Le 5 leve del cambiamento

5 nov 2020 · 6 min. 30 sec.
Le 5 leve del cambiamento
Descrizione

In un mondo volatile, incerto, complesso ed ambiguo, le aziende sono chiamate ad un cambiamento, culturale ed organizzativo, mai prima attuato. Il cambiamento che le realtà devono affrontare riguardano 5...

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In un mondo volatile, incerto, complesso ed ambiguo, le aziende sono chiamate ad un cambiamento, culturale ed organizzativo, mai prima attuato.
Il cambiamento che le realtà devono affrontare riguardano 5 leve principali:
•Persone
•Cultura
•Organizzazione
•Spazi
•Strumenti


Quando parliamo di cambiamento delle persone, intese come una leva, bisogna per prima cosa fotografare la situazione generazionale attuale.
In questo momento all’interno delle realtà aziendali convivono 4 generazioni, tutte diverse in cultura, aspettative, modelli e obiettivi.
I Baby Boomers, tra i 50 e 75 anni, Gen X, tra 35 e 49 anni, Gen Y, tra 20 e 34 anni, Gen Z tra 10 e 19 anni.
La vera sfida è far collaborare tutte queste generazioni per attivare un processo di contaminazione che supporti la crescita aziendale e generi un clima di coesione.
La Generazione Y e Z sono da coinvolgere, attivare come agenti del cambiamento, devono aiutare come innovatori, spingendo l’azienda verso nuovi orizzonti.
Diventa molto importante attivare programmi di reverse mentoring in cui le diverse generazioni si passano la propria cultura, le competenze, le esperienze e le capacità generando crescita a tutti i livelli, supportando il cambiamento.

Quando parliamo di cultura si intende la rivalutazione di tutti i valori che determinano le attività aziendali, dalle persone ai processi.
Diventa necessario imparare a condividere, ad attivare processi di co-creazione e cooperazione, per generare valore tra e per le persone. Solo grazie alla collaborazione è possibile ascoltare gli altri, migliorare ciò che si offre e trasmettere i valori stessi a tutti.
Bisogna imparare a raccogliere, analizzare, normalizzare e utilizzare i dati per misurare e mettere in campo azioni conseguenti.
Le aziende devono far proprio il valore di agilità, con strutture veloci che siano in grado di restituire feedback continui.
Sicuramente un altro valore è la cultura del rischio e del fallimento connesso. Diventa necessario rischiare, in ambienti sicuri, per generare nuove idee, basate sull’esperienza precedente, che siano in grado di creare valore per le persone.
Bisogna abbracciare il concetto di innovazione, non inteso come un’applicazione o implementazione, ma come un valore da coltivare nel tempo.
Non bisogna ricercare la perfezione, ma generare un minimo valore proposto da migliorare in divenire e adattare, nel tempo, alle esigenze del proprio target, ponendo al centro l’esperienza dell’utente/consumatore.

Quando parliamo di organizzazione si rappresenta nella struttura organizzativa e nel nuovo ruolo della leadership.
Il leader, nel mondo digitale, ha un ruolo diverso dal “capo” nelle aziende tradizionali, oggi è una leadership convocativa e abilitante, nel senso che è in grado di creare coesione e compartecipazione, di abilitare le qualità delle persone, di delegare e responsabilizzare; è una figura carismatica in grado ci comunicare e coinvolgere, senza dover utilizzare l’autorità ma facendo emergere le competenze e capacità dei propri collaboratori con il riconoscimento reciproco e l’autonomia gestionale e decisionale.
Anche il modello organizzativo è completamente rivisto rispetto al modello tradizionale.
In un mercato stabile e con poche flessioni, il modello organizzativo a piramide poteva andare bene, ma in un mondo in continua evoluzione e cambiamento, dove bisogna prendere decisione veloci e impattanti, il modello preferibile è a rete, senza troppi livelli gerarchici che rallentano i processi e deresponsabilizzano le persone, composto da micro team agili che in autonomia generano idee da testare e scalare, che operano velocemente grazie a strumenti che permettono l’analisi dei dati.

Il cambiamento deve avvenire anche nella gestione degli spazi di lavoro, devono essere più smart, con open space per condividere e confrontarsi, flessibili, con la possibilità di poter cambiare velocemente, con spazi di coworking e privacy, con strutture di rete e security adeguate, senza uffici singoli ma con postazioni mobili per la leadership.
Devono essere strutturati per lo smartworking, incentivando il valore dell’ufficio dove puoi collegare il portatile, con responsabilità sull’output, devono avere piattaforme di condivisione, per permettere ai team di lavorare da ovunque, offrendo l’accesso digitale a tutti gli strumenti.

Il cambiamento deve avvenire anche attraverso l’uso e utilizzo degli strumenti a disposizione, che devono inglobare i tool, intranet e extranet, in un unico ambiente, coinvolgendo tutti gli stakeholder e abilitando la condivisione e la collaborazione, facilitando la co-creazione.
Esistono oggi tantissimi tool che permettono questa fruizione più smart degli strumenti, basti pensare a Google, con tutte le sue piattaforme di coworking, Microsoft, Salesforce, Hobspot, Yammer e così via, che integrano tutti i dati rendendoli accessibili a tutti gli attori di business, generando risposte veloci, efficaci e sostenibili. Ovviamente anche i social network rientrano tra questi tool.

Quindi per riassumere, tutte le realtà organizzative sono chiamate ad un cambiamento per poter affrontare le nuove sfide di mercato e globali, nessuna esclusa, in un mondo molto veloce e con trasformazioni repentine diventa necessario reinventarsi nuovi approcci, nuovi processi che permettano di porre al centro le persone, di rendere agili le organizzazioni, di creare ambienti di crescita e condivisione, anche negli spazi e con l’ausilio di nuovi strumenti, diffondendo nuovi valori su cui creare le fondamenta.
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Informazioni
Autore Valerio Maria Murgolo
Organizzazione Valerio Maria Murgolo
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