syd Barrett non pochi problemi. Egli ebbe grosse difficoltà ad accettare il fatto di essere riconosciuto come un musicista rock commerciale, invece che come un artista.
Sulla copertina si vede l’immagine di un treno disegnato da Barrett. Il testo da lui scritto è ispirato a un viaggio psichedelico, durante il quale incontrò la protagonista della canzone. La giovane musa di Barrett, Emily Young, fu una scultrice, che desiderava raccontare la verità sulle origini della vita e della coscienza umana. Le sue opere, a un primo sguardo, evocano un ricordo dei lavori di Paul Gauguin. Come l’artista francese infatti, Emily Young credeva che la verità sul genere umano fosse primitiva e arcaica e che essa fosse nascosta dalle forze della natura.

Presumibilmente, il brano parla di una giovane aristocratica, conosciuta come la ragazza psichedelica. Con i suoi versi mistici, stravaganti, e a tratti infantili, il pezzo contiene un significato molto più profondo. Il testo di See Emily Play rappresenta la crème de la crème della scrittura di Barrett, una pura testimonianza dello spirito degli anni sessanta. Una parte di esso cela un velato misticismo. È impossibile determinare con esattezza cosa ispirò il cantante per la stesura del testo, come nel caso di molte altre sue canzoni. Barrett stesso espose molte versioni, una di queste vede il musicista incontrare un’insolita ragazza dopo aver assunto una dose di LSD in un bosco ed esservisi addormentato.

Ho una bicicletta,
ci puoi andare se ti va
ha un cestino, un campanello che suona
e cose che la fanno bella
Te la darei se potessi
ma l'ho prestata

Sei il tipo di ragazza
adatta al mio mondo
Ti darò tutto, qualunque cosa
se vuoi qualcosa

Ho un mantello, è un po' ridicolo
c'è uno strappo sul davanti. è rosso e nero
Ce l'ho da mesi
se pensi che possa sembrarti bello,
allora credo che lo sia

Sei il tipo di ragazza
adatta al mio mondo
Ti darò tutto, qualunque cosa
se vuoi qualcosa

Conosco un topolino che non ha casa
Non so perché lo chiamo Gerald
È ormai piuttosto vecchio
ma è comunque un buon topolino

Sei il tipo di ragazza
adatta al mio mondo
Ti darò tutto, qualunque cosa
se vuoi qualcosa

Ho una tribù di uomini di zenzero
Uno qui, un altro lì, un sacco di uomini di zenzero
prendine un paio se desideri, sono sul piatto

Sei il tipo di ragazza
adatta al mio mondo
Ti darò tutto, qualunque cosa
se vuoi qualcosa

Conosco una stanza di brani musicali
Qualcuno giusto, qualcuno sottile
La maggior parte non funziona
andiamo nell'altra stanza e facciamoli funzionare

Bike è l’ ultima traccia dell’album di debutto, The Piper at the Gates of Dawn, del 1967.
Il testo, anche questo di Barrett, è dedicato alla sua ragazza dell'epoca, Jenny Spires.
Il brano è molto leggero e orecchiabile, così come il testo è semplice e non affronta i temi angosciosi che incontreremo negli anni a seguire, il che dà da pensare che il suo malessere non avesse ancora pervaso le sue capacità artistiche. Sembra ancora inoltre incline a pensare agli affetti, nel particolare ad una donna che è proprio adatta al suo mondo ’ You're the kind of girl
that fits in with my world’. Emerge anche il concetto dell’essere compreso. In questa canzone ancora non c’è la resa totale che si riscontra in Vegetable Man, in cui Syd canta;
“NON C’è UN POSTO PER ME DA NESSUNA PARTE ‘I've been looking all over the place for a place for me But it ain't anywhere, it just ain't anywhere.’ In questo brano c’è ancora spensieratezza, affetto, vicinanza, desiderio di aprirsi all’altro. La calma prima della tempesta.

La crisi e il crollo
Nell’autunno del 1967, l’atmosfera all’interno dei Pink Floyd era tesa e nervosa. Il gruppo era riunito a Londra per registrare nuovi singoli, richiesti dalla casa discografica, e il secondo album, A Saucerful of Secrets. Syd Barrett si comportava in modo sempre più lunatico ed inaffidabile e il resto del gruppo fu infine costretto a chiamare David Gilmour come supporto e secondo chitarrista, ufficialmente, ma pensando già a una sostituzione. Amico di infanzia di Barrett e conoscente di Waters, Gilmour si trovò in una situazione alquanto imbarazzante, poiché il gruppo ancora non voleva espressamente che gli si sostituisse, ma Barrett lo vedeva già come un intruso, nonostante continuasse a comportarsi in modo stravagante ed esasperante, obbligando Gilmour a rimediare alla sua presenza-assenza. Sono di questo periodo due canzoni esemplari della situazione di Barrett, da lui scritte e composte: Vegetable Man e Jugband Blues. Nella prima descrive se stesso in modo ironico, prendendosi in giro e svilendosi; nella seconda esprime la propria alienazione rispetto al gruppo e al mondo, sfogando la frustrazione del suo isolamento.
I Pink Floyd inizialmente sopportarono gli atteggiamenti imprevedibili di Barrett, poiché egli era sia un amico che un grande artista, fondatore del gruppo e principale compositore. Tentarono di convincerlo ad essere lo scrittore del gruppo dietro le quinte, senza partecipare ai concerti, per limitare la sua presenza in pubblico, ma egli si rifiutò. Il suo costante utilizzo di droghe, soprattutto dell’allucinogeno LSD, contribuì in modo sostanziale alla sua progressiva estraneazione dal gruppo e da chiunque gli fosse vicino e tentasse in qualche modo di aiutarlo. Da ragazzo carismatico, allegro, estroverso, divenne nel tempo sempre più depresso, asociale, alienato. In Vegetable Man, Barrett deride il suo modo di vestirsi, di pettinarsi e la sua apparenza in generale, affermando che evidentemente deve essere fatto così, un “uomo vegetale”. Il cinico umorismo utilizzato nella propria descrizione evidenzia come egli fosse in un certo modo consapevole della sua situazione. Vari sono gli aneddoti, riguardanti il periodo dall’autunno del 1967 all’estate del 1968, in cui il comportamento di Barrett appare anormale e spiazzante: spesso rimaneva ad osservare un punto fisso, con lo sguardo vuoto, senza che nulla potesse distoglierlo; nelle interviste rispondeva con frasi senza senso o scortesi; sul palco passeggiava senza cantare, poggiava la chitarra a terra, suonava soltanto una nota, rimuoveva le corde. Al pubblico dei concerti i suoi atteggiamenti lunatici piacevano, poiché sembravano una stravagante e particolare recita di un artista coinvolto ed immerso nel momento psichedelico, ma il gruppo rimaneva sempre più senza parole di fronte al comportamento inaffidabile e del suo frontman. In Vegetable Man, Barrett afferma di aver cercato ovunque un posto per sé, ma di non averlo trovato, perché non c’è da nessuna parte, a sostegno dell’evidenza.
Alla fine del 1967, il resto dei Pink Floyd era giunto al punto di rottura: lo stato mentale di Syd Barrett era insostenibile e lavorare con lui era estenuante. Paradossalmente, Barrett si rendeva conto di quanto stesse accadendo, ma il suo comportamento esasperante non cessava. In Jugband Blues, egli si rivolge ai suoi compagni e al resto del mondo, ironizzando su quanto sia “terribilmente premuroso” il considerarlo come presente, ma al tempo stesso essendo “grato” che si faccia chiarezza sul fatto che lui non sia lì. In futuro, i suoi compagni e i professionisti del settore che avevano lavorato con lui affermeranno spesso come la fama e il successo abbiano inciso sulla sua salute mentale. Le numerose interviste, i lunghi concerti, la folla in acclamazione, le aspettative del pubblico e soprattutto le pretese della casa discografica e le scadenze da rispettare erano un peso enorme per Barrett, che non resse la pressione. In Jugband Blues, egli sostiene che il vero se stesso sia stato gettato via e che invece in studio sia stato portato un altro Barrett “vestito di rosso”, chiedendosi a quel punto chi fosse a “scrivere la canzone”. I suoi compagni, frustrati dal suo comportamento, decisero infine di rivolgersi a David Gilmour, amico in comune e promettente chitarrista, che dagli inizi del 1968 cominciò ad aiutare il gruppo. Il precario equilibrio interno dei Pink Floyd a cinque elementi durò poco: Barrett non era più gestibile e ormai lavorare con lui era pressocché impossibile. In studio lo si doveva quasi pregare di collaborare, sul palco agiva di testa sua, senza seguire la scaletta o rispettare i tempi. Infine un giorno, i suoi compagni diedero istintivamente sfogo alla loro esasperazione: nel giro in macchina prendere i membri del gruppo e andare a un concerto, decisero di getto di non passare da Barrett. Da quel momento, fu escluso dai successivi spettacoli.
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Autore Radio Fuori Onda
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