PODCAST. APP PER IL CUORE, SESSO VIRTUALE NEI GIOVANI, ANSIA E STRESS A SCUOLA
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PODCAST. APP PER IL CUORE, SESSO VIRTUALE NEI GIOVANI, ANSIA E STRESS A SCUOLA Oggi si parla di App per proteggere il cuore, di scelte sessuali nei giovani e dell’aumento...
mostra di piùOggi si parla di App per proteggere il cuore, di scelte sessuali nei giovani e dell’aumento di aggressività, ansia e stress negli studenti. UNA APP PER PROTEGGERE IL CUORE È stato esteso fino a fine febbraio 24 il reclutamento per il Progetto di Ricerca "Strategie di prevenzione primaria cardiovascolare nella popolazione italiana (CV-PREVITAL)", promosso e finanziato dal Ministero della Salute e realizzato attraverso la Rete Cardiologica degli IRCCS, il più grande network di ricerca italiano in ambito cardiovascolare, con il Centro Cardiologico Monzino come capofila. È dunque ancora possibile partecipare a questa iniziativa pionieristica di prevenzione, per cui ad oggi sono stati arruolati oltre 21.000 volontari, contando di arrivare nei prossimi quattro mesi a circa 30.000. Lo studio vuole dimostrare che un programma strutturato di medicina digitale, basato sull'impiego di una App ed inserito nel contesto naturale della prevenzione primaria dove operano cardiologi, medici di medicina generale e farmacisti, sia in grado di ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e di migliorare lo stato complessivo di salute della popolazione. L’app utilizzata nello studio è la prima costruita da esperti della Rete Cardiologica, che da anni operano nel settore della prevenzione cardiovascolare. Lo studio rappresenta uno dei più ampi e importanti progetti di prevenzione cardiologica a livello internazionale e il primo in Italia a coinvolgere tutti gli attori della prevenzione. Vi partecipano 14 centri della Rete Cardiologica, oltre 40 Centri Sanitari Polifunzionali di medicina generale distribuiti in 11 regioni e circa 100 farmacie associate a Federfarma Lombardia.
CRISI SESSO E GIOVANI PESA SU CULLE VUOTE: 1 SU 3 LO FA SOLO VIRTUALE
Gli ardori della tarda adolescenza e l’inizio dell’età adulta ridotti a flebile fiammella: la proverbiale “tempesta ormonale” nella Generazione Z sembra infatti scontrarsi contro blocchi culturali, insicurezza e fragilità. Tutto questo si potrebbe riflettere ancora più drammaticamente sull’attuale crollo delle nascite in Italia e sul boom di impotenza tra i giovani. E’ quanto emerge dall’indagine promossa dalla Società Italiana di Andrologia (SIA) nell’ambito della campagna di sensibilizzazione e prevenzione andrologica, che ha visto coinvolti, tra gli altri, l’Esercito Italiano, la Croce Rossa Italiana (CRI), ed è stata condotta dall’Università IULM di Milano, su un campione di 500 giovani maschi, dai 16 ai 35 anni e i loro partner. Per Alessandro Palmieri, Presidente SIA e Professore di Urologia alla Università Federico II di Napoli «i risultati preliminari dell’indagine mostrano che il rapporto della Generazione Z con il sesso è complicato e contraddittorio. La sessualità negli under 35 appare sempre più sganciata dalla componente relazionale e riproduttiva, e questo si riflette sulla scarsa soddisfazione nei rapporti reali, 50% del campione, e sul ricorso al sesso solo virtuale per un ragazzo su tre. Questa tendenza alimenta silenziosamente il fenomeno della denatalità con ripercussioni gravi quindi anche sulla società stessa per l’instaurarsi da una sessualità mediata dai social e da Internet, con un grande assente: il contatto fisico. Ciò comporta anche una ricaduta sui disturbi della sfera sessuale».
ANSIA E STRESS TRA GLI STUDENTI ANCHE NELLA PRIMARIA. AUMENTANO NOIA E AGGRESSIVITÀ
Tra gli studenti crescono ansia, indolenza, noia, comportamenti aggressivi e, al contempo, diminuiscono l'attenzione in classe e l'interazione con i compagni. È questo il quadro preoccupante che emerge da una indagine condotta da Nomisma per fotografare i comportamenti degli studenti nel nuovo contesto sociale post pandemico e, al contempo, individuare le priorità e le preoccupazioni degli insegnanti. Dalla ricerca risulta che il 71% dei docenti identifica nei comportamenti degli alunni uno tra i principali rischi connessi alla propria professione, acuito spesso dalla mancanza di risorse e supporto da parte dell'istituzione scolastica (per il 47% dei rispondenti). E se solo per 1 docente su 4 in classe e a scuola gli alunni rispettano le regole di comportamento, inevitabilmente risulta molto sentito il tema della sorveglianza e supervisione degli alunni, considerato fonte di preoccupazione per il 41% degli insegnanti. Questo determina forti momenti di stress e fenomeni di burn out ed esaurimento, in entrambi i casi per il 42% dei rispondenti.
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