" Sono la sentinella del mio fratello e della mia sorella, perchè sono il custode della sua libertà: se il mio fratello sbaglia, sono lì, a sostenerlo con la mia misericordia, che si fa anche correzione fraterna, e se non sbaglia sono uguamente lì a sostenerlo, perchè non si inorgoglisca e perchè sappia che lui e io siamo insieme e siamo fratelli perchè insieme siamo rivolti a Cristo e ugualmente orientati a Lui, alla Sua Persona e viviamo la stessa fede": così il nostro Arcivescovo Roberto ci offre una sintesi preziosa della pedagogia di Gesù, che ci viene proposta dal passo odierno del Vangelo di Matteo. Grazie don Roberto! La pericope di Matteo, ci fa osservare l'Arcivescovo, si apre con la situazione del fratello che commette una colpa contro di noi e si chiude con il perdono, che è la carta d'identità di Dio. E il perdono non è far finta di niente, far finta di non vedere (che a volte sarebbe anche più comodo), non è ignorare la mancanza commessa, la ferita prodotta. No. Il perdono è la pedagogia del recupero, come dice papa Francesco. Il perdono è la possibilità della libertà per chi ha sbagliato. E' qualcosa di profondamente divino. Ricreare una relazione ferita è qualcosa di divino, che può passare, però, anche attraverso di noi, se ci lasciamo investire dall'ondata di misericordia di Cristo, che abbraccia l'umanità, restituendole libertà e vita nella fraternità in Lui. Ho sempre trovato affascinanti queste parole di sant'Agostino: "Ama e fa' bene ciò che vuoi: se taci, taci per amore; se parli, parla per amore; se correggi, correggi per amore; se perdoni, perdona per amore. Sia in te la sorgente dell'amore, perchè da questa fonte può uscire solo il bene". Perchè dov'è carità e amore, lì c'è Dio. Buona settimana!