Storia dei cappelli - I cappelli femminili - quarta puntata

5 gen 2024 · 18 min. 46 sec.
Storia dei cappelli - I cappelli femminili  - quarta puntata
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Questo podcast, tratto dalla rubrica radiofonica "Uno sguardo sul giorno" di Radio Villa Centrale webradio/TV è dedicato alla quarta puntata sulla Storia dei cappelli, in particolare ai cappelli femminili. Si...

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Questo podcast, tratto dalla rubrica radiofonica "Uno sguardo sul giorno" di Radio Villa Centrale webradio/TV è dedicato alla quarta puntata sulla Storia dei cappelli, in particolare ai cappelli femminili. Si tratta (dopo un excursus sui cappelli maschili), di questa parte importante dell’abbigliamento, con connotazioni culturali e storiche di un certo rilievo. A quanto pare in epoca romana già le donne facevano uso di cuffie: ne sono state trovate nelle tombe e venivano usate in quella sede per pettinare e tenere in ordine le chiome delle defunte. Si trattava di reticelle, a volte anche fatte di fili d’oro. Anche in Grecia classica si trova fra le acconciature il ”Cecrifalo”, una stoffa che veniva annodata sui capelli come ornamento. A voler andare ancora più indietro, troviamo cuffie da donna persino nell’antico Egitto. In particolare vi racconterò della nascita e delle sue funzioni per l’universo femminile (quella pratica e quella legata allo status sociale), della sua evoluzione e diffusione, a partire dal Medioevo e fino all’epoca Vittoriana. La storia del cappello è parallela a quella della cuffia: la funzione principale era quella di proteggere la testa dal freddo e dalle intemperie; per le donne, si aggiungeva anche quella di proteggere i capelli dalla sporcizia e, non ultima, anche la funzione di riparare la chioma dagli sguardi maschili, dato che era considerata (come succede ancora) uno degli elementi di fascino e seduzione. Prima che comparissero i veri e propri cappelli, a farne le funzioni sono stati i veli, le cuffie, ma anche cappucci (si pensi alla Pellegrina medievale) e berretti. Le donne hanno fin dall’antichità raccolto le chiome in retine, veli, stoffe. Il cappellino femminile, segue un percorso a parte rispetto a quello maschile: non prende origine dal tricorno, ma affianca cuffie e veli. Questo copricapo trae origine, probabilmente, dalle impalcature che le dame dal medioevo in poi utilizzavano per sostenere i veli: riducendosi questi ultimi, il sostegno diveniva di per sé un copricapo. Il Settecento barocco è epoca di eccessi: non solo nastri e fiori decoravano i cappelli, ma tutto ciò che la fantasia suggeriva. Persino… uccelli imbalsamati. Intorno al 1810, il cappellino più utilizzato durante il giorno è il ”BONNET”: una cuffia, ma spesso costituita non da stoffa ma da paglia intrecciata, con nastri, decorazioni e sovente ricoperta da tessuti più o meno preziosi a seconda dell’occasione e delle tasche. Durante le guerre napoleoniche, la paglia per i cappellini fu sostituita anche da cartone pressato, per mancanza della materia prima. Nel corso dell’epoca Regency, (la cosiddetta Reggenza Inglese, che va dal 1811 al 1820) la falda atta a coprire il viso, originariamente molto ampia come nelle cuffie, va via via riducendosi. Nel 1840 la falda sparisce quasi: ora si scopre anche la parte posteriore del collo (specie nelle acconciature da sera) si tratta di acconciature un po’ osé, ma sempre più alla moda. Dal 1860 tutte le signore possiedono un bel parasole: il cappellino diventa solo un ornamento e si riduce, diventando grazioso, vezzoso, ma anche prezioso. Arriva il cappello alla marinara, rivisitato in una versione puramente decorativa. Da qui in poi, però, la moda femminile si scatena: i modelli e le fogge dei cappelli si moltiplicano, così come le decorazioni e gli stili. Cappellini da giorno, cappellini da sera, ma anche cappellini per ogni occasione, dal tè pomeridiano all’uscita in barca, dalla serata danzante alla funzione religiosa. Negli anni successivi, il cappello continuerà a mutare con la moda, riprendendo man mano misure più “umane”: le guerre daranno una svolta alla moda femminile in tutto e per tutto, ma sarà solo dopo la seconda che piano piano il cappellino da donna tramonterà dal suo uso quotidiano. Dopo gli anni sessanta sarà appannaggio di una classe elevata, diventando sinonimo di un’eleganza lontana dalla gente comune, o sarà rivisitato in chiavi più “popolari”. Nella parte finale della trasmissione farò un accenno anche al cosiddetto “Galateo del Cappello”: come, quando e se usare il cappello, per le donne e per gli uomini.
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Autore Augusta Casagrande
Organizzazione Augusta Casagrande
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