Il Comune di San Nicolò di Comelico si situa a 1062 metri di altezza in un’ottima posizione panoramica. I principali nuclei abitati sono quelli di Campitello, Lacuna, Gera e Costa. La denominazione del Comune richiama quella della locale chiesa intestata a San Nicolò Vescovo di cui vi è menzione già in un documento del 1199. San Nicolò divide, con gli altri Comuni del Comelico, l’origine e l’affermazione del sistema regoliero che per secoli ha disciplinato l’esercizio delle attività boschive e pastorali e, in fondo, la stessa organizzazione pubblica della comunità locale. Aderì alla Magnifica Comunità di Cadore nella quale era rappresentato dal centenaro costituito dalla parte alta del Comelico. Le vicende che contrassegnarono la riorganizzazione comunale, a cavallo tra la fine del 1700 e i primi lustri del 1800, confermarono la sua importanza anche se l’attribuzione dell’autonomia comunale a Danta da parte del Governo Austro-Lombardo-Veneto, nel 1843, tolse a esso una parte del territorio. Campitello, oltretutto, fu sede di uno dei sei cantoni in cui i Napoleonici divisero il Cadore. In effetti, San Nicolò aveva assunto un certo rilievo già verso la conclusione della dominazione veneziana per le attività estrattive e minerarie in località Ferrera. La lavorazione del ferro avveniva nelle officine di Gera e consentiva la produzione di attrezzi da lavoro e da cucina molto apprezzata anche all’estero e nei vicini paesi dell’Austria. La chiesa di San Nicolò, già esistente alla fine XII secolo, fu eretta nel 1413, rinnovata qualche decennio più tardi e consacrata nel 1513. Fu ulteriormente allungata nel 1633. Per molto tempo chiesa curaziale di Candide, fu poi costituita in parrocchia dal 1963. All’interno vi sono affreschi di Gianfrancesco da Tolmezzo e un dipinto attribuito a Cesare Bagni. Gera, che impose il nome all’importante e omonima famiglia di signori locali, ha invece una chiesetta interessante poiché accoglie il corpo di Santa Giuliana, donato dal cardinale Costantino Patrizi alla Baronessa Cecilia Colissis Vettori. Dalle catacombe romane di San Ciriaco, le spoglie della Santa furono traslate a Gera nel 1845. La chiesetta conserva, tra le altre opere d’arte, un dipinto con i Santi Vittore e Corona, la Santissima Trinità e San Michele Arcangelo opera del Lazzarini.
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