STAGIONE 2 EPISODIO 12 - Encefalopatia post anossica
29 mar 2022 ·
16 min. 57 sec.
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Descrizione
PODCASTER SENIOR: Prof. Simone Beretta PODCASTER JUNIOR: Dott. ssa Stefania Dallagiacoma RAZIONALE Il danno cerebrale post anossico si verifica alla cessazione del flusso ematico cerebrale che avviene in conseguenza di...
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PODCASTER SENIOR: Prof. Simone Beretta
PODCASTER JUNIOR: Dott. ssa Stefania Dallagiacoma
RAZIONALE
Il danno cerebrale post anossico si verifica alla cessazione del flusso ematico cerebrale che avviene in conseguenza di cause tossiche, come per intossicazione da monossido di carbonio o abuso di droghe, di cause vascolari, ma la causa principale è sicuramente l’arresto cardiaco che rappresenta una delle principali causa di mortalità e morbidità al mondo ed ha in Italia un’incidenza di circa 60 000 casi all’anno. La prognosi di tale condizione è infausta con una sopravvivenza che sfiora il 10-12% dei casi e i progressi nella gestione extra-ospedaliera di tale patologia hanno condotto ad un aumento dei pazienti in coma post-rianimazione.
Il neurologo in concerto con il team rianimatorio dovrebbe quindi cercare di prevenire il danno cerebrale secondario, effettuare una neuro-prognostication alla sospensione della sedazione ed individuare i pazienti a rischio di morte encefalica che raggiungono circa il 10%.
Stabilire una prognosi neurologica può essere un compito estremamente complesso e si deve avvalere di un approccio multimodale che includa più strumenti, clinici, laboratoristici e strumentali. È caldamente sconsigliato fare affidamento solo su un singolo elemento per evitare falsi positivi di “poor outcome” dal momento che questa etichetta porta nella maggior parte dei casi alla sospensione delle cure e quindi alla morte.
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PODCASTER JUNIOR: Dott. ssa Stefania Dallagiacoma
RAZIONALE
Il danno cerebrale post anossico si verifica alla cessazione del flusso ematico cerebrale che avviene in conseguenza di cause tossiche, come per intossicazione da monossido di carbonio o abuso di droghe, di cause vascolari, ma la causa principale è sicuramente l’arresto cardiaco che rappresenta una delle principali causa di mortalità e morbidità al mondo ed ha in Italia un’incidenza di circa 60 000 casi all’anno. La prognosi di tale condizione è infausta con una sopravvivenza che sfiora il 10-12% dei casi e i progressi nella gestione extra-ospedaliera di tale patologia hanno condotto ad un aumento dei pazienti in coma post-rianimazione.
Il neurologo in concerto con il team rianimatorio dovrebbe quindi cercare di prevenire il danno cerebrale secondario, effettuare una neuro-prognostication alla sospensione della sedazione ed individuare i pazienti a rischio di morte encefalica che raggiungono circa il 10%.
Stabilire una prognosi neurologica può essere un compito estremamente complesso e si deve avvalere di un approccio multimodale che includa più strumenti, clinici, laboratoristici e strumentali. È caldamente sconsigliato fare affidamento solo su un singolo elemento per evitare falsi positivi di “poor outcome” dal momento che questa etichetta porta nella maggior parte dei casi alla sospensione delle cure e quindi alla morte.
Informazioni
Autore | SOCIETA'ITALIANA DI NEUROLOGIA |
Organizzazione | SOCIETA'ITALIANA DI NEUROLOGIA |
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