Il cerbiatto e il cervo

20 apr 2020 · 3 min. 34 sec.
Il cerbiatto e il cervo
Descrizione

Cari bambini oggi siamo nella riserva naturale integrale di Sasso Fratino nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi in Emilia Romagna. Sapete cosa vuol dire riserva naturale integrale? Vuol...

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Cari bambini oggi siamo nella riserva naturale integrale di Sasso Fratino nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi in Emilia Romagna.
Sapete cosa vuol dire riserva naturale integrale? Vuol dire che è un’area protetta in cui l’uomo può entrare solo per la ricerca scientifica e se un albero cade si lascia lì per terra. Il legno morto di questi alberi si decompone e diventa nutrimento per funghi, insetti e uccelli.
Il faggio è la specie dominante in tutta l’area e alcune specie superano i cinque secoli di età tanto che Sasso Fratino è una delle dieci foreste più vecchie d’Europa!

Gli animali che vivono nel parco sono il capriolo, il daino, il cinghiale, il lupo, il gatto selvatico, il muflone ed il cervo europeo.
I cervi possono essere lunghi fino a due metri e mezzo e pesare fino a 250 kg. L’animale appare snello, gli occhi sono grandi, le orecchie lunghe e larghe, ai termini degli arti ci sono gli zoccoli, il mantello d’estate è rossiccio mentre d’inverno diventa grigio-bruno.
La caratteristica principale dei cervi sono le corna e più l’animale invecchia più diventano lunghe.
Sono erbivori… è l’urlo del Cervo Innamorato!
Questi bràmiti ovvero le urla delle bestie precedono dei combattimenti tra i maschi che si contendono le femmine per l’accoppiamento.

Ora vi racconto una favola di Esopo: “Il cerbiatto e il cervo"
Un bellissimo cerbiatto viveva con la sua famiglia in una meravigliosa foresta, dove un ricco sottobosco offriva cibo in abbondanza.
Il cerbiatto era orgoglioso del proprio babbo e voleva tanto diventare grande e forte come lui. Aspettava con ansia che gli crescessero finalmente le lunghissime corna che tutti invidiavano al suo papà. Intanto il piccolo cerbiatto imparava la vita dal proprio genitore, imitandolo in ogni cosa.
Durante una bella mattina di primavera, mentre il grande cervo padre brucava tranquillo la prima erba dai cespugli, insieme all’inseparabile figliuolo cerbiatto, un possente ruglio squarciò il silenzio. Era un orso! Il cerbiatto spaventato e sconcertato osservò il suo babbo e, con enorme stupore scoprì che questi tremava come un fuscello al vento. Sì, il suo papà aveva paura! Come era possibile? Ma prima ancora che egli potesse chiedergli spiegazioni il cervo gridò al figlio: “Corri!” e si lanciò in una velocissima fuga. Il cucciolo obbediente, ma deluso e pieno di vergogna, con le lacrime per la vergogna e la delusione, seguì il padre nella fuga verso la foresta. Quando finalmente si fermarono il cervo si avvicinò al figlio e scorgendo il suo pianto gli parlò con dolce voce: “Piccolo mio, questa paura che tu disprezzi ci ha salvato la vita. Quell’orso non avrebbe avuto pietà di noi e saremmo stati il pasto della sua giornata, se non fossimo fuggiti. A volte bisogna ingoiare il proprio orgoglio e sapersi arrendere di fronte a chi é più forte di noi.
Quelle parole consolarono il cerbiatto. Adesso ammirava ancora di più il suo babbo che, s’era mostrato saggio di fronte al pericolo, e che grazie alla sua saggezza aveva salvato il proprio figliulo.
Nella vita serve più coraggio per rinunciare ad affrontare persone più forti e prepotenti piuttosto che accettare sfide inutili.
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Autore Luca Master Aquilanti
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