San Vito di Cadore

23 mag 2024 · 4 min. 51 sec.
San Vito di Cadore
Descrizione

Bella e importante stazione di turismo estivo e invernale, San Vito di Cadore si trova a 1011 m di altezza in posizione molto felice in prossimità del torrente Boite. Ultimo...

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Bella e importante stazione di turismo estivo e invernale, San Vito di Cadore si trova a 1011 m di altezza in posizione molto felice in prossimità del torrente Boite. Ultimo centro cadorino prima dell’inizio del territorio ampezzano, storicamente è stata una significativa località di confine e l’estremo avamposto del dominio veneto verso settentrione almeno dal 1511, quando l’Ampezzano optò per l’Imperatore Massimiliano. Sotto il profilo civico, prima che intervenisse l’organizzazione comunale, grande rilievo ebbe il sistema regoliero destinato a disciplinare le attività forestali, pascolive e dell’allevamento. Tuttora la Regola, sia pure con le variazioni legislative introdotte, conserva anche qui una sua fisionomia e un’importanza significativa per l’amministrazione del patrimonio comune. San Vito è strettamente connesso all’alpinismo; un solido legame questo, suggellato da montagne molto belle che vanno dalla Croda Marcora all’Antelao. Il monte Antelao, con i suoi 3264 m di altezza, è la seconda montagna più alta dopo la Marmolada ed è per questo conosciuto come Re delle Dolomiti. Si dice che il primo a sconfiggerne la sommità sia stato proprio uno scalatore di San Vito: Matteo Ossi. Sui monti di San Vito si trovano il bivacco Scipio e Giuliano Slataper sul Sorapiss e quello dedicato a Leo Voltolina nella zona delle Marmarole. I rifugi sono il San Marco e lo Scotter sempre sul gruppo delle Marmarole, il Larin e l’Alpe di Senes nell’omonima località. San Vito è un luogo perfetto per ammirare le montagne dal basso o per partire verso magnifiche escursioni in quota o per fare delle arrampicate. E’ da queste meraviglie naturali che si è sviluppata la vocazione turistica di San Vito di Cadore, località di villeggiatura fin dall’Ottocento. Oggi il turismo in Veneto ha nuove forme e nuovi volti, compresi quelli della TV: il lago di San Vito è infatti la nuova location delle Dolomiti di “Un passo dal cielo”, la serie televisiva che aveva già reso famoso il lago di Braies in Alta Pusteria. Nel territorio non mancano anche piccoli tesori d’arte. La parrocchia è dedicata ai Santi Vito, Modesto e Crescenzia e venne fondata nel 1208. Quali chiese pievanali facevano riferimento a quella di San Vito altre chiese della Valle del Boite. L’antico edificio religioso aveva origini molto precedenti alla fondazione della parrocchia. Sicuramente la chiesa fu ricostruita e ampliata tra il 1754 e il 1764, quando fu consacrata. Conserva, tra le altre opere, una tela attribuita ad Andrea Celesti riportante Mosè che sfama gli Ebrei nel deserto e una pala con Madonna in trono col Bambino fra i Santi di Francesco Vecellio e opere lignee dello scultore locale Tita De Lotto. Possiede anche un’argenteria di pregio. Nel territorio parrocchiale insistono numerose chiesette e cappelle: quella intestata alla Madonna della Difesa, consacrata nel 1521, conserva un dipinto di Francesco Vecellio, una scultura di Tita De Lotto e affreschi d’incerta attribuzione, ma da qualcuno attribuiti a Pomponio Amalteo. La chiesetta un tempo era nota per il giuspatronato goduto dai regolieri di San Vito. Fu sede di mansioneria e a essa la popolazione è molto legata. Probabilmente fu eretta a scopo votivo, per evitare un’invasione nemica. L’importanza svolta dalle tradizioni popolari si materializza nel Museo Etnografico di San Vito di Cadore, fondamentale centro per la loro catalogazione e tutela. Il Museo è nato a questo scopo e gestito da un’associazione di appassionati. Raccoglie molte testimonianze, attrezzi e cimeli riferibili ai mestieri di un tempo e ad altri aspetti della vita locale.
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Autore radioabm
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