LA MISSIONE FATALE IN ITALIA

4 mag 2021 · 13 min. 54 sec.
LA MISSIONE FATALE IN ITALIA
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Musiche di Syon (Thomas Nicosia) Prelude in Em. Theodore Bingham aveva un progetto segreto per debellare la Mano Nera. era lo sviluppo di un’idea di Petrosino, ovvero arginare il flusso...

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Musiche di Syon (Thomas Nicosia) Prelude in Em.

Theodore Bingham aveva un progetto segreto per debellare la Mano Nera. era lo sviluppo di un’idea di Petrosino, ovvero arginare il flusso di criminali che dall'Italia emigravano verso gli USA. Per raggiungere questo obiettivo il Dipartimento di polizia si sarebbe impegnato a inviare il poliziotto italo americano in Italia dove avrebbe consultato i casellari giudiziari in cerca dei precedenti penali dei delinquenti di fatto emigrati in America. Ciò sarebbe stato preparatorio per espellere in forza grazie alla legge del 1907 tutti i criminali che fossero in America da meno di tre anni. Petrosino inoltre aveva compreso i legami tra la malavita che operava negli USA e quella presente in Italia. Gli erano anche chiari gli intrecci tra la mano nera e la politica italiana. Il 9 Febbraio 1909 il capo del neonato servizio segreto del dipartimento di polizia di New York si imbarcò in incognito sul battello Duca di Genova. Si trattava di un piroscafo di 145 metri, e Petrosino raggiunse l’Italia con il falso nome di Simone Velletri. Sbarcò a Genova il 21 febbraio e da lì si recò a Roma. Theodore Bingham, il 20 febbraio 1909 rese pubblica la missione, mettendo Petrosino in una situazione di grave pericolo. Il Venerdì 12 marzo 1909, Petrosino cenò all’Hotel de France, quando qualcuno si avvicinò al suo tavolo e immediatamente dopo andò via. L’investigatore finisce velocemente la sua cena ed esce dal locale. In piazza Marina a Palermo vicino a una cancellata si sentono quattro colpi di rivoltella. Sono quelli che troncarono la vita dell’eroe italo americano. Molto probabilmente il responsabile, anche se non materiale, ma almeno in qualità di mandante o complice, della sua uccisione fu il boss di Bisacquino Vito Cascioferro, il cui nome era in cima ad una "lista di criminali" redatta da Petrosino e rinvenuta nella sua camera d'albergo. Quando Cascioferro venne arrestato, il 13 marzo, gli fu trovata addosso una fotografia di Petrosino, ma Il padrino aveva un alibi di ferro
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Autore Fabio Fabiano
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