Siamo accanto a via Aurelia, che, come le altre consolari, poco fuori della città era disseminata, ai lati, di sepolcri.
Qui, dentro, tre locali, tra cui uno più vasto, di età augustea, con il colombario maggiore, detto Grande, nel quale sono state ritrovate pitture: alcune portate al Museo nazionale di Palazzo Massimo, mentre altre sono state lasciate in situ, in totale ne furono contate 175.
La più grande singolarità è sul lacerto dell’intonaco di una parete, tra due archi del colombario, resta perfino una figurina che sembra davvero precorrere i secoli, in tutto e per tutto, è identica a Pinocchio.
Però ha almeno milleottocento anni più del burattino inventato da Collodi.
E’ una figuretta assai smilza, con il naso aguzzo e pronunciato, larghi occhi e il classico cappello conico a punta: la mano destra regge una bacchetta biforcuta, simile allo strumento dei rabdomanti per cercare l’acqua.