Ep.6 - Giovanni Battista Mancuso

12 nov 2024 · 1 min. 37 sec.
Ep.6 - Giovanni Battista Mancuso
Descrizione

Il 25 novembre e il primo dicembre 1944 Cornalba, piccolo Comune della Valle Brembana, fu teatro di un duplice rastrellamento compiuto da militi fascisti nel corso dei quali vennero trucidati...

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Il 25 novembre e il primo dicembre 1944 Cornalba, piccolo Comune della Valle Brembana, fu teatro di un duplice rastrellamento compiuto da militi fascisti nel corso dei quali vennero trucidati 15 partigiani della brigata “24 Maggio” di Giustizia e Libertà. Il primo rastrellamento riguardò l’abitato di Cornalba e provocò la morte di dieci partigiani mentre il secondo ebbe come obiettivo una baita sul monte Alben (detta Casinet) e costò la vita ad altri cinque partigiani. 
Il progetto "Vite sospese" vuole raccontare, attraverso dei podcast, come sarebbe stata la vita di questi partigiani caduti.

In questo episodio si racconta la "vita sospesa" di Giovanni Battista Mancuso.
Nato a Palmi (provincia di Reggio Calabria) il 28 giugno 1922, risiede a Milano e frequenta il Liceo-Ginnasio “Giuseppe Parini”. Dopo il diploma si iscrive alla facoltà di medicina e chirurgia a Milano. È grande appassionato di sport e, nel 1941, è anche campione italiano di rugby nella Amatori di Milano. Nel febbraio 1943 è chiamato alle armi e avviato al corso di addestramento per conseguire il grado di sergente di Sanità. Il corso è interrotto e lui è congedato come soldato semplice nel maggio 1943. Nel febbraio 1944 sostiene il suo ultimo esame universitario e il 25 maggio viene richiamato alle armi e inviato all’Ospedale militare di Baggio. 
Il suo fermo ideale antifascista, che aveva già manifestato apertamente durante tutta la sua carriera universitaria e a cui si era avvicinato grazie anche all’amicizia con il suo professore di anatomia patologica, il prof. Pietro Redaelli (che diventerà comandante della Divisione Orobica GL con il nome di battaglia “Marcello”), lo porta a lasciare l’Ospedale e a disertare. La sorella Bianca ha raccontato che nella primavera del 1944 loro padre era riuscito a procurarsi dei documenti falsi che avrebbero permesso a Gianni di riparare in Svizzera. L’ideale di Patria e il senso dell’onore gli impongono però di rifiutarli. È già al termine del corso di laurea di medicina quando raggiunge Cornalba che conosce molto bene perché la sua famiglia trascorreva in questo paese le vacanze estive già dagli anni Trenta proprio nella Cà Bianca (sede del comando della formazione partigiana). Il dottor Mancuso, come lo chiamano affettuosamente a Cornalba, è grande amico di Giuseppe Biava e stringe amicizia con altri ragazzi del luogo che vivranno con lui l’esperienza partigiana. 
I primi di luglio entra a far parte della “24 Maggio”. La mattina del 25 novembre Giovanni Battista fugge insieme agli altri partigiani che, come lui, erano nella Cà Bianca e imbocca il sentiero che sulla sinistra del paese porta verso il monte Alben. Poco sopra il centro abitato cade, sotto il fuoco intenso delle armi, colpito a morte dai proiettili sparati dagli assalitori. Il suo corpo viene ritrovato e portato al cimitero solo il giorno successivo. Le esequie sono celebrate a Milano, nella chiesa di San Marco, il 16 marzo 1946. Sulla facciata del Liceo-Ginnasio “Giuseppe Parini” a Milano una targa ricorda il suo sacrificio. Nel Comune di Palmi c’è una via che porta il suo nome.
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Autore Vite Sospese
Organizzazione ViteSospese
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