Un nuovo percorso di cambiamenti ingarbugliati in Turchia
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Nessuno stupore in Anatolia? @muratcinar Difficile riuscire a tenere insieme tutti i bandoli della narrazione mai univoca e lineare in Medioriente e in Turchia in particolare, ma Murat Cinar da...
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Difficile riuscire a tenere insieme tutti i bandoli della narrazione mai univoca e lineare in Medioriente e in Turchia in particolare, ma Murat Cinar da noi sollecitato a formulare un racconto che, passando da un evento all’altro di quelli apparentemente slegati che hanno caratterizzato la recentissima storia turca, riuscisse a metterli in fila a costituire un unico canovaccio atto a conferire un ruolo ad Ankara nella complessa nuova configurazione della regione imposta dalle mire ebraico-statunitensi.
E allora a cominciare dalle – apparentemente sorprendenti – avances di Bahçelī (leader dei Lupi grigi!!) a Öcalan: l’alleato di Erdoğan vorrebbe portare il leader del Pkk in isolamento da 25 anni al Parlamento dove dovrebbe sciogliere il Pkk in un partito che abiura la lotta armata. Ma il partito curdo dei lavoratori non ha ottenuto le rivendicazioni avanzate al momento della sua formazione, quindi perché estinguerlo? Fatto sta che dopo 4 anni Öcalan incontra il nipote (parlamentare Dem) a Imrali, il carcere dove è rinchiuso, dove risponde in modo positivo all’appello appena lanciato da Bahçelī. Poi negli stessi giorni in cui si avanza questa proposta e durante il viaggio del sultano a Kazan per essere presente alla riunione dei Brics, una frangia radicale del Pkk riesce a portare a compimento un attentato ai danni della azienda bellica tra le più importanti del paese (quella di elicotteri usati per uccidere combattenti curdi e con cui collabora Leonardo, tanto che erano presenti tecnici della multinazionale della guerra italiana); altra sorpresa proviene dalla sollecita diffusione delle immagini dell’attacco, mentre stupisce l’assenza di sistemi di sicurezza all’interno dello stabilimento. Questo attentato si inserisce in queste aperture in modo ambiguo, come le reazioni dei protagonisti, molto variegate a dimostrare la fumosità di aperture all’ostaggio di Imrali contemporaneamente all’incarcerazione per appartenenza al Pkk del sindaco di Esenyurt democraticamente eletto da nemmeno un anno come Ahmet Ozer.
Stanno riposizionandosi tutti in Medioriente
Ulteriore incertezza si ottiene tenendo sempre fermo il fulcro sulla penisola anatolica per leggere le trasformazioni in atto nel Medioriente che vede mutamenti radicali in ogni direzione che coinvolgono la politica estera turca: un avvicinamento dell’Iraq, dove gli americani stano ritirando il loro contingente, al nuovo presidente iraniano – di origine in parte curda – che si trova ad affrontare una ripresa della lotta armata curda da parte del Kurdistan Free Life Party (Pjak); una Siria dove non ci saranno più truppe americane, per cui riappare il piano dell'amicizia con Assad, che ha già risposto di ritirare le truppe turche dal Rojava… all’interno di tutto questo assumere di nuovo il Pkk come interlocutore potrebbe essere per Erdoğan una soluzione per continuare a mantenere un’influenza sui territori confinanti e trovare una formula di convivenza, dividendo lo schieramento curdo.
Un altro ruolo che la Turchia non si preclude è l'ingresso nel club dei Brics, che tenta di ottenere senza abbandonare il campo occidentale e benché Putin abbia appoggiato la candidatura India e Sudafrica nicchiano, sarà ancora un percorso lungo che dipenderà da come si muoverà in Medioriente e saprà contrastare i contendenti nella regione.
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Autore | OGzero - Orizzonti geopolitici |
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