Lettera #64 Lo stop alle commissioni di retrocessione dimezza i guadagni di banche e consulenti finanziari
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La scorsa settimana ha visto ancora infiammare (e siamo solo all’inizio..) il dibattito sulla nuova proposta legislativa(“EU Retail Investment Strategy”) dove viene prospettato il divieto del meccanismo della retrocessione che...
mostra di piùTradotto, questo significherebbe che le banche e reti che oggi consigliano ai risparmiatori il loro vino o quello di altri vinai (con cui hanno preso accordi) e si fanno poi restituire da questi una bella quota dei loro ricavi, ebbene non sarebbe più possibile. Stop al giochino delle commissioni di retrocessione, perché secondo troppi studi questo meccanismo gonfia il conto da pagare per i risparmiatori e i conflitti d’interessi.
Interessante capire quali conseguenze avrebbe un eventuale terremoto di questo tipo sul mercato italiano dove banche e reti ci sguazzano con questo modello, tanto che alcuni anni fa un rispettato analista finanziario, Raffaele Zenti, aveva provato a fare i conti su quanti soldi costa il giochino arrivando a cifre e conclusioni forti: “Una fetta enorme della ricchezza degli italiani, circa 23 miliardi di euro all’anno, grosso modo pari all’1,5% del PIL Nominale dell’Italia. È bruciata dal conflitto d’interesse e dall’anacronistica inefficienza dell’industria del risparmio gestito. Tanti soldi, che potrebbero essere impiegati utilmente in altro modo”.
Comprensibile quindi che banche e reti si schierino a totale difesa dello status quo, ma sta facendo discutere un report che è stato pubblicato negli scorsi giorni dall’Ufficio Studi di Mediobanca e che cerca di capire quale impatto economico avrebbe un eventuale modello “fee only”.
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Autore | SoldiExpert SCF |
Organizzazione | SoldiExpert SCF |
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