La Seconda guerra fredda: l'ipocrisia neoliberista sui diritti umani

3 lug 2021 · 2 min. 51 sec.
La Seconda guerra fredda: l'ipocrisia neoliberista sui diritti umani
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La Guerra Fredda che si sta preparando è molto diversa dalla precedente per protagonisti, interessi economici, ambiti ideologici, schieramenti, alleanze porose come i confini entro cui agisce la contesa. Alfredo...

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La Guerra Fredda che si sta preparando è molto diversa dalla precedente per protagonisti, interessi economici, ambiti ideologici, schieramenti, alleanze porose come i confini entro cui agisce la contesa.
Alfredo Somoza (@alfredosomoza) prende spunto dal recente G7 di St Ives per cogliere le molte contraddizioni che ne sono emerse e la strabicità di visioni tra gli antagonisti: da un lato la “cordata occidentale” dell’“America is Back” (https://ogzero.org/america-is-back-la-regia-del-road-movie-di-biden/) e dall'altra il costruendo asse Mosca-Pechino con le potenze locali costituite dagli strategici regimi di Tehran e Ankara a svolgere il ruolo di comprimari con sceicchi, emirati e la potenza militare israeliana.
Le differenze tra le due epoche sono nel fatto che sul sistema economico le leadership mondiali si sono attestate tutte su diversi livelli di una stessa dottrina, il neoliberismo; la sensazione è che i diritti umani siano merce di scambio, da mettere sul piatto della bilancia commerciale, il vero centro dello scontro.
Quando il gioco si fa duro, i Grandi ripristinano il G7 per dimostrare che comandano ancora loro. Ma è davvero così? Oggi la forza dei Paesi del G7 non è il loro arsenale militare, imbattibile e costoso, ma la ricchezza dei loro mercati. Si tratta però di una ricchezza che scorre sempre di più verso altri paesi, dispersa in milioni di rivoli, lasciando ai Grandi sempre di meno in termini di entrate fiscali e creazione di impiego. Il drenaggio economico favorisce chi possiede materie prime e, soprattutto, chi le trasforma, ed è destinato a tradursi anche in potere politico.
L'impero Françafrique si sta sfaldando e infrastrutture e stakeholder cinesi lo sostituiscono, mentre turchi e russi subentrano nel controllo militare del territorio; in Mesoamerica non si tollera più l'ipocrisia della retorica democratica di chi in passato copriva i colpi di stato, la fame alimenta i populismi di ogni segno, e la ferocia repressiva dei narcoregimi producono insurrezioni come in Colombia.
Un tratto è fondamentale nella analisi della nuova Guerra Fredda: i grandi avversari di oggi sono legati indissolubilmente tra loro nella costruzione e nella gestione della globalizzazione. Dove conta di più chi vende una pera argentina, impacchettata in Thailandia per distribuirla in quegli Usa che possiedono gli inutili missili intercontinentali.

Raccogliamo le analisi sulla globalizzazione di @alfredosomoza per farne dei tasselli di un discorso di "attivismo geopolitico" che illustra processi, prassi, strategie e ideologie che hanno trasformato i rapporti di forza tra oligarchie e multinazionali da un lato contro comunità e lavoratori dall'altro.
https://www.produzionidalbasso.com/project/siamo-gia-oltre-partecipa-al-progetto-di-attivismo-geopolitico/
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Autore OGzero - Orizzonti geopolitici
Organizzazione OGzero - Orizzonti geopolitici
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