Puntata 9 - Dubbi ne vuoi?
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Descrizione
Come promesso, ecco un componimento amoroso un po' più “classico”, dopo le poesie strane che ci ha riservato l'età barocca. Facciamo un passettino indietro con la cronologia. Il sonetto in...
mostra di piùIl sonetto in questione è tratto dalle “Rime Amorose Estravaganti” di Torquato Tasso, un autore geniale della letteratura tardo rinascimentale, che fu autore di poesie, della favola pastorale Aminta e di poemi, tra cui la Gerusalemme “liberata” o “conquistata”. All'apice del successo, Torquato diede i primi segni di pazzia quando iniziò a sottoporre all'attenzione dell'Inquisizione, autodenunciandosi, proprio il poema sulla prima crociata. Sebbene gli stessi giudici cercassero di rassicurarlo e anzi esprimessero notevoli apprezzamenti nei confronti del poeta, egli continuava a sentirsi assalito dai suoi stessi scrupoli religiosi. Anche i rapporti con la corte a Ferrara peggiorarono, specie dopo che ebbe scagliato un coltello contro un servitore dal quale si sentiva spiato, mentre conversava con la duchessa.
Non aggiungo altro alla avventurosissima e travagliata vita dell'autore, che vi invito assolutamente ad approfondire per la sua attualità, ma proprio per iniziare ad esplorare questa figura così complessa, vi propongo una poesia in cui si confronta con la propria amata, chiedendole se ella dubiti che egli la ami.
Vuole capire se sia ancora dubbiosa del suo cuore, che non chiede più né rifugio né scampo, che non osa prendere le armi contro di lei proprio come un soldato sconfitto.
Le dice infatti che se potesse vedere la fiamma nascosta per la quale, vivendo, il poeta si accende sempre di più sarebbe meno crudele e meno ritrosa; ma, se non può mostrarle tale passione da vivo, dice che sarà la morte a mostrargliela, e non lo fermerà niente, per questo morirà affinché ella gli possa credere. La prega dunque di amare almeno le sue spoglie, se non fu gradito mentre era vivo il grande ardore che portava nel petto.
Dubitate ch’io v’ami? ancor dubbiosa
Siete del cor che più rifugio o scampo
Non chiede, e, qual guerrier ch’è vinto in campo,
Di prender l’armi in contra voi non osa?
Deh, poteste veder la fiamma ascosa,
Ond’io del vostro amor vivendo avvampo,
E l’imagine bella onde mi stampo,
Che sareste men cruda e men ritrosa!
Ma, se non posso a voi mostrarla in vita,
Morte la scopra e non mi tenga a freno
Sprezzata fede e di morire ardita.
Morrò perché ’l crediate; e morto almeno
Amate il cener mio, se mal gradita
Fu grande e viva arsura accolta in seno.
Informazioni
Autore | Mamù - Mattia Murgia |
Organizzazione | Mamù - Mattia Murgia |
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