L’airone e la volpe
5 mag 2020 ·
3 min. 22 sec.
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Descrizione
Cari bambini oggi siamo nel Parco del Lago Trasimeno e ci troviamo nella Regione Umbria. Nel lago ci sono tre isole: la più grande si chiama Isola Polvese poi ci...
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Cari bambini oggi siamo nel Parco del Lago Trasimeno e ci troviamo nella Regione Umbria. Nel lago ci sono tre isole: la più grande si chiama Isola Polvese poi ci sono l’Isola Maggiore e l’Isola Minore.
Il Lago sorge in mezzo alle colline umbre ed è situato ai confini con la Toscana. Ha un’origine tettonica ovvero si è generato in seguito ai movimenti della crosta terrestre.
L’ambiente del parco è tipico della zona umida ovvero tutti quegli ambienti che sorgono vicini a bacini come fiumi e laghi in cui l’acqua è dolce. Il lago Trasimeno ha fondali bassi e sulle sponde cresce la tipica flora mediterranea: rigogliosi canneti, alghe, muschi, felci, acacie, pini, ginepri e querce.
I muschi sono piantine diffuse in luoghi umidi con piccole radici e fusti; le foglioline crescono talmente vicine da formare un tappeto di colore verde cupo.
L'acqua del lago è pulita e fonte di nutrimento per diversi uccelli tra cui:
il mestolone anatra con il becco a spatola e colori blu, bianco e rosso;
lo svasso maggiore altra anatra con il suo piumaggio variopinto ed il collo lungo bianco;
l’airone con il collo e le zampe lunghe ed il becco stretto.
Ora vi racconto una favola che ha come protagonista un airone ed una volpe che vivevano vicino al Lago Trasimeno.
L’airone e la volpe di Jean de la Fontaine
Un bel giorno la Volpe, presa da un eccesso di ospitalità invitò la Cicogna a pranzo. Non si può dire fosse un ricco banchetto, anzi, per la verità, non c’era quasi niente da mangiare. Tutte le portate si ridussero ad una brodaglia che pareva acqua di lago servita in un piattello.
Come è facile da indovinare, l’airone, con quel lungo becco che si ritrova non poté toccare cibo; al contrario la Volpe in quattro e quattr’otto si sbafò tutto.
Giorni dopo l’Airone, con il pretesto di ricambiare la cortesia, volle vendicarsi dell’affronto subito.
La Volpe, sempre affamata, non si fece ripetere due volte l’invito e puntale come un orologio, bussò alla porta del gentile ospite. Si complimentò con lui del buon pranzetto che mandava davvero un appetitoso profumino; ma quando vide che bocconi di pesce erano serviti in un recipiente dal collo lungo e stretto cominciò a sudare freddo.
Invano tento di imitare l’Airone, intingendo il suo muso tondo e troppo corto nell’angusta fessura: non ci fu niente da fare! A pancia vuota e piena di vergogna, la Volpe se ne andò con la coda tra le gambe e umiliata come una vecchia faina che si vede ingannata da una gallina.
Ma, come dice il proverbio, chi la fa, se la aspetti.
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Il Lago sorge in mezzo alle colline umbre ed è situato ai confini con la Toscana. Ha un’origine tettonica ovvero si è generato in seguito ai movimenti della crosta terrestre.
L’ambiente del parco è tipico della zona umida ovvero tutti quegli ambienti che sorgono vicini a bacini come fiumi e laghi in cui l’acqua è dolce. Il lago Trasimeno ha fondali bassi e sulle sponde cresce la tipica flora mediterranea: rigogliosi canneti, alghe, muschi, felci, acacie, pini, ginepri e querce.
I muschi sono piantine diffuse in luoghi umidi con piccole radici e fusti; le foglioline crescono talmente vicine da formare un tappeto di colore verde cupo.
L'acqua del lago è pulita e fonte di nutrimento per diversi uccelli tra cui:
il mestolone anatra con il becco a spatola e colori blu, bianco e rosso;
lo svasso maggiore altra anatra con il suo piumaggio variopinto ed il collo lungo bianco;
l’airone con il collo e le zampe lunghe ed il becco stretto.
Ora vi racconto una favola che ha come protagonista un airone ed una volpe che vivevano vicino al Lago Trasimeno.
L’airone e la volpe di Jean de la Fontaine
Un bel giorno la Volpe, presa da un eccesso di ospitalità invitò la Cicogna a pranzo. Non si può dire fosse un ricco banchetto, anzi, per la verità, non c’era quasi niente da mangiare. Tutte le portate si ridussero ad una brodaglia che pareva acqua di lago servita in un piattello.
Come è facile da indovinare, l’airone, con quel lungo becco che si ritrova non poté toccare cibo; al contrario la Volpe in quattro e quattr’otto si sbafò tutto.
Giorni dopo l’Airone, con il pretesto di ricambiare la cortesia, volle vendicarsi dell’affronto subito.
La Volpe, sempre affamata, non si fece ripetere due volte l’invito e puntale come un orologio, bussò alla porta del gentile ospite. Si complimentò con lui del buon pranzetto che mandava davvero un appetitoso profumino; ma quando vide che bocconi di pesce erano serviti in un recipiente dal collo lungo e stretto cominciò a sudare freddo.
Invano tento di imitare l’Airone, intingendo il suo muso tondo e troppo corto nell’angusta fessura: non ci fu niente da fare! A pancia vuota e piena di vergogna, la Volpe se ne andò con la coda tra le gambe e umiliata come una vecchia faina che si vede ingannata da una gallina.
Ma, come dice il proverbio, chi la fa, se la aspetti.
Informazioni
Autore | Luca Master Aquilanti |
Organizzazione | Luca Master Aquilanti |
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