Preghiera
15 mar 2022 ·
34 min. 59 sec.
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Descrizione
Lascio sempre che sia la vita a suggerirmi una nuova tappa da vivere insieme a te. Le cose che viviamo, i fatti e le immagini che ci toccano, i racconti...
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Lascio sempre che sia la vita a suggerirmi una nuova tappa da vivere insieme a te. Le cose che viviamo, i fatti e le immagini che ci toccano, i racconti che ci entrano nel cuore. Tutto mi parla. Ed oggi, ho sentito l’invito a soffermarmi su una parola molto impegnativa e per la quale mi sento profondamente inadeguato. È la parola preghiera. Non credere che sia qui a balbettare qualcosa della preghiera, con la presunzione di chi ha capito tutto. No, assolutamente. Provo a riflettere su questa parola a partire dalle mie domande. Il tema è vasto. Da dove possiamo partire? Mah, direi da una constatazione. E cioè quella che sembra dirci che l’uomo ha sentito probabilmente sin dagli albori della sua storia, il bisogno di andare oltre se stesso e rivolgersi ad un’entità più grande. Ha rudimentalmente sentito che era solo una piccola parte di un tutto molto più grande di lui.
C’è sempre stato però un grosso problema: la sofferenza delle vittime e le conseguenti domande generate nel dolore. “Perché dio ha permesso questo? Perché ha lasciato che morissero degli innocenti? Perché non è intervenuto in nostra difesa contro i violenti?". C’è stato un evento terribile della nostra storia che ha suscitato profondi interrogativi in ogni uomo e donna, credenti o non credenti. La Shoah. Di fronte all’assurdità e all’orrore di questa immane tragedia, è nata spontaneamente nei cuori la dolorosa questione: e Dio dov’era? Dopo Auschwitz, secondo Hans Jonas, parlare di onnipotenza di Dio è del tutto impossibile. Qualcuno disse che dio era proprio in quei campi concentramento dove morivano gli innocenti. E allora mi chiedo: può questa idea di dio riconciliarci con lui e aiutarci ad andare oltre quella rabbia e quel senso di impotenza che a volte sentiamo dentro di noi?
Di questo e di molto altro provo a parlane in questo podcast. Con le mani vuote. In punta di piedi. Con l'umiltà di chi si sente in continua ricerca e spoglio di verità assolute.
Buon ascolto!
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Send in a voice message: https://anchor.fm/andrea-polidoro/message
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C’è sempre stato però un grosso problema: la sofferenza delle vittime e le conseguenti domande generate nel dolore. “Perché dio ha permesso questo? Perché ha lasciato che morissero degli innocenti? Perché non è intervenuto in nostra difesa contro i violenti?". C’è stato un evento terribile della nostra storia che ha suscitato profondi interrogativi in ogni uomo e donna, credenti o non credenti. La Shoah. Di fronte all’assurdità e all’orrore di questa immane tragedia, è nata spontaneamente nei cuori la dolorosa questione: e Dio dov’era? Dopo Auschwitz, secondo Hans Jonas, parlare di onnipotenza di Dio è del tutto impossibile. Qualcuno disse che dio era proprio in quei campi concentramento dove morivano gli innocenti. E allora mi chiedo: può questa idea di dio riconciliarci con lui e aiutarci ad andare oltre quella rabbia e quel senso di impotenza che a volte sentiamo dentro di noi?
Di questo e di molto altro provo a parlane in questo podcast. Con le mani vuote. In punta di piedi. Con l'umiltà di chi si sente in continua ricerca e spoglio di verità assolute.
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Autore | Andrea Polidoro |
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