In morte di Gigi Riva, un grande italiano
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https://www.bloooog.it/!, IL BAR SPORT DIhttps://www.facebook.com/fabrizio.bocca.33/. PER L'ARTICOLO SU GIGI RIVA, PODCAST E COMMENTI https://www.bloooog.it/2024/01/22/addio-gigi-riva-se-ne-va-il-piu-grande-di-tutti-se-ne-va-un-pezzo-della-nostra-storia-e-del-nostro-cuore/ *** Non ci ha lasciato il tempo di soffrire e tremare per lui, solo quello di...
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Non ci ha lasciato il tempo di soffrire e tremare per lui, solo quello di piangere.
Se ne è andato Gigi Riva - Gigirriva, Rombo di Tuono come lo chiamò magnificamente Gianni Brera, di cui era amico - se ne è andato in silenzio, da uomo aspro ma generoso, ombroso ma passionale, grande, enorme, chiuso in se stesso e proprio per questo molto, ma molto umano. Poteva essere Dio e non si comportò mai come tale, rimase uguale agli altri perché sostanzialmente dentro era convintamente un pastore, un pescatore, un minatore sardo. Un uomo di popolo, nato povero, e rimasto sempre tenacemente attaccato a quella tradizione. Orgoglioso e molto geloso della sua solitudine. Il grande campione che è stato non lo dirò certo io, tutto ciò che ha fatto fa parte dell'epopea del calcio, cosa ha fatto lo ha detto la storia del nostro calcio e non solo quella. Io vi dirò che Gigi Riva è stato davvero un pezzo d’Italia, cui dette in sacrificio entrambe le gambe, è stato un attaccante come nessun altro (35 gol in 42 partite della nazionale è ancora un record imbattuto), è stato il suo sinistro, la botta fortissima, la rovesciata, il colpo di testa, è stato la nostra bandiera, Italia-Germania 4-3, la nostra gioventù, il Cagliari dello scudetto più ricordato ed esaltante (1970), la Sardegna, il suo popolo, la sua gente, la sua vita, quel mondo così lontano e di provincia per cui disse no al grande calcio, alla Juventus, ai soldi. Gigi Riva è stato la parte migliore di noi stessi. Avesse avuto un Coppi come compagno di strada direi Gino Bartali. Ma forse è stato anche di più. Non ho potuto conoscerlo da giocatore, l’ho conosciuto bene da dirigente della Nazionale. Ed era una persona straordinaria, immensa, che sapeva commuovere. Indispensabile e fondamentale per i giocatori, che gli volevano un bene da moritre, e riconoscevano in lui una grande autorità morale. Per noi tutti italiani Gigi Riva è stato come Pertini, Don Milani, De André: un grande italiano. Negli anni 90 eravamo insieme a Bari, una sera tardi su un marciapiede della città vecchia, mentre si stava chiacchierando in gruppo, un uomo anziano, molto malandato che zoppicava e camminava a fatica, attraverso’ la strada per assicurarsi dell'impressione che aveva avuto: “Ma sei Riva? Tu sei Gigi Riva?”. E si mise a piangere per la commozione e i ricordi che quell’uomo gli scatenava, Riva suscitava gli stessi sentimenti che anni dopo avrebbe suscitato Maradona. Qualcosa di molto oltre il calcio, molto vicino alla religione e al culto. Ogni incontro per lui era un pezzo di vita degli altri che gli veniva addosso, sentiva il dovere di ascoltare e di darsi a ognuno per quel che era possibile. Si è dato talmente che la sua anima è rimasta segnata, consumata. La depressione gli aveva lasciato un buco dentro.
Mi ha colpito che abbia rifiutato l'operazione al cuore che probabilmente lo avrebbe salvato, ma non mi ha stupito del tutto. Il nostro io profondo è misterioso, imperscrutabile. E’ morto Gigirriva, Rombo di Tuono però non è morto, il rombo non si spegne, quello si sente ancora.
Informazioni
Autore | Fabrizio Bocca |
Organizzazione | Fabrizio Bocca |
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