Re Artù è una delle figure più emblematiche della letteratura e del mito, incarnando l'archetipo del sovrano giusto e ideale. La sua leggenda è un mosaico di storie, miti e tradizioni che si sono evolute nel corso dei secoli, dando vita a un complesso universo narrativo noto come il "Ciclo Arturiano". Approfondire la figura di Re Artù significa esplorare non solo le sue origini e le storie che lo circondano, ma anche il significato culturale e simbolico che ha assunto nel tempo. Le prime menzioni di Artù risalgono a fonti medievali britanniche. Il "Historia Brittonum", attribuito a Nennio e datato al IX secolo, è uno dei primi testi a fare riferimento a un condottiero di nome Artù, descritto come un capo militare che ha guidato i Britanni contro i Sassoni. Tuttavia, non viene presentato come un re, ma piuttosto come un "dux bellorum" (duca della guerra). Questa figura iniziale di Artù è molto diversa dal nobile re che conosciamo attraverso le leggende successive. Una delle opere più influenti sulla formazione del mito arturiano è il "Historia Regum Britanniae" (Storia dei Re di Britannia) di Geoffrey di Monmouth, scritto intorno al 1136. In questo testo, Artù è presentato come un grande re, figlio di Uther Pendragon e Igraine, che unifica la Britannia e guida le sue truppe in battaglie vittoriose contro i Sassoni, i Pitti e i Romani. Geoffrey introduce elementi chiave del mito, come la concezione miracolosa di Artù (grazie all'intervento di Merlino), la spada Excalibur e la figura della fata Morgana. Nel XII secolo, il mito di Artù si espande ulteriormente grazie ai romanzi cortesi francesi, in particolare quelli di Chrétien de Troyes. Chrétien è accreditato per l'introduzione di elementi fondamentali come il Santo Graal e i Cavalieri della Tavola Rotonda. In queste storie, Artù diventa il fulcro di una corte ideale, composta dai più valorosi cavalieri del regno, che si riuniscono intorno alla Tavola Rotonda, simbolo di uguaglianza e fraternità. Un altro elemento cruciale della leggenda arturiana è la figura di Merlino, il mago e consigliere di Artù. Merlino è spesso descritto come un personaggio enigmatico, capace di profezie e di grandi atti di magia. Secondo molte versioni della leggenda, Merlino gioca un ruolo fondamentale nel concepimento e nell'ascesa al trono di Artù, orchestrando gli eventi che portano Uther Pendragon a unirsi a Igraine. Merlino è anche associato alla creazione della Tavola Rotonda e all'educazione di Artù, fungendo da mentore e guida spirituale. Nonostante la grandezza e l'idealismo del regno di Artù, molte versioni della leggenda culminano con la caduta di Camelot. Questo declino è attribuito a vari fattori, tra cui il tradimento di Ginevra e Lancillotto, le lotte interne tra i cavalieri e l'ambizione di Mordred, il figlio (o nipote, a seconda delle versioni) di Artù. La battaglia finale tra Artù e Mordred a Camlann è un episodio centrale, spesso descritto come l'ultimo scontro in cui Artù, pur uccidendo Mordred, è mortalmente ferito. Re Artù rimane una figura centrale nell'immaginario collettivo, un mito che continua a essere rivisitato e reinterpretato. La sua leggenda, con i suoi elementi di magia, cavalleria e tragedia, offre una ricca fonte di riflessione su temi universali come il potere, l'amore, la lealtà e la redenzione. Attraverso le sue molteplici incarnazioni, Artù continua a incarnare l'ideale del sovrano giusto e del regno perfetto, un simbolo eterno di speranza e aspirazione.
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