La lampada della povera donna

3 dic 2022 · 4 min. 12 sec.
La lampada della povera donna
Descrizione

Nell’antica India, al tempo del Budda Shakyamuni, esisteva uno stato chiamato Magadha. La capitale del regno era la città di Rajagriha. Alla periferia della città abitava un’anziana donna che ammirava...

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Nell’antica India, al tempo del Budda Shakyamuni, esisteva uno stato chiamato Magadha. La capitale del regno era la città di Rajagriha. Alla periferia della città abitava un’anziana donna che ammirava e seguiva con devozione il Budda. Era una donna umile, e aveva un cuore semplice e pulito. Avrebbe da sempre voluto fare un’offerta a Shakyamuni, com’era consuetudine per i credenti di quell’epoca, ma era così povera che spesso non aveva neanche i soldi per mangiare. Un giorno, mentre era seduta ai bordi della strada a mendicare arrivò in paese una grandiosa carovana di carri scintillanti, addobbati con drappi lussuosi e trainati da splendidi destrieri. Venne a sapere che i carri trasportavano cinquemila barili d’olio di lino che il re della nazione Ajatashatru voleva donare al Budda. Profondamente colpita da quanto aveva visto, la donna sentì ancora più forte il desiderio di fare un’offerta a Shakyamuni. Ma non aveva assolutamente denaro. Allora decise di tagliare e vendere i suoi lunghi capelli neri, l’unica cosa preziosa che possedeva. Riuscì in questo modo a comprare una piccola quantità d’olio di lino.
Mentre si recava a fare la sua offerta la donna pensò: «Questo poco olio potrà bruciare soltanto metà di una notte. Ma se il Budda si accorgerà della mia sincerità e della mia fede, grazie alla sua infinita compassione, allora la lampada brucerà tutta la notte».
Proprio mentre il sole calava dietro l’orizzonte, la povera donna accese la sua piccola lampada accanto alle grandi e sfarzose luci offerte dal re della nazione.
Subito dopo il tramonto cominciò ad avvenire qualcosa di strano: un vento proveniente dal monte Sumeru cominciò a soffiare sempre più forte investendo il paese di un’atmosfera magica. Una a una, le lussuose lampade del re Ajatashatru cominciarono a spegnersi. Solo la lampada della povera donna continuava a brillare emanando una luce così vivace da illuminare quasi il mondo intero.
Il re della nazione, appresa la notizia, andò su tutte le furie: «Com’è possibile?! Ho fatto comprare il miglior olio e le più costose lampade del paese, ma tutti i miei lumi si sono spenti. Come può una piccola lampada di una povera suddita rimanere accesa?».
Il mattino seguente gli abitanti e i discepoli del Budda cercarono in ogni modo di spegnere la lampada, ma ogni tentativo falliva miseramente. Il Budda vedendo i vani tentativi dei suoi discepoli intervenne: «Fermatevi! Questa donna ha fatto offerte, nelle sue precedenti esistenze, a diciotto milioni di Budda e nella vita passata ha ricevuto dal Budda la profezia che avrebbe ottenuto la Buddità. Questa nobile donna diventerà un Budda e avrà come nome “Luce della Lampada Sumeru”».
Il re Ajatashatru invece, benché avesse offerto una quantità d’olio infinitamente più grande, avendo dimostrato un atteggiamento arrogante e non possedendo la stessa sincerità della povera donna, non ricevette alcuna profezia d’Illuminazione.

Questa parabola è raccontata nel sutra
Ajaseo Juketsu.
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Informazioni
Autore Paola Camiciottoli
Organizzazione Paola Camiciottoli
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