Ep 7 - Benzina sul fuoco
13 gen 2023 ·
18 min. 56 sec.
![Ep 7 - Benzina sul fuoco](https://d3wo5wojvuv7l.cloudfront.net/t_square_limited_480/images.spreaker.com/original/bbc1a1c833c9ea3219aba54776c214ba.jpg)
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Oggi parliamo di: Milano città lenta - Benzina sul fuoco - Scuola sotto assedio – I Bulli
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👉 Milano città lenta – Nella seduta di martedì 10 gennaio 2023, il consiglio comunale di Milano ha approvato a maggioranza un ordine del giorno che invita «il sindaco Beppe Sala e la giunta a proclamare Milano Città 30, istituendo il limite di velocità in ambito urbano a 30 km/h a partire dal 1° gennaio 2024». Non si tratta ancora di una misura adottata e, come scrive il Sole24Ore, «non è un atto vincolante, è solo un’indicazione politica». Ma in un paese come l’Italia è senz’altro una grande novità.
Ne parliamo con Marco Mazzei, primo firmatario della proposta. che ha subito anche una serie di assurdi attacchi e insulti.
Per approfondire:
- Un rapporto di ReComMon
La mobilità si cambia dalla testa
⛽ Benzina sul fuoco – Tutti parlano della benzina, di quanto costa, di quanto è aumentata: è decisamente la polemica della settimana. Tanto che il Governo è intervenuto con un decreto legge ad hoc per la «trasparenza nel mercato dei carburanti a vantaggio del consumatore».
Eppure, l'aumento dei prezzi era facilmente prevedibile, visto che questo stesso Governo ha deciso di non prorogare lo sconto sulle accise che era stato introdotto a marzo 2022 dall’esecutivo Draghi.
Ma la cosa più interessante è questo richiamo alla trasparenza, come se i dati non fossero disponibili. Invece, ci sono. Tant'è che Riccardo Saporiti, giornalista, ha potuto accedere a questi dati.
Per approfondire:
- Il pezzo di Riccardo Saporiti
Il Tweet di Andrea Coccia
🏫 Non è vietando che si educa – La scuola è spesso oggetto di un discorso dall'alto, in cui si fa a gara a chi la spara più grossa. A volte senza competenze specifiche. Spesso basandosi solamente su aneddotica. Ancor più spesso si adotta un atteggiamento reazionario.
Eppure nella scuola italiana ci sono tante eccellenze, insieme a tanti problemi. Alfonso D'Ambrosio è un dirigente scolastico molto attivo, interessante da seguire sui social anche per i non addetti ai lavori, con una visione della scuola proiettata verso il futuro.
Di recente è stato duramente attaccato da Mario Giordano che, su Panorama, si è scagliato contro la valutazione formativa con un pezzo dal titolo: «La scuola deve insegnare, non dare felicità». Un'idea arcaica, che fa a pugni la contemporaneità. Con quello che sappiamo della scuola.
Come scrive Paolo Fasce su Gli Stati Generali, «un contesto facilitante, motivante e inclusivo, rispettoso della persona e dei suoi ritmi di apprendimento, facilita il benessere psicofisico e, con questo, costruisce apprendimenti più significativi e duraturi». Altro che non generare felicità.
Comunque, prima che subisse questo attacco – di cui ci scusiamo, a nome di tutta la categoria dei giornalisti –, avevamo chiesto a D'Ambrosio di raccontarci il suo punto di vista su una querelle che sembra già dimenticata: la questione dello smartphone a scuola. È bello ascoltarlo, e per questo lo facciamo integralmente.
Per approfondire:
- segui Alfonso D'Ambrosio su Facebook
Cos'hanno in comune queste storie? I bulli!
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Ne parliamo con Marco Mazzei, primo firmatario della proposta. che ha subito anche una serie di assurdi attacchi e insulti.
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La mobilità si cambia dalla testa
⛽ Benzina sul fuoco – Tutti parlano della benzina, di quanto costa, di quanto è aumentata: è decisamente la polemica della settimana. Tanto che il Governo è intervenuto con un decreto legge ad hoc per la «trasparenza nel mercato dei carburanti a vantaggio del consumatore».
Eppure, l'aumento dei prezzi era facilmente prevedibile, visto che questo stesso Governo ha deciso di non prorogare lo sconto sulle accise che era stato introdotto a marzo 2022 dall’esecutivo Draghi.
Ma la cosa più interessante è questo richiamo alla trasparenza, come se i dati non fossero disponibili. Invece, ci sono. Tant'è che Riccardo Saporiti, giornalista, ha potuto accedere a questi dati.
Per approfondire:
- Il pezzo di Riccardo Saporiti
Il Tweet di Andrea Coccia
🏫 Non è vietando che si educa – La scuola è spesso oggetto di un discorso dall'alto, in cui si fa a gara a chi la spara più grossa. A volte senza competenze specifiche. Spesso basandosi solamente su aneddotica. Ancor più spesso si adotta un atteggiamento reazionario.
Eppure nella scuola italiana ci sono tante eccellenze, insieme a tanti problemi. Alfonso D'Ambrosio è un dirigente scolastico molto attivo, interessante da seguire sui social anche per i non addetti ai lavori, con una visione della scuola proiettata verso il futuro.
Di recente è stato duramente attaccato da Mario Giordano che, su Panorama, si è scagliato contro la valutazione formativa con un pezzo dal titolo: «La scuola deve insegnare, non dare felicità». Un'idea arcaica, che fa a pugni la contemporaneità. Con quello che sappiamo della scuola.
Come scrive Paolo Fasce su Gli Stati Generali, «un contesto facilitante, motivante e inclusivo, rispettoso della persona e dei suoi ritmi di apprendimento, facilita il benessere psicofisico e, con questo, costruisce apprendimenti più significativi e duraturi». Altro che non generare felicità.
Comunque, prima che subisse questo attacco – di cui ci scusiamo, a nome di tutta la categoria dei giornalisti –, avevamo chiesto a D'Ambrosio di raccontarci il suo punto di vista su una querelle che sembra già dimenticata: la questione dello smartphone a scuola. È bello ascoltarlo, e per questo lo facciamo integralmente.
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Cos'hanno in comune queste storie? I bulli!
Informazioni
Autore | Slow News |
Sito | www.slow-news.com |
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