Purtroppo è stata fatta solo mezza giustizia e Peppino sapeva, era cosciente, che quel cappotto ormai lo aveva cucito addosso, come una seconda pelle. Che non avrebbe mai, mai, mai potuto toglierselo. Complimenti. Complimenti sinceri e con ammirazione!!! Finalmente una storia onesta che lascia nulla o poco all'iconografia con cui Peppino è ormai conosciuto e riprodotto, raccontato. Avete ascoltato le fonti giuste, finalmente il termine giusto: valanga!!! anche se poi qualche svarione cinematografico di cui non avete colpa c'è (Venuti, Vitale, la bellezza ... la motopala che avanzava ... si fermò davanti i contadini stesi a terra. Il guidatore la spense, tolse le chiavi e se ne andò. Era un comunista di Cinisi, ma era anche padre di una famiglia che viveva di questo stipendio, storie che può sapere solo chi c'era ...) ma non importa, peccati veniali. Quello che conta è la storia che avete raccontato che, ripeto, è onesta e corretta, vivida, raccontata con partecipazione, racconta Peppino e Felicia con un incastro continuo e che fa pensare, fa riflettere ... e forse, in Sicilia, si comincia a morire quando si nasce se ...se non prendi coscienza e reagisci. Allora diventi immortale come un seme che si riproduce costantemente. Ancora sinceri complimenti. Paolo Chirco