Scaricare le crisi nel capitalismo globalizzato: i costi dopo il covid

9 ott 2021 · 12 min. 50 sec.
Scaricare le crisi nel capitalismo globalizzato: i costi dopo il covid
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Il costo della ripresa postpandemica è fatto di ascesa dei prezzi, riduzione delle risorse, collasso del supply chain… e il rialzo delle bollette è a livello mondiale e su ogni piano, come si evince dal dossier di “Atlante dei conflitti e delle guerre” ( @atlanteguerre ) curato da Alice Pistolesi e da cui abbiamo preso spunto: dal petrolio – passato da zero a 83 $/b nel giro di pochi mesi – al grano, che sembrerà anche limitato il rincaro ma il 13% per un bene di così prima necessità è una questione di vita o di morte per molti diseredati... in particolare sono colpiti i settori energetici e le materie prime, un segnale che il Sistema ha deciso che l’uscita dalla pandemia è imboccata e i costi si scaricano sui consumatori e i produttori.
Il prezzo del petrolio, ma non solo: i futures sul gas stanno esplodendo e la domanda di produzione di beni particolarmente energivori stanno producendo questo cigno nero. Infatti in tutto il mondo le difficoltà di approvvigionamento di risorse energetiche producono prezzi che diventeranno sempre più inaccessibili; il settore metallurgico esploso con le richieste sulla scorta del miraggio di una ripresa (o preconizzandola per consentire la perpetuazione del sistema) vede aumenti vertiginosi per i beni utili per il rilancio. Tutto ciò si aggiunge al saccheggio, al land grabbing, all’esproprio coloniale; poi anche i conflitti divampano laddove ci sono passaggi strategici per le merci, oppure produzioni speciali, come i semiconduttori o i fosfati o le terre rare; però le conseguenze economiche dell’uscita dal pericolo del SarsCov2 stanno producendo un prevedibile – e non contrastato – vertiginoso aumento del costo sia della vita che della produzione di beni, con conseguente spirale di carovita. Il modo del capitalismo per uscire dalle crisi: inventando un boom di produzione i cui costi si scaricano sui prezzi di qualsiasi merce, impoverendo ulteriormente le classi meno abbienti.
La catena di approvvigionamenti ancora non è riuscita ad assorbire il collo di bottiglia di certi snodi collegati all’aumento esponenziale dei costi dei noli marittimi e di tutti i passaggi più a rischio nella rete del supply chain, sollecitata allo spasimo dalla ripartenza globale e contemporanea.

Ma forse, essendo una coltre stesa su tutto il mondo che si è innescata alla fine del 2020, potrebbe diventare un coagulante per quelle moltitudini che ormai hanno già patito, patiscono e patiranno quelle scelte del sistema capitalistico e scatenare ribellioni non solo locali; non pretendiamo di individuare già un percorso per rilanciare lotte collegate internazionalmente, pur percependo potenzialità in questo senso in seguito a un collante unico per tutti... dalla Guinea – analizzando le conseguenze della caduta del regime di Alpha Condè si apre il dossier di “Atlante delle guerre” (https://www.atlanteguerre.it/notizie/dossier-materie-prime-prezzi-e-geopolitica/) – alla Cina, con la decisione di uscire dall’economia del carbone e le conseguenti turbolenze diplomatiche ma soprattutto con i tagli alla produzione di energia; dall’Europa agli Usa, interessati da una ripartenza oltremodo pompata nell’intento di recuperare le perdite date dal lockdown… iniziamo così ad analizzare la situazione che si è venuta a creare, conducendola con l’intento di descrivere i meccanismi di un’uscita da un fenomeno nocivo come il Covid per poter cogliere sul nascere quelle situazioni delle prime manifestazioni di resistenza agli automatismi capitalistici di rientro che potrebbero magari estendersi a tutto il mondo.
«E la materia prima non è infinita», chiosa argutamente Alice Pistolesi al termine del suo intervento in Bastioni di Orione, programma di Radio Blackout.
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Autore OGzero - Orizzonti geopolitici
Organizzazione OGzero - Orizzonti geopolitici
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