Ben ritrovati. Ci sono artisti che entrano nel cuore, album che fanno la storia e brani, che non appena se ne sentono le prime note, portano a canticchiarli. Tutto questo è anche Francesco De Gregori, che ha firmato negli anni pezzi e dischi memorabili; oggi vogliamo tirarne fuori dagli archivi uno che rientra a pieno titolo in questa categoria, l'album, infatti, è "Rimmel" e la canzone è “Buonanotte fiorellino". Intanto va detto che tra un paio di mesi, ad aprile, esattamente il 4 aprile, il principe della canzone d'autore italiana compie la rispettabile età di 71 anni, dopo che lo scorso anno aveva soffiato sul numero di candeline a cifra tonda, cioè proprio i settanta. Per celebrarlo, non festeggiarlo visto che siamo in anticipo, abbiamo allora voluto dedicargli questo nostro spazio, in particolare alla sua opera con Enrico Deregibus, giornalista e scrittore che di De Gregori sa veramente tutto. È lui, per intenderci, l'autore di una biografia come "Francesco De Gregori. Mi puoi leggere fino a tardi" e soprattutto è lui l'autore di una sorta di bibbia proprio del suo repertorio: "Francesco De Gregori. I testi. La storia delle canzoni", che è un faldone di ben settecento pagine che ha fatto la gioia di ogni fan perché riporta i testi di tutte le canzoni scritte da De Gregori, e soprattutto perché per ogni canzone presenta l'approfondimento dovuto, con vari estratti di interviste, contestualizza proprio i brani, le interpretazioni e in qualche modo toglie, sgombera il campo da leggende metropolitane, smentendo anche alcune bufale clamorose che invece si sono tramandate per decenni. Per esempio, è un esempio eclatante proprio "Buonanotte fiorellino" - la nostra canzone di oggi - una delle più famose ma anche criticate dal repertorio di De Gregori; è uno dei brani dell'album "Rimmel" e fu accolto da tuoni e fulmini dalla critica all'epoca; severa, severissima critica, perché vedevano in questa canzone un tradimento del De Gregori più impegnato. Lui invece sostiene, tramite la sua biografia, che sia la canzone più rivoluzionaria che ha scritto perché "davano per scontato" - racconta - "che io fossi catalogabile unicamente tra gli autori di canzoni impegnate e farne una così privata e sentimentale faccenda non era accettabile. In realtà prendevo anche in giro un certo linguaggio dell'amore, ma anche chi a questo linguaggio voleva contrapporsi parlando solo di fabbriche occupate. Insomma, è un pezzo anticonformista"..................
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