La storia di Manuel Foderà“Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli». (Matteo 18,2-3) Gesù sceglie i bambini come modelli di spiritualità per convertire il cuore dei discepoli, per convertire ciascuno di noi. Ai bambini appartiene il regno. Vi proponiamo la storia di un bambino, che attraverso la sua breve vita è diventato Maestro di spiritualità per tanti che lo hanno conosciuto ed avvicinato…. «Mi chiamo Manuel. Ho un carattere allegro, socievole e molto scherzoso. Amo molto Gesù e la Madonnina e prego molto. La mia giornata , oltre allo studio, la dedico al Signore scrivendo tante preghiere che mando ai miei amici e a tutti quelli che soffrono nel corpo e nello spirito. Ho chiamato questa missione “missione Luce” perché cerco di aiutare tanta gente ad avvicinarsi a Gesù”. Con queste parole Manuel Foderà si presenta ai compagni all’inizio della seconda elementare. È un biglietto da visita inconsueto per un bambino della sua età ma eloquente per mostrarcene la spiritualità e il modo straordinario con cui è passato su questa Terra, con la leggerezza di una farfalla e la forza di un “guerriero” in missione “per conto di Dio”. Manuel nasce il primo giorno d’estate, il 21 giugno del 2001 a Calatafimi (Trapani) da papà Beppe, e da mamma Enza. Alla sua nascita, trova in casa i fratelli Francesco e Stefania già adolescenti, che lo accolgono come un dono di Dio.Il piccolo conquista presto tutti con la sua allegria e i suoi scherzi innocenti. All’asilo diventa subito l’idolo dei compagni che fanno a gara per giocare con lui. Ma all’improvviso come un fulmine a ciel sereno, all’età di soli quattro anni, gli viene diagnosticato un neuroblastoma al bacino. Da questo momento inizia una lunga Via Crucis di cinque anni con interventi chirurgici, trenta cicli di chemioterapia, un trapianto, trasfusioni di sangue e indicibili dolori. All’inizio il bambino scalpita, vuole andare a scuola, giocare con i compagni, si lamenta e piange. Poi accade l’inspiegabile…… Quando la mia vita era buia e addolorata, un giorno ho incontrato un Amico davvero speciale. Mi ha dato la sua mano e io mi sono fidato di Lui. Ed è stato così che Lui è entrato nel mio cuore per sempre. È un Amico che non si vede, ma c’è! Non mi lascia mai solo. Mi tiene stretto al suo cuore e mi dice: “Il tuo cuore non è il tuo ma il mio, e io vivo in te!“. È un amico davvero, davvero speciale! Per parlare con Lui e sentirlo vicino a me devo usare un cellulare speciale, un cellulare che si chiama “preghiera“. Suor Prisca è la prima ad accorgersi del cambiamento. «Era piccolissimo, solo quattro anni. Ad un certo punto, prima di fare la terapia, cominciò a venire in cappella. Quando mi incontrava, mi diceva: “Portami in chiesa, perché voglio vedere Gesù!”.Suor Prisca lo prendeva in braccio e gli metteva la testolina vicino al Tabernacolo. Era felicissimo. Poi suora e bambino recitavano insieme il Rosario. “Con emozione lo ascoltavo ripetere le litanie a memoria…”. Tornato a casa, Manuel dopo i giochi chiedeva sempre a tutti di recitare il Rosario, perché: “le Ave Marie mi fanno stare meglio”. Spesso chiedeva di recitarlo nei momenti di dolore o nei momenti di paura. Un giorno scriverà in una delle sue letterine: Carissimi, voglio parlarvi di una preghiera molto amata dalla Madonnina, da Gesù e da me. Questa preghiera è un’arma potente contro l’inferno e che ci da tanta forza quando siamo tristi, annoiati, affaticati, malati. Se si recita con il cuore, Maria farà scendere una polverina magica che non si vede ma c’è! E questa polverina esaudirà i nostri desideri se saranno per il nostro bene. Questa preghiera speciale è il Santo Rosario. Non bisogna stancarsi mai di recitarlo, perché è la strada che ci fa incontrare Gesù e Maria nel cammino della nostra anima… Quindi fermiamoci! E dedichiamo un po’ di tempo alla preghiera. Si può iniziare con i...
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