Omelia di mons. Repole alla Messa nella parrocchia della Natività di Maria Vergine, Almese 18-02-23

19 feb 2023 · 9 min. 14 sec.
Omelia di mons. Repole alla Messa nella parrocchia della Natività di Maria Vergine, Almese 18-02-23
Descrizione

Omelia di mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, alla Messa nella parrocchia della Natività di Maria Vergine in Almese, 18 febbraio 2023 RIFERIMENTI BIBLICI: Prima lettura:...

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Omelia di mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, alla Messa nella parrocchia della Natività di Maria Vergine in Almese, 18 febbraio 2023

RIFERIMENTI BIBLICI:
Prima lettura: Lv 19,1-2.17-18
Salmo responsoriale: Sal 102 (103)
Seconda lettura:
1 Cor 3,16-23
Vangelo:
Mt 5,38-48
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Commenti
F

Federica

1 anno fa

" Siate perfetti come perfetto è il Padre vostro celeste": questa la conclusione del Vangelo di oggi, che il nostro Arcivescovo Roberto commenta così: " Qui c'è la potenza grandiosa del realismo di Gesù. Chi è capace di immettere qualcosa di nuovo dentro un mondo violento? Chi è capace dell'amore vero e non solo dell'innamoramento? Colui che si sente amato in modo gratuito, anche nelle proprie debolezze, anche nel proprio peccato, dal Padre, che fa sorgere il sole sui giusti e sugli ingiusti. Chi sente di essere sotto l'amore del Padre è capace di una risposta realista ad un mondo violento. La risposta definitiva a questo mondo ci sarà soltanto nel Regno del Padre. Per questo preghiamo: Venga il Tuo Regno". Grazie di cuore! E' davvero un'occasione preziosa per ogni persona e, in particolare, per le Chiese di Torino e Susa, di cui Gesù Buon Pastore ha affidato la guida al nostro Arcivescovo Roberto per camminare e progredire tutti insieme sulla strada del Vangelo di Gesù. Grazie a Gesù e grazie a don Roberto! E' molto impegnativo, spesso difficile, ma arricchente il cammino che Gesù ci propone in queste domeniche del discorso della montagna che precedono l'inizio del tempo forte della Quaresima. Non opporsi al malvagio, porgere l'altra guancia, a chi vuol toglierti la tunica lasciare anche il mantello, fare due miglia con chi ti costringe a farne con lui uno...: sembra di ascoltare un elenco di comportamenti da imbecilli, di scelte da persone deboli, da gente che alla fine dice sempre sì, ma in realtà è tutto il contrario. Gesù non ci chiede di legittimare il maltrattamento, il comportamento violento, l'abuso. Non ci è chiesto di coprire il male, di farcene una ragione, di far finta di non vedere e di non sapere. No. Ci è chiesto invece di avere la forza della mitezza ,che rifiuta l'odio, il rancore e la vendetta e cerca con premura tutte le vie del dialogo e della riconciliazione; ci è chiesto di nutrire la forza della fiducia, che non sigilla la porta del cuore, ma coltiva la speranza e aiuta a credere nella risurrezione di chi colpisce, di chi distrugge, di chi ferisce. E tutto questo perchè siamo di Cristo, siamo tempio di Dio e lo Spirito di Dio abita in noi. E' Lui che ci cambia, ci trasforma, ci muove da dentro, rendendoci forti nella pazienza e nella sopportazione di coloro che ci feriscono. E' Lui che, al nostro fianco, attende la risurrezione morale di chi ci ha fatto del male. E rialzarsi dalla caduta, anche grave, è possibile. Perchè è Lui che l'ha scritto nella storia dell'umanità, non con un inchiostro qualunque che può anche sparire nel tempo, ma con il Suo Sangue! Il Sangue dell'Eterno. Dalla Croce di Cristo è scaturita la risurrezione dell'umanità! Il debole allora non è chi porge l'altra guancia. Il debole è invece il violento, il prevaricatore, l'arrogante. E' debole perchè schiavo. Schiavo dei suoi errori, della sua presunzione, del suo orgoglio, dei suoi peccati. Amare i nemici significa allora accompagnare chi ha sbagliato in un cammino di scoperta e di coscienza di sè, di trasparenza e di libertà; significa non rispondere all'odio con l'astio e la vendetta, ma cercare possibilità di incontro che dimostrino che la riconciliazione e il bene sono possibili e che, nella notte buia delle relazioni umane, può ancora e di nuovo risplendere la luce e la forza del dono e dell'amore. Nonostante le tante contrarietà. Il Signore ci renda operatori di pace e portatori del Suo amore in un mondo tanto disumano e violento. Buona domenica!
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Autore Arcivescovo di Torino
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