L'architetta Sonia Marino ci guida alla scoperta di un approccio rivoluzionario per la progettazione urbana, mettendo al centro il linguaggio inclusivo e le diverse necessità dei cittadini.

Nel panorama della progettazione urbana emerge una nuova prospettiva, una visione che abbraccia le diverse sfaccettature delle esperienze umane nella città. L'architetta Sonia Marino, promotrice dell'evento "Città e design di genere: Linguaggio inclusivo", ci conduce attraverso le intricanti vie della costruzione di spazi urbani più equi e inclusivi.

"Per costruire una città di genere," spiega Marino, "è essenziale comprendere e includere le diverse esigenze e prospettive dei cittadini, indipendentemente dal genere, orientamento sessuale, età o capacità fisica."Una delle chiavi di questa rivoluzione urbana risiede nel linguaggio inclusivo. Sin dalle sue radici, il modo in cui parliamo e descriviamo la città riflette e perpetua le disuguaglianze. Tuttavia, recenti iniziative, come l'inclusione del pronome agènere "hen" nel glossario ufficiale svedese e le direttive delle Nazioni Unite per un linguaggio inclusivo, stanno aprendo la strada verso una maggiore equità linguistica.

"La lingua," sottolinea Marino, "non deve discriminare nessuno. È uno strumento potente per costruire una società più inclusiva e rispettosa delle differenze."Oltre al linguaggio, l'approccio di Marino richiede un'esplorazione attenta dei flussi e delle dinamiche urbani. Ascoltare e comprendere le esperienze di vita nella città è fondamentale per progettare spazi che soddisfino le esigenze di tutti i suoi abitanti, dai bambini agli anziani, dalle persone con disabilità a coloro che vivono temporaneamente in città.

L'evento "Città e design di genere: Linguaggio inclusivo" rappresenta un'opportunità preziosa per riflettere sulle nostre città e immaginare un futuro più equo e accogliente per tutti.