Tonya Harding. L’importante è vincere, non partecipare
31 gen 2020 ·
17 min. 39 sec.
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Scritto e raccontato da Diego Alverà, tratto dal libro “Oltre. Storie di eroi e antieroi dello sport” (Ultra Sport). C’è una frase che torna spesso nella plastica modernità della competizione,...
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Scritto e raccontato da Diego Alverà, tratto dal libro “Oltre. Storie di eroi e antieroi dello sport” (Ultra Sport). C’è una frase che torna spesso nella plastica modernità della competizione, soprattutto nei concitati momenti che seguono lo striscione del traguardo o l’attimo finale della sfida. «L’importante non è vincere, ma partecipare». Così riferiscono abbia testualmente declamato l’impettito barone de Coubertin nel suo visionario sogno del riscatto atletico di una generazione. Con tutta probabilità, non a questo pensava la giovane e promettente pattinatrice americana Tonya Harding mentre metteva a punto il suo spietato piano. La sua storia rimane una cronaca di un vile sprofondo, il rimbalzo impazzito di una tensione agonistica spinta all'eccesso e trasformatasi in una fatale ossessione per il primato.
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Autore | Storie avvolgibili |
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