Scardinare con uno “scatto” la difesa del consenso al potere

13 set 2023 · 16 min. 44 sec.
Scardinare con uno “scatto” la difesa del consenso al potere
Descrizione

Nonostante il potere. https://artspaces.kunstmatrix.com/en/exhibition/12198946/wars-2023-terza-edizione Ed è soprattutto il potere democratico, paradossalmente, ad avere bisogno di censurare il fotogiornalismo di guerra. E allora abbiamo colto l’occasione per cercare di dare il...

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Nonostante il potere.

https://artspaces.kunstmatrix.com/en/exhibition/12198946/wars-2023-terza-edizione
Ed è soprattutto il potere democratico, paradossalmente, ad avere bisogno di censurare il fotogiornalismo di guerra.
E allora abbiamo colto l’occasione per cercare di dare il giusto rilievo al lavoro dei fotoreporter, “gettando uno sguardo” al Premio internazionale Wars - War and Revolutionary Stories a cura dell’“Atlante delle Guerre”; ma anche per fare due chiacchiere con Raffaele Crocco, direttore responsabile e curatore della mostra insieme a Fabio Bucciarelli, per toccare alcuni temi e questioni collegate al complesso e coraggioso occhio dei reporter di Guerra e Migrazione – che infatti si può definire “Guerra alla povertà”: dalla visibilità che deve produrre uno sforzo enorme per superare l’occupazione dell’immaginario dell’ipertrofica produzione di immagini di guerra a sostegno della narrazione di potere, alla “partecipazione” di chi sceglie l’inquadratura e la luce, chi non documenta soltanto la situazione di cui è testimone, ma vive nella Storia insieme ai suoi soggetti.
Il premio è andato a Sigfrid Modola per un reportage da una sanguinosa guerra dimenticata, quella del Myanmar; ma anche Federico Rios ha ottenuto un riconoscimento con un bel lavoro sul cammino al Darien Gap, lo strenuo passaggio dei migranti che faticosamente attraversano infinite frontiere con la determinazione della disperazione; e non poteva venire dimenticato Santi Palacios, che documenta gli effetti stranianti della strage di Bucha, a completare il terzetto di finalisti. Tre momenti che non a caso riassumono la geopolitica di questa epoca, in cui il sistema mediatico ha preso le misure al grande rivoluzionario lavoro dei freelance che aveva saputo con pochi scatti risvegliare la coscienza politica mondiale al tempo della Guerra nel Vietnam e ora avrebbe bisogno di accedere a molti canali, o che da molte segnalazioni si confluisse sul lavoro di questi 120 partecipanti alla terza edizione di Wars, per toccare le menti distratte da innumerevoli immagini concentrate altrove.
Si coglie la composizione quasi artistica dello scatto fotografico, ma si rileva anche l’impossibilità di ottenere un distacco da ciò che si vede, perché significherebbe rinunciare alla propria umanità, pressata dalla ferocia delle 31 guerre in corso in questo momento, di cui non si darebbe nemmeno conto se non per il lavoro di questi obiettivi che narrano i tanti civili uccisi, senza contare i molti costretti a indossare divise, per andare a morirci dentro.
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Autore OGzero - Orizzonti geopolitici
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