Il fuoco era la cura | Intervista a Sotterraneo
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Descrizione
Un lavoro originale, ovvero Fahrenheit 451 come è possibile pensarlo, scriverlo e comporlo nel 2024: ispirandosi a Bradbury, Sotterraneo esplora con il pubblico gli spunti di riflessione che il suo...
mostra di piùA settantun anni dalla pubblicazione del capolavoro di Bradbury e a cinquantotto dall’uscita nelle sale dell’omonimo film di François Truffaut, Sotterraneo avvia la scrittura di un lavoro originale, liberamente ispirato al romanzo, per domandarsi – insieme al pubblico e attraverso il linguaggio teatrale – dove si annidino nel presente i rischi di possibili derive totalitarie. Nel 1953, Ray Bradbury immagina un futuro distopico in cui è vietato leggere e chi venga sorpreso a farlo, o a possedere dei libri, è tratto in arresto. Paradossalmente, il corpo dei pompieri non è impiegato per spegnere gli incendi, bensì per bruciare i libri. Come in tutti i regimi totalitari, esiste una comunità clandestina di dissidenti, le persone-libro, che si impegnano a imparare a memoria un grande classico della letteratura mondiale, per salvarlo dall’oblio e tramandarlo così alle generazioni future.
«Il libro è uscito circa 70 anni fa – spiegano i componenti del collettivo Sotterraneo – ma è ambientato nel futuro, cioè negli anni ’20 del XXI secolo, vale a dire oggi. Tu però ti trovi nel XXI secolo e stai leggendo questo testo, quindi Bradbury si è sbagliato? Dipende come intendiamo la distopia: una previsione sul futuro che a un certo punto viene confermata/smentita oppure un allarme sul presente che continua a rinnovarsi?».
Il fuoco era la cura attraversa e rilegge liberamente Fahrenheit 451, lo consuma come si fa con un libro amato, letto mille volte e trascinato in mille luoghi, lo sporca, lo dimentica da qualche parte e poi lo ritrova, mentre la copertina sbiadisce, la carta si scolla e le pagine si riempiono di appunti, biglietti, segnalibri e ricordi. Cinque performer ripercorrono la storia del romanzo, si identificano coi personaggi, si muovono in senso orizzontale mappando i coni d’ombra, le cose che Bradbury non ci spiega o non ci racconta, creando linee narrative parallele, deviazioni teoriche, costruendo anche le cronache di un tempo intermedio fra il nostro presente e un futuro anticulturale in cui l’istupidimento ci salva dal fardello del pensiero complesso.
E se Bradbury si fosse sbagliato solo di qualche anno, se Fahrenheit 451 accadesse davvero, noi cosa faremmo?
21 - 26 maggio 2024
Teatro Studio Melato
Informazioni
Autore | Piccolo Teatro di Milano |
Organizzazione | Piccolo Teatro di Milano |
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