GOMME Ep.2 Il Processo a Enzo Ferrari

6 feb 2021 · 7 min. 1 sec.
GOMME Ep.2 Il Processo a Enzo Ferrari
Descrizione

Processate Ferrari. La 355s di De Portago esce di strada durante la Mille Miglia. Degli undici morti e dei numerosi feriti ne risponde in tribunale il costruttore, dipinto dalla stampa...

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Processate Ferrari. La 355s di De Portago esce di strada durante la Mille Miglia. Degli undici morti e dei numerosi feriti ne risponde in tribunale il costruttore, dipinto dalla stampa come un mostro mitologico.
Testo del Podcast:

Processo a Enzo Ferrari
E quindi tu saresti un “Saturno ammodernato che mette al mondo i figli e poi li divora.“ l’Osservatore Romano descrive così Enzo Ferrari dopo l’incidente di Guidizzolo che vede undici vittime tra cui lo stesso pilota e il suo navigatore, quelli dell’osservatore romano sono gente che pesa le parole e qui hanno pesato macigni
Per un costruttore di automobili da corsa questa è una accusa insopportabile
A te Enzo Ferrari ti sta accusando di assumere piloti e poi mandarli di proposito a morire sulle tue macchine potenti e insicure e mettendoli uno contro l’altro non lo puoi sopportare soprattutto se hai corso in macchina nei tempi in cui erano solo gli eroi a andare in automobile motocicletta o aeroplano, e ti dico che erano eroi incoscienti innamorati del rischio perché morivano come mosche ma tu che poi hai diretto una scuderia e poi sei diventato costruttore e i tuoi piloti non morivano quasi mai sul letto ma morivano come tutti gli altrisulla strada o in pista non lo puoi accettare non lo puoi accettare. Ma cominciamo dall’inizio, dal numero 531.
Il Numero 531, viene dipinto sulle fiancate a pennello con il gesso come si faceva allora, voleva dire che la Ferrari 335 sport pilotata da Alfonso De Portago partiva da Brescia alle 5 e 31 del mattino per correre la 1000 miglia del 1957. Ma La macchina non è mai tornata al traguardo di Brescia. Era uscita di strada a 250 km all’ora e investito la folla di spettatori a Guidizzolo in provincia di Mantova uccidendo 11 tra spettatori e piloti tra cui 5 bambini e facendo numerosi feriti. Quando arrivai a Guidizzolo- racconta Romolo Tavoni il direttore sportivo della Ferrari-
Vidi i resti di De Portago e Nelson accanto a quelli delle altre vittime, c’era rimasto ben poco, una roba orribile.

I giornali avevano esaltato la corsa fino al giorno prima raccontando sia la cronaca sportiva che quella rosa: la 1000 miglia era la corsa più affascinante e popolare dell’epoca, Quella era l’Italia del dopoguerra in piena ricostruzione, che sognava e sognava cose come l’automobile, il frigorifero o le vacanze, e aveva il mito della velocità.
partenza da Brescia, giro di boa a Roma e ritorno a Brescia tra due ali di folla enormi lungo 1600 km 1000 miglia appunto. Alla corsa partecipa anche il bel mondo della dolce vita: assieme ai piloti professionisti corrono nobili e imprenditori,
come il playboy Alfonso De Portago, nobile e scapigliato spagnolo maglietta nera giro collo e bomber in pelle, lo accompagna alla partenza la nuova fidanzatina, l’attrice Linda Christian, idolo dei paparazzi.
Ma dopo l’incidente i giornali si scatenanoGli stessi giornali che avevano esaltato la 1000 miglia, dopo l’incidente andarono all’attacco delle corse e di Ferrari: il Corriere della Sera strilla in prima pagina: La mille miglia cimitero di bimbi e di uomini, basta! Fa da controcanto La stampa di Torino, il giornale della fiat: BASTA COL SANGUE
L’eco è enorme , la Svizzera vieta le gare automobilistiche, in italia si proibiscono le grandi corse su strada e si processa Enzo Ferrari
L’accusa è di omicidio colposo e lesioni gravi. oggi per un imprenditore è normale essere chiamato in giudizio per un incidente sul lavoro o per un difetto nel progetto oppure nella costruzione di una macchina. Ma il processo a Ferrari ha rappresentato una eccezione sia per le qualità del personaggio burbero e leggendario che per gli interrogativi sulla sicurezza nelle corse automobilistiche, domande rimaste senza risposta. La magistratura indaga sulle qualità costruttive della macchina e delle gomme Englebert, si stende l’ombra del sospetto sull’indifferenza di Ferrari per la vita dei piloti, in un mondo dove il rischio fa parte del gioco
“racing is dangerous” sentenziano gli inglesi quando muore un pilota, ma qui ci sono 11 morti da piangere. Nel processo si incrociano le perizie e le leggende.
L’accusa mette in discussione la qualità costruttiva della gomma scelta e l’idoneità di quella gomma per l’utilizzo su un’auto da corsa. E la Ferrari risponde con delle controperizie.
C’è da dire che i piloti si erano lamentati spesso delle qualità dei pneumatici Englebert, tanto che piloti importanti come Castellotti, Marzotto e Taruffi avevano protestato fino ad ottenere la sostituzione con le gomme prodotte da Pirelli.
alla fine del dibattimento, il 25 luglio 1961 il giudice finalmente assolve Enzo Ferrari per non aver commesso il fatto, e mette nella sentenza un elogio all’uomo degno di una laurea honoris causa.
gli unici responsabili rimasti della strage sono gli occhi di gatto, quei piccoli catarifrangenti annegati nell’asfalto: sono gli occhi di gatto che avrebbero pizzicato la gomma in derapage provocando l’uscita di strada nel rettilineo successivo.
Gli occhi di gatto, tanto responsabili che per vent’anni l’ANAS rifiuterà di installarli sulle strade italiane
Resterà l’ammarezza di Enzo Ferrari per essere stato chiamato Saturno ammodernato che mette al mondo i figli e poi li divora, additato come uomo disposto a tutto pur di vincere. Da allora Ferrari tratterà sempre con distacco i suoi pilotidirà “per non affezionarmi troppo”.

So you would be a "modern Saturn that gives birth to children only to devour them?" This is how the Vatican daily “L'Osservatore Romano”, describes Enzo Ferrari after the accident in Guidizzolo which saw eleven victims including the driver himself and his navigator.
The Journalists of “L’Osservatore Romano” were usually people who chose their words carefully. But in this case, their words were heavy.
For a racing car manufacturer this was an inadmissible accusation
You, Enzo Ferrari, who are accused of hiring drivers and then purposely sending them to their death on your mighty but unsafe cars and by pitting them against each other, you can't stand it, especially if you raced in the times when it was only heroes who drove in cars, motorcycles or airplanes, and I tell you that they were unknowing heroes enamored with the danger because they fell like flies, but you who then managed a racing team and then became a car manufacturer and your pilots almost never died on the bed but died like everyone else on the road or on the track you can't accept it , you can't accept it. But let's start from the beginning, from number 531. The Number 531 is painted on the sides with a brush with chalk as it was done then, it meant that the Ferrari 335 sport driven by Alfonso De Portago start from Brescia at 5:31 in the morning to run the 1000 Miglia race of 1957. But the car never returned back to the Brescia finish line. She had gone off the road at 250 km per hour and hit the crowd of spectators in Guidizzolo in the province of Mantua, killing 11, spectators, drivers, included 5 children and causing numerous injuries.
When I arrived in Guidizzolo, tell us, Ferrari's sporting director Romolo Tavoni,
I saw the remains of De Portago and Nelson next to those of other victims, it was horrible. The newspapers had exalted the race until the day before, telling both the sports and the gossip: the 1000 Miglia race was the most fascinating and popular of the time, that was post-war Italy in full reconstruction, which dreamed things like cars, the refrigerators or summer holidays, and had the myth of speed.
departure from Brescia, turning point in Rome and return to Brescia between two wings of huge crowds along 1600 km, 1000 Miglia indeed. The beautiful world of the Dolce Vita gossip also takes part in the race: you can find together professional drivers, aristocratics and entrepreneurs,
Drivers like Alfonso De Portago, rich playboy and disheveled Spanish dressed with black t-shirt and leather bomber, accompanied by his new girlfriend, actress Linda Christian, idol of the paparazzi. But after the accident of De Portago the newspapers are unleashed, The same newspapers that had glorified the 1000 Miglia race, after the accident went to attack car racing and Ferrari himself: the daily “Corriere della Sera” screams on the front page: “La 1000 miglia cemetery of children and men, enough!” The press of Turin, the fiat newspaper, acts as a counterpoint: “ENOUGH WITH BLOOD”. The echo is enormous, Switzerland bans car races, great road races are banned in Italy and Enzo Ferrari is prosecuted by justice. The charge is of manslaughter and serious injuries, Today it is normal for an entrepreneur to be sued for an accident at work or for a defect in the project or in the construction of a machine
But the trial of Enzo Ferrari was an exception, both for the qualities of the gruff and legendary character, and for the questions about safety in motor racing, questions that still remain unanswered. The inquirers investigates the constructive qualities of the car and of the Englebert tires, the shadow of suspicion extends to Ferrari's indifference to the lives of the drivers, in a world where risk is part of the game.
when a driver dies the British say “Racing is dangerous”, but here there are 11 deaths to mourn. in the trial, expertise and legends intersect. The inquirer questions the build quality of the chosen tire and the suitability of that tire for use on a racing car. And Ferrari responds with counter-reports. It has to be said that the drivers had often complained about the quality of Englebert tires, so much so that important drivers such as Castellotti, Marzotto and Taruffi had protested until they were replaced with the Pirelli tires. At the end of the trial, on July 25, 1961, the judge finally acquits Enzo Ferrari for not having committed the crime, and praises the man worthy of an honorary degree in the sentence. The only remaining culprits of the massacre are the “cat's eyes”, those small reflectors drowned
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Informazioni
Autore Gian Giannizzero
Organizzazione Gian Giannizzero
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