Lettera #77 Per gli italiani i BTP sono ancora lo zucchero della vita
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Descrizione
Numerose società e banche stanno emettendo titoli obbligazionari e con tassi d’interesse apparentemente ghiotti e lo stesso Stato italiano è un grande e fantasioso collocatore di titoli del debito pubblico....
mostra di piùQuest’anno il Tesoro dovrà rifinanziare 320 miliardi di euro di debito pubblico e già la metà è stata raccolta. E se è vero che l’inflazione oggi continua a mordere e viaggia in Italia ancora intorno all’8%, le previsioni del mercato sono di una discesa addirittura sotto al 3% a fine 2024, secondo l’Ocse.
Siamo così passati dai Bot e Cct al BTP classico, poi quello Italia (agganciato all’inflazione), poi è entrato anche nella gamma il BTP Futura e ora il BTP Valore che ne riprende il meccanismo di indicizzazione, ma cambiando durata e denominazione, anche perché il Futura si è rivelato una delusione per i sottoscrittori, visto quello che è poi accaduto sul fronte dei tassi d’interesse che si sono innalzati verso l’alto e con una velocità che non si vedeva da decenni. Veleno per chi detiene obbligazioni soprattutto a tasso fisso e con durate lunghe.
Quali le variabili da considerare quando si investe sul mercato obbligazionario? Perché le obbligazioni scendono? Come si dovrebbe valutare un titolo che mi vuole collocare il mio Stato o la mia banca? Quali confronti fare? Perchè dovrei preferire magari un portafoglio di titoli che rendono il 4% e non uno più ghiotto che offre come rendimento (a parità di durata) l’8%?
Nell’audio di oggi cercheremo di dare seguito a tutte queste domande.
Intanto, un accordo di massima sembra essere stato raggiunto negli Stati Uniti tra il presidente Joe Biden e il suo omologo repubblicano alla Camera dei rappresentanti, Kevin McCarthy, per trovare un terreno comune per aumentare il tetto del debito federale.
Il tetto del debito rappresenta il limite posto dal Congresso degli Stati Uniti all’ammontare di prestiti che il governo americano può accumulare. È stato introdotto nel 1917 e dagli anni ‘60 in poi è stato ritoccato quasi 80 volte (!) raggiungendo il limite attuale di 31,4 trilioni di dollari (circa il 120% del Pil americano).
Come italiani, abbiamo certo poco da stupirci del debito pubblico a stelle e strisce e dei loro rituali, perché il nostro debito pubblico in versione tricolore è, facendo le debite proporzioni, ben superiore viaggiando sopra i 2800 miliardi di euro e in proporzione al Pil (ovvero il valore della ricchezza annua prodotta) è di circa il 144%.
Nell’Unione Europea, a livello di rapporto debito-Pil, soltanto la Grecia, con il suo 171,3%, fa peggio dell’Italia, mentre al terzo posto degli Stati più indebitati c’è il Portogallo (con un 113,9%), seguito da Spagna (113,2%) e Francia (al 111,6%).
Ci ha colpito leggere in queste settimane che diverse banche e reti sono preoccupate della “concorrenza” che il Tesoro sta facendo con il collocamento a tassi d’interessi del 4% circa delle proprie obbligazioni salvo poi vedere che la maggior parte delle società di gestione offrono fondi d’investimento con le stesse obbligazioni all’interno in quota massiccia, ma con commissioni di gestione dell’1,5% annuo e allora va naturalmente tutto bene.
O di vedere banche che emettono obbligazioni (spesso totalmente illiquide al confronto) con rendimenti più bassi di quelli offerti dagli stessi titoli di Stato e la cosa non è spesso molto sensata. E si cerca evidentemente, per fare raccolta, di approfittare della scarsa educazione finanziaria dei propri clienti, mentre si annunciano naturalmente grandiosi progetti per diffondere l’educazione finanziaria probabilmente (viene il sospetto) non ai propri clienti... ma agli abitanti di Marte appena Elon Musk colonizzerà questo pianeta.
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Autore | SoldiExpert SCF |
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