S.Teresa e la preghieraFai tutto con Gesù al fianco. Stai con Gesù, dialoga con Lui, condividigli gioia e dolori. Questa è l'orazione per Teresa. E l'orazione diviene in lei l' elemento unificante di tutta l’esistenza. Di san Francesco si diceva "non tam orans quam oratio factum est", cioè non pregava più ma diventava lui stesso preghiera. Ecco per Teresa è la stessa cosa. La sua vita si identifica con la preghiera che Teresa chiama appunto orazione. Un intimo intrattenimento con Gesù, dal quale sa di essere stra amata. Ma come si arriva ad unificare la vita attraverso la preghiera?Teresa ce lo spiega con un esempio così semplice e immediato, la cui metafora è diventata paradigmatica nella pedagogia di qualsiasi cammino spirituale. Si tratta della metafora del giardiniere e del giardino. Chi comincia nell'orazione deve far conto di tramutare in giardino di delizie per il Signore un terreno molto ingrato, nel quale non germogliano che erbe cattive. Sradicare le erbe cattive e piantarne di buone è lavoro di Dio, che supponiamo già fatto fin da quando l'anima si determina per l'orazione e comincia a praticarla. Ora a noi, come a buoni giardinieri, incombe l'obbligo di procu-rare, con l'aiuto di Dio, che quelle piante crescano: perciò innaffiarle affinché non inaridiscano, e cercare che producano fiori di deliziosa fragranza per ricreare il Signore. Allora egli verrà spesso a riconfortarsi e trovare le sue delizie fra quei fiori di virtù [...].Mi sembra che un giardino si possa innaffiare in quattro modi: cavando l'acqua da un pozzo, che è il modo più faticoso; portarla negli acquedotti per mezzo di una noria, ossia col far girare una gran ruota che qualche volta ho manovrata pur io, avendosi così più acqua con fatica minore; derivarla da un fiume o da un ruscello, che è il modo migliore perché la terra ne rimane bene imbevuta, non occorre innaffiarla tanto spesso, e il giardiniere ha molto meno da fatica-re; e finalmente una buona pioggia, nel qual caso è Dio che innaffia senza alcuna nostra fatica: sistema migliore che supera ogni altro. Facile no? Una buona e fitta pioggia certamente ci permette di riposare nella preghiera senza affannarci e sudare. Ma certamente l'acqua dal cielo è una super grazia. Non possiamo permetterci di starcene seduti ad aspettare passivamente. Aiutati che Dio ti aiuta dice un vecchio proverbio .. Quindi la super grazia della pioggia non ci esenta dal faticare e dal sudare prima. Con Gesù non possiamo permetterci la Grazia a buon mercato. Il grande teologo Bonhoeffer sosteneva che la grazia a buon mercato è il nemico mortale della nostra Chiesa. Noi siamo sempre alla ricerca degli sconti, del prezzo più basso. Ma Gesù ci ha conquistato la Grazia a prezzo del suo sangue, quindi a caro prezzo. Così la preghiera. Non si arriva all'orazione teresiana aspettando inermi la manna dal cielo. Un passo elegante di danza classica che godiamo in teatro come pubblico non è privo di allenamenti duri e difficili. Un film al cinema è frutto di giorni, mesi, anni di fatiche. Tutto ciò che è bello ha il suo prezzo. E così dice Teresa si comincia con entusiasmo ma anche con la fatica di ogni giorno. dobbiamo aiutare nel coltivare la preghiera giorno dopo giorno, nella salute e nella malattia. Certo: quando stiam bene è facile, c'è l'entusiasmo della fede e preghiamo volentieri. Poi però arrivano i giorni più duri e anche la preghiera diventa dura. Perchè la preghiera vera va di pari passo con la vita. Ouelli che cominciano a fare orazione sono coloro che cavano l'acqua dal pozzo: cosa assai faticosa, come abbiamo detto, perché devono faticare per raccogliere i sensi, i quali, abituati a divagarsi, stancano assai. Bisogna che a poco a poco prendano l'abitudine di non far più conto di vedere, di sentire, e di guardarsene affatto nel tempo dell'orazione. Cerchino la solitudine per ivi appartarsi e pensare alla vita passata: cosa che devono fare assai spesso tanto i principianti che i già progrediti, insistendovi più o me...
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