Monastero di Sant'Antonio Abate a Norcia (Umbria)
2 gen 2024 ·
3 min. 25 sec.
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Descrizione
Il Monastero di Sant'Antonio Abate fu fondato a Norcia nel 1400 e fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1567. Un altro terremoto provocò ulteriori danni nel 1703. Nel 1808 il...
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Il Monastero di Sant'Antonio Abate fu fondato a Norcia nel 1400 e fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1567.
Un altro terremoto provocò ulteriori danni nel 1703.
Nel 1808 il monastero assorbì quello di Santa Caterina ampliandosi.
In base alle leggi delle soppressioni, del 1865, fu occupato dal demanio e molte religiose furono disperse.
Quelle rimaste però riuscirono a ricomprare l'edificio sacro nel 1889.
Recentemente, nel 1970, il Monastero di Sant'Antonio Abate ha assorbito anche l'attiguo Monastero di Santa Maria della Pace, un tempo appartenuto alle Clarisse.
Grande protagonista della storia del monastero è stata la Monaca Scolastica Fares, morta in odore di santità nel 1611, per molti anni abbadessa, e qui sepolta nella chiesa.
La chiesa del 1500 ha una decorazione barocca, in particolare negli altari.
Di pregevole valore artistico sono la statua lignea di Sant'Antonio e le pitture del 1400.
Il Monastero possiede anche arredi e vasi sacri d'epoca ugualmente pregevoli.
Il giorno della festa del patrono Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, nel piazzale della Chiesa si benedicono gli animali che per l’occasione vengono “vestiti a festa” con fiocchi di tutti i colori.
Inoltre vengono vendute all’asta pecorelle donate dai pastori della zona.
Le Monache confezionano dolci dati per ricambiare le offerte dei devoti o venduti.
Per i bambini preparano le “coroncine”, collane di piccole ciambelline.
Ristrutturata dopo il terremoto del 1980 per l’ospitalità ha stanze molto semplici, con 70 posti letto, tutte con servizi privati, per un'ospitalità aperta a religiosi, famiglie e gruppi di preghiera; è offerto anche il vitto.
Le Monache producono prodotti genuini tutti utilizzati anche per la cucina del Monastero: molto apprezzato è il "tartufo monacale", una sorta di pesto da utilizzare come condimento per la pasta, la carne e i crostini.
Molto buono è anche il miele, un Millefiori di montagna.
Inoltre gli orti del Monastero producono verdure in abbondanza e si allevano galline, piccioni, conigli e maiali.
Monastero di Sant'Antonio Abate: https://maps.app.goo.gl/rB7VtppLVhGt9xSs5
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Un altro terremoto provocò ulteriori danni nel 1703.
Nel 1808 il monastero assorbì quello di Santa Caterina ampliandosi.
In base alle leggi delle soppressioni, del 1865, fu occupato dal demanio e molte religiose furono disperse.
Quelle rimaste però riuscirono a ricomprare l'edificio sacro nel 1889.
Recentemente, nel 1970, il Monastero di Sant'Antonio Abate ha assorbito anche l'attiguo Monastero di Santa Maria della Pace, un tempo appartenuto alle Clarisse.
Grande protagonista della storia del monastero è stata la Monaca Scolastica Fares, morta in odore di santità nel 1611, per molti anni abbadessa, e qui sepolta nella chiesa.
La chiesa del 1500 ha una decorazione barocca, in particolare negli altari.
Di pregevole valore artistico sono la statua lignea di Sant'Antonio e le pitture del 1400.
Il Monastero possiede anche arredi e vasi sacri d'epoca ugualmente pregevoli.
Il giorno della festa del patrono Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, nel piazzale della Chiesa si benedicono gli animali che per l’occasione vengono “vestiti a festa” con fiocchi di tutti i colori.
Inoltre vengono vendute all’asta pecorelle donate dai pastori della zona.
Le Monache confezionano dolci dati per ricambiare le offerte dei devoti o venduti.
Per i bambini preparano le “coroncine”, collane di piccole ciambelline.
Ristrutturata dopo il terremoto del 1980 per l’ospitalità ha stanze molto semplici, con 70 posti letto, tutte con servizi privati, per un'ospitalità aperta a religiosi, famiglie e gruppi di preghiera; è offerto anche il vitto.
Le Monache producono prodotti genuini tutti utilizzati anche per la cucina del Monastero: molto apprezzato è il "tartufo monacale", una sorta di pesto da utilizzare come condimento per la pasta, la carne e i crostini.
Molto buono è anche il miele, un Millefiori di montagna.
Inoltre gli orti del Monastero producono verdure in abbondanza e si allevano galline, piccioni, conigli e maiali.
Monastero di Sant'Antonio Abate: https://maps.app.goo.gl/rB7VtppLVhGt9xSs5
Informazioni
Autore | Giuseppe Cocco |
Organizzazione | Giuseppe Cocco |
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