In Australia psilocibina e MDMA potranno essere prescritte per alcune terapie psichiatriche
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C’è chi la definisce la nuova frontiera della psichiatria, qualcuno azzarda il termine rivoluzione: l’utilizzo delle sostanze psichedeliche per il trattamento di alcune patologie, come il disturbo post traumatico da...
mostra di piùDi nuovo, in realtà, c’è poco. Gli effetti di sostanze psichedeliche come l’LSD, la psilocibina (presente in alcuni funghi allucinogeni) e l’MDMA (nome di strada: ecstasy) interessano la comunità scientifica, anche italiana, già dagli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Una sorta di ventennio psichedelico, sia negli ambienti universitari sia in quelli della controcultura perlopiù statunitense. Poi un lungo letargo: sotto il cappello della war on drugs”, la lotta alla droga dell’amministrazione Nixon, anche le sostanze allucinogene e dissociative vennero messe al bando. Così anche la ricerca medico-scientifica, più o meno, si fermò.
Ma da ormai più di un decennio si assiste a un rinnovato interesse. “Lo studio delle sostanze psichedeliche in ambito psichiatrico non è più considerato alla periferie delle neuroscienze”, mi ha raccontato in un’intervista Tommaso Barba, ricercatore dell’Imperial College di Londra.
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