Le contraddizioni dell'8 per mille alla Chiesa
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mostra di piùLE CONTRADDIZIONI DELL'8 PER MILLE ALLA CHIESA di Corrado Gnerre
Anche quest'anno si sta concludendo la campagna pubblicitaria per l'8 per mille alla Chiesa Cattolica. Pubblicità commissionata dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Nulla da dire sul fatto che un organismo della portata di una Conferenza Episcopale possa decidere di utilizzare i mezzi d'informazione per sensibilizzare su un aiuto "materiale" alla Chiesa. Nulla da dire, perché, da che mondo e mondo, è bene utilizzare tutto ciò che è moralmente lecito per invitare i cristiani a far del bene e per aiutare chi si consacra nel far del bene.
Ciò che però rende perplessi è altro. Ci riferiamo al tipo di messaggio che si utilizza per la realizzazione della pubblicità. Un messaggio esclusivamente impostato sulle opere di misericordia corporale. Bisogna aiutare la Chiesa Cattolica perché nella Chiesa Cattolica vi è don Tizio che aiuta i poveri, suor Sempronia che dà da mangiare ai barboni, fratel Caio che coordina il collocamento degli immigrati nei campi di raccolta dei pomodori, ecc... e non don Tizio che dona soprattutto la grazia santificante nel confessionale, suor Sempronia che dinanzi al Tabernacolo prega per la conversione dei peccatori, fratel Caio che annuncia il Vangelo agli immigrati.
APPARENTEMENTE NIENTE DI MALE
Intendiamoci, il don Tizio che aiuta i poveri, suor Sempronia che aiuta i barboni e fratel Caio che aiuta gli immigrati sono tutte cose bellissime. Tutte cose che da sempre hanno fatto grande la Chiesa. Tutte cose che costituiscono un dovere per ogni cristiano, tanto è vero che le opere di misericordia corporale sono un dovere non certo un optional per il seguace di Cristo. Cose che però, prese da sole, esclusivizzate, non unite alle opere di misericordia spirituale, finiscono per ridurre il Cristianesimo ad una sorta di manuale di educazione civica e la Chiesa ad una sorta di "ente morale"; dimenticando che la ragion d'essere della Chiesa è prima di tutto quella di salvare le anime donandole Cristo, unica Verità e unico Salvatore della Storia.
Ovviamente il motivo di una scelta di questo genere è facile a capirsi: se si vuole avere successo, e quindi ottenere un maggiore risultato dalla campagna pubblicitaria, bisogna giocoforza utilizzare la tipologia di messaggi più gradita al pubblico. Da questo punto di vista, è facile intuire che si sia portati a pensare che la maggioranza delle persone gradisca un linguaggio che sia quanto più "politicamente corretto". Non si deve parlare della Verità ma solo dell'amore. Non si deve parlare della lotta all'errore ma solo di quella contro la povertà.
SI TRATTA PERÒ DI UN PARADOSSO E DI UN'EVIDENTE CONTRADDIZIONE
Si decide di utilizzare un messaggio solo incentrato sulle opere di misericordia corporale per servirsi di un linguaggio "politicamente corretto" perché non si deve dire che c'è una religione più vera delle altre; e poi, paradossalmente, si finisce col proporre una strana ed ambigua gerarchia.
Ci spieghiamo. Un conto è dire al contribuente di donare l'8 per mille per avere la possibilità di offrire al prossimo una verità non personale ma di Dio; altro è invece dire al contribuente di donare l'8 per mille perché si sa fare del bene. Ora, oltre all'implicito messaggio di presunzione che vien fuori (mai gloriarsi del bene che si fa!), è evidente che se si dice al contribuente di donare l'8 per mille per ciò che si fa e non per ciò che fanno altri è perché deve passare il messaggio che "come so aiutare io il prossimo, non lo sanno fare gli altri". E questo, diciamolo francamente, è quanto meno sorprendente. Insomma, per non rapportarsi alla Verità e quindi per evitare classificazioni sul piano dottrinale, si finisce col fare una classificazione inaccettabile, presuntuosa e, diciamola francamente, poco cristiana.
Sono i paradossi del politicamente corretto e della dimenticanza del fine primario della Chiesa: che è quello di salvare le anime!
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Autore | BastaBugie |
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